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Women for security, ecco gli obiettivi della community per la sicurezza informatica

Competenze, condivisione e crescita sono i valori su cui si fonda Women for security presentata ufficialmente in occasione di Security Summit Streaming Edition

Pubblicato il 27 Nov 2020

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È nata Women for Security, la community al femminile che mira a coinvolgere le professioniste italiane della sicurezza cyber che si fonda sui seguenti valori: competenze, condivisione e crescita.

Costituita a partire da un primo nucleo di professioniste nell’ambito di Clusit, l’Associazione per la Sicurezza Informatica in Italia, la community si è ampliata a una cinquantina di professioniste ed è stata ufficialmente presentata a Security Summit Streaming Edition, il convegno italiano sulla cybersecurity.

La fondatrice, Cinzia Ercolano, CEO di Astrea e oggi membro dell’Advisory Board di Women For Security, ha radunato intorno a sé le prime esperienze nei vari ambiti professionali: dalla ricerca, alle tecnologie, alla divulgazione scientifica e culturale, agli aspetti legali, alla comunicazione e al marketing, senza escludere quello personale, prettamente legato alla professione come opportunità di crescita individuale.

Se, da un lato, la cyber security è oggi un’emergenza anche a causa della carenza di competenze e figure professionali a livello globale, dall’altro appare molto grave la mancanza di rappresentanza femminile all’interno del settore: i dati rilevati da Women in Cybersecurity, iniziativa della Commissione Europea, evidenziano che le donne che operano nell’ambito cyber security a livello europeo sono solo il 7%.

“Nel mio percorso professionale – ha affermato Cinzia Ercolano, membro dell’Advisory Board, Women For Security – mi sono imbattuta in donne straordinarie, che dimostrano continuamente il valore della loro preparazione, delle competenze abbinate a pragmaticità e capacità di analisi tipicamente femminili. Da qui l’idea di creare uno spazio di condivisione, che abbiamo attivato già prima dell’inizio della pandemia. Questi mesi, ci sono poi serviti per consolidare conoscenze e modus operandi. Soprattutto, abbiamo avuto dimostrazione della grande versatilità e capacità di resilienza delle cyberladies. Abbiamo avuto modo di rilevare anche un dato incoraggiante: diversamente dal passato, diverse delle giovani professioniste si approcciano alla cybersecurity già nelle loro prime esperienze lavorative: sappiamo che la strada per colmare il gender gap sarà lunga, ma questo ci fa ben sperare”.

I profili delle partecipanti alla community delle Women For Security sono molto variegati: dalle professioniste ricercatrici, ai profili tecnici, a quelli in ambito legale, della comunicazione e del marketing, a quelle di vendita.

Cristina Gaia, Regional Marketing Manager di CyberArk e Carmen Palumbo, Country Sales Manager Italy di F-Secure Corporation, compongono insieme a Cinzia Ercolano l’Advisory Board della Community.

Women For Security ha avviato per le sue socie attività continuative di formazione e di approfondimento a livello professionale. Sono inoltre previste attività di sensibilizzazione sui temi di attualità, che favoriscano un ruolo sempre più attivo della donna nella cyber società: per questo la community lavora a fianco di Clusit. Obiettivo, contribuire a diffondere la cultura della cybersecurity anche verso le fasce più giovani della popolazione. Per esempio, con temi relativi al cyber bullismo e con iniziative di formazione e orientamento per incoraggiare le giovani donne ad abbracciare le discipline STEM e le nuove professionalità che evolvono con l’evoluzione tecnologica e digitale.

“Il divario tra popolazione maschile e femminile nelle discipline STEM, a partire dalla formazione e ancor più in ambito occupazionale, continua ad essere troppo elevato anche se invece in ambito compliance la presenza femminile è molto maggiore: Clusit supporta le Women for Security nella convinzione che l’apporto femminile alla sicurezza informatica, e più in generale alle professioni tecnologiche, che soffrono di un grave skill shortage, sia fondamentale, così come ampiamente dimostrato in ambito legale e di compliance” ha commentato Gabriele Faggioli, presidente Clusit

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