Replica dei dati: dal real time benefici anche per il business

Gli assetti e le architetture dei sistemi informativi sono oggi in profonda trasformazione, costantemente protese a perseguire un faticoso allineamento ad aziende che diventano sempre più complesse, articolate, distribuite, diversificate. Il ‘mestiere’ del Cio e dell’It manager sta diventato per molti versi un mestiere di “Architecture Modeler”, nella ricerca di una continua coerenza tra un’architettura aziendale e un’architettura Ict. Tale scenario si riflette sui modelli operativi di architettura dei processi e dei dati. Benefici significativi possono arrivare dai sistemi di replica dei dati.

Pubblicato il 22 Ott 2012

Alcune scelte strategiche di conformazione, struttura e organizzazione dell’azienda oggi impattano in modo significativo sulle architetture It. Parliamo di azioni quali acquisizioni, fusioni, strategie di internazionalizzazione e trend di globalizzazione. I risultati dell’indagine “Data Replication e opportunità di business”, condotta da ZeroUno in partnership con Sap, i cui dati sono stati commentati da Paolo Pasini, docente di Sda Bocconi e alla quale hanno partecipato 77 aziende, evidenziano come per il 62% delle aziende del panel questi impatti siano elevati e impattino sulla configurazione dell’architettura del Sistema Informativo aziendale, cioè sull’assetto e sulle relazioni esistenti tra il livello dei processi aziendali, il livello dei servizi applicativi e delle applicazioni It (che automatizzano o supportano i processi aziendali), il livello dei dati (utilizzati dalle applicazioni) e il livello dell’infrastruttura Ict.

In questo contesto, dalla web survey emerge una preferenza verso un modello operativo di architettura di processi aziendali e dati integrato e accentrato presso la casa madre (per l’80% delle aziende interpellate).

L’analisi però non evidenzia lo stesso accordo sulla scelta standardizzazione o personalizzazione: infatti il 42% delle aziende del panel predilige processi aziendali e dati il più possibile standardizzati tra le varie business unit o consociate, mentre il 38% manifesta una preferenza per processi e dati il più possibile personalizzati: l’analisi di questi risultati per tipologia di business probabilmente spiegherebbe questi due forti orientamenti che emergono (cioè sono rilevanti le caratteristiche delle combinazioni prodotti/mercati).

Solo il 15% dei casi valorizza il ‘mix’ delle opzioni possibili, scegliendo, da un lato, processi aziendali e dati il più possibile personalizzati per le varie Business Unit (di prodotto o di mercato) e le aziende consociate (nel caso di grandi gruppi), per esempio per attività di marketing, distribuzione e vendite, dall’altro preferendo invece sistemi di consolidamento dei dati centralizzati presso la casa madre per altri tipi di processo (per esempio per le attività amministrative o finanziarie, di rendiconto e di bilancio, ecc.).

I cambiamenti aziendali precedentemente menzionati arrivano a impattare sull’architettura dei dati aziendali tramite diversi driver o fattori: le risposte del panel evidenziano tra i fattori più rilevanti il grado di integrazione dei dati (53%) e il livello di sicurezza dei dati (44%). A seguire si trovano il grado di accessibilità dei dati, rilevante per il 35% delle aziende, e la sincronizzazione temporale dei dati, indicato come fattore impattante dal 30% dei casi e che può essere affrontato con piattaforme di replica automatica dei dati. Al contrario, fattori come la data explosion e il grado di dispersione geografica dei dati sembrano non destare particolari preoccupazioni, infatti sono stati citati solo dal 17% del campione.

Interessanti, anche se necessiterebbero di approfondimenti, le citazioni dell’omogeneità semantica dei dati (menzionata dal 27% dei casi) e la duplicazione dei dati (22% dei casi), due fattori legati tra di loro e spesso gestiti con strumenti ad hoc (dizionari dati o metadata tool nel primo caso e strumenti di replica e di allineamento dei dati, nel secondo caso, come si vedrà nel prosieguo dell’indagine).

Ancora scarsa ‘percezione’ al real-time

Entrando nel merito della data replication, indagando i benefici derivanti da questi sistemi, la ricerca evidenzia come per il 65% delle aziende del campione il risultato più importante sia la possibilità di disporre di soluzioni di business continuity e disaster recovery in imprese localizzate in aree geografiche differenti (figura 1). Altri vantaggi rilevanti sono: la distribuzione e sincronizzazione dei dati tra sistemi eterogenei e dispersi geograficamente (40%), la disponibilità di dati in modalità real-time per le applicazioni di Business Intelligence (37%) e la possibilità di disaccoppiare il luogo di generazione e utilizzo dei dati operativi e il luogo di duplicazione e di utilizzo dei dati per scopi direzionali (35%).

Figura 1 – Analisi dei benefici derivanti da sistemi di replica automatica.

Fonte – ZeroUno – Web Survey Data Replicatione e opportunità di business – gennaio 2012 – campione 77 aziende

Emerge chiaramente da questi dati che la percezione circa i vantaggi derivanti dalla data replication è principalmente focalizzata sulla possibilità di ‘superare’ le tradizionali problematiche della dispersione geografica (disaster recovery, business continuity, sincronizzazione e disaccoppiamento dei dati, ecc.). Manca un po’ di consapevolezza sulle reali opportunità ‘business value’ che possono invece derivare dall’utilizzo di queste tecnologie; e lo testimonia il fatto che solo pochi intervistati hanno evidenziato benefici quali la migrazione verso nuovi DB, piattaforme o sistemi (9%), l’integrazione degli asset IT esistenti (13%), il rispetto della compliance (17%).

Andando ad analizzare le prospettive di evoluzione dei sistemi di replica automatica dei dati sembra abbastanza chiaro a tutti che il real-time sia l’elemento di valore più interessante (per il 64% dei rispondenti). Ma questa visione non collima con le risposte alla domanda precedente sui benefici ottenuti o percepiti, dato che la maggior parte degli intervistati indica il disaster recovery o la business continuity tra i principali vantaggi, pratiche che difficilmente avvengono in real-time. Infatti, provando ad indagare un po’ più a fondo e chiedendo alle persone quanto il real-time possa essere auspicabile per pratiche di disaster recovery e business continuità, il 22% risponde “non so”. E questo è senz’altro un primo sensore sul fronte del grado di conoscenza o di impiego delle soluzioni di replica automatica dei dati e sulle opportunità della replica real-time.

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