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Spettro in USA: spazio per tutti con la condivisione dinamica

Competenze e tecnologie, studio delle frequenze e pianificazione collaborativa. La Casa Bianca costruisce e lancia un piano per massimizzare le risorse disponibili nello spettro wireless. Ciò significherebbe maggiore inclusione ed equità ma, soprattutto, più garanzie per la sicurezza nazionale e l’economia nazionale. E spingerebbe alla conferma della sua posizione di leader del settore, almeno formalmente

Pubblicato il 21 Dic 2023

Immagine di Golden Dayz su Shutterstock

Mentre prendiamo coscienza, con estremo ritardo e pericolosa urgenza, che la maggior parte delle risorse indispensabili alla nostra economia non sono limitate, all’elenco si aggiunge anche lo spettro wireless. E la richiesta continua a crescere, incoraggiata dal proliferare di satelliti e di lanci spaziali anche privati, dall’affermarsi di reti a banda larga 5G e 6G e di reti private e dal fiorire di mercati come quello dei veicoli autonomi.

L’unico tentativo che si può fare per non dover auto-imporre un utopistico rallentamento su scala mondiale è quello di optare per una condivisione dinamica. Gli Stati Uniti hanno iniziato a considerare seriamente questa opzione, immaginando un processo migliore e più coerente per riunire il settore pubblico e quello privato attorno a un obiettivo considerato da entrambi strategico.

I 4 pillar della strategia USA

Il primo segnale di “passaggio all’azione” consiste nell’annuncio ufficiale da parte della Casa Bianca di una strategia nazionale dedicata, per modernizzare la policy e la gestione delle bande di frequenza wireless. Un annuncio che, non a caso, ha preceduto di pochi giorni la Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni 2023 (WRC-23) dell’UIT a Dubai, un appuntamento quest’anno più che mai importante per confrontarsi a livello mondiale su eventuali modifiche alle normative internazionali sullo spettro delle radiofrequenze.

Sviluppata dalla National Telecommunications Information Administration (NTIA), un’agenzia del Dipartimento del Commercio, in collaborazione con la Federal Communications Commission (FCC), la strategia USA si basa su quattro pilastri che coprono tutte le priorità. Il primo step consiste in uno studio da compiere in massimo 2 anni, legato alla potenziale riassegnazione. Si focalizza su 2.786 megahertz di spettro, considerando cinque bande specifiche ( 3,1-3,45 GHz, 5,03-5,091 GHz, 7,125-8,4 GHz, 18,1-18,6 GHz e 37,0-37,6 GHz) scelte perché potenzialmente utilizzabili a supporto della banda larga wireless, dei droni e delle operazioni satellitari. Una seconda sfida contenuta nella strategia riguarda la pianificazione collaborativa a lungo termine dell’assegnazione dello spettro. Una “sfida” perché si traduce nell’introduzione di processi più trasparenti, coinvolgendo nelle decisioni operatori del settore, agenzie federali e gruppi consultivi. Con il terzo pillar si punta sulle nuove tecnologie e soluzioni, attraverso un piano nazionale di ricerca e sviluppo dello spettro sviluppato dall’Office of Science and Technology Policy (OSTP), mentre il quarto sulle competenze, per poter contare su futuri tecnici e politici preparati. In questo “capitolo”, rientrerebbe anche una faticosa opera di sensibilizzazione e formazione della classe politica e dell’opinione pubblica sull’importanza dello spettro wireless.

In nome dell’equità e della sicurezza nazionale

La recente mossa statunitense ha un forte significato su scala globale, non si tratta di un semplice provvedimento interno. Questo Paese è stato, vuole restare e vuole dimostrare a tutti di essere il pioniere mondiale nello sviluppo e nell’implementazione di servizi wireless. Lo ritiene un vantaggio competitivo essenziale, perché permette di garantire che i settori pubblico e privato abbiano accesso allo spettro per fornire servizi, contribuendo alla creazione di ecosistema di apparecchiature, prodotti e applicazioni innovativi.

Illustrando la nuova strategia, il Governo statunitense dichiara anche di voler eliminare le lacune di copertura sul territorio, promuovendo l’equità e l’inclusione per tutti i cittadini. E poi, come spesso accade, avanza ragioni legate alla sicurezza nazionale e alla sicurezza pubblica, mettendo entrambe in primo piano rispetto ad altri ambiti quali assistenza medica, istruzione, trasporto e operazioni industriali.

L’obiettivo, in ogni caso, resta quello di assicurare utilizzi di spettro importanti per la nazione, proteggendoli dalle interferenze dannose delle radiofrequenze, per garantire un alto livello di disponibilità del servizio e servire al meglio l’interesse pubblico.

Dal punto di vista tecnologico, può sembrare piuttosto semplice, soprattutto per un gigante come gli USA. Le maggiori criticità si prevede infatti si presenteranno su altri fronti: una volta liberato lo spettro, bisognerà in concreto decidere cosa farne. Quando arriverà il momento, gli interessi acquisiti cercheranno di ottenere l’allocazione dello spettro per qualsiasi priorità. Potrebbe essere quella di concederlo in licenza a società private, ma anche di renderlo disponibile per l’uso senza licenza, cosa che i più augurano ma che è un’opzione come le altre. Si prospetta quindi un lungo e tortuoso percorso per il Governo, per innescare e mantenere un processo continuo di dialogo e collaborazione tra istituzioni, settore pubblico e settore privato.

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