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Per un futuro post quantum, serve una rete e fare rete

L’intramontabile QKD e il futuribile quantum network. Queste sono le “priorità quantistiche” di una realtà come Cisco, globale ma attenta a valorizzare le eccellenze italiane e la capacità di fare rete tutta europea

Pubblicato il 20 Giu 2023

quantum computing

Lunga vita alla Quantum Key Distribution (QKD). Cisco l’aveva predetto a inizio anno ed è ciò che si sta verificando nei fatti. “Sebbene la crittografia post-quantistica (PQC) sia una potenziale soluzione in caso di emergenza – aveva affermato – gli schemi PQC potrebbero essere violati. La distribuzione a chiave quantistica (QKD) è dunque destinata ad avere un impatto significativo poiché evita la distribuzione su canali non sicuri”.

Un piede nel presente, l’altro nel futuro

Non sono solo annunci quelli attorno al quantum computing, c’è un reale avanzamento tecnologico in atto. “Nel giro di qualche anno si riusciranno a mettere in crisi gli algoritmi di cifratura oggi in sfruttati ogni volta che navighiamo su internet. Dalla chiave pubblica usata per cifrare i messaggi, diventerà possibile ricostruire quella privata. C’è una sicurezza da ripensare e va fatto ora” spiega Giuseppe Massa, National Cybersecurity Officer Cisco Italia.

La strategia della big tech è quella di lavorare su più fronti, focalizzandosi soprattutto sulla QKD e sull’internet quantistico. Nel primo caso si può già contare su risultati a breve termine, nel secondo c’è ancora molto da costruire e va gettato il cuore oltre gli ostacoli, con lungimiranza.

QKD: serve coprire le lunghe distanze

Per quanto riguarda la generazione di chiavi sfruttando il fenomeno dell’entanglement, come nella Quantum Key Distribution, si lavora su una tecnologia molto preziosa, su cui è più che mai necessario scommettere. Soprattutto ora che il quantum computing “minaccia” gli attuali algoritmi di sicurezza.

Quelli attualmente considerati “post-quantum”, potrebbero un domani non esserlo più. Si tratta di una categorizzazione in continua evoluzione su cui si può relativamente puntare. Meglio concentrare gli sforzi su un fenomeno fisico controintuitivo ma indiscutibilmente valido come l’entanglement, e sulle sfide che esso comporta.

Nella QKD, la più attuale riguarda “la realizzazione di reti di distribuzione adatte a coprire le lunghe distanze” spiega Massa. “C’è poi anche un problema relativo al riuscire a far comunicare tra loro sistemi diversi, spesso ibridi. Si dovrà usare la QKD con reti classiche e il problema risulterà essere proprio la standardizzazione e l’affidabilità di questi sistemi”.

Realizzare sul campo i presupposti infrastrutturali per questa tecnologia non è affatto banale. Ciò vale per l’Italia, come per altri Paesi, ma nel nostro Cisco riconosce un impegno strutturato da parte delle istituzioni che sembrano aver ultimamente colto l’importanza di non farsi trovare impreparati.

“La strategia portata avanti dall’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale) indica tra gli obiettivi prioritari quello di investire in questa direzione. Sulla carta è scritta molto bene, per metterla a terra ora serve fare massa critica, a livello italiano ed europeo, perché servono molti investimenti. Sarà essenziale anche far leva sulle eccellenze esistenti e l’Italia ne può vantare diverse nel campo della ricerca – spiega Massa – Ci sono diversi atenei su cui poter puntare e Cisco stessa ha realizzato Cisco Photonics, un centro di ricerca sulle tecnologie fotoniche, nato a seguito dell’acquisizione di Pirelli Optical Systems nel 2000. Un’eccellenza a livello mondiale che rappresenta un punto nevralgico per lo sviluppo sia della QKD sia del quantum internet”.

Internet quantistico: l’Unione fa la forza

L’Europa, come suo solito, è partita dopo USA e Cina, ma ha tutta l’intenzione di recuperare terreno facendo sistema. Lo sta dimostrando con l’European Quantum Internet Alliance (QIA), un programma che raccoglie consistenti investimenti per lo sviluppo di tecnologie quantistiche sia per creare computer quantistici sempre più potenti, sia per sviluppare il quantum networking, una nuova generazione di reti che dovranno trasportare qubit. “Presto assisteremo alla nascita di una nuova ondata di computer e saranno computer quantistici. Diventerà necessario metterli in comunicazione usando tecnologie fotoniche per ottenere una sempre maggiore potenza di calcolo. È un trend mondiale, su cui l’Europa si sta muovendo da qualche anno” racconta Massa.

Si tratta di creare un internet del futuro, una rete “degna” delle performance dei tanti, si spera, quantum computer che l’Unione Europea potrà in futuro sfoggiare. Una logica basata sul “fare rete” su cui il nostro continente continua a puntare. Forse, ben consapevole del fatto che tale strategia collaborativa trasforma l’attuale parcellizzazione delle risorse – computazionali e non – in un sistema unico e potenzialmente competitivo, anche nei confronti di “giganti” come Cina e USA.

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