Hybrid IT

Storage, HPE per i dati di IoT, artificial intelligence e cloud

Sono soprattutto tre i trend tecnologici che impongono un’evoluzione delle infrastrutture storage: iot, intelligenza artificiale e cloud. E HPE si propone come riferimento per chi non vuole fare passi falsi nella modernizzazione delle tecnologie che collezionano e mettono a disposizione la risorsa dato. Lo spiega a ZeroUno Mauro Colombo, Solution and Technology Country Manager di HPE Italia

Pubblicato il 18 Ott 2017

Mauro Colombo, Solution and Technology Country Manager di HPE Italia

I trend da tenere più in considerazione per il loro impatto sul componente ‘dato’ sono l’Internet of Things (IoT), l’intelligenza artificiale (Ai) o il machine learning, e il cloud: non ha dubbi in proposito Mauro Colombo, Solution and Technology Country Manager di HPE Italia.

Il fenomeno più “trendy”, ma con tutte le carte in regola per costituire un tema duraturo dell’IT, è l’IoT. In questo contesto lo storage rappresenta un elemento fondamentale a supporto dei processi di memorizzazione, indicizzazione e valorizzazione dei dati generati da sensori. “Questi – precisa Colombo – possono essere generici, come gli smartphone, o specializzati, come quelli utilizzati in ambito automotive, Industry 4.0, healthcare o di videosorveglianza”. Adottare la soluzione storage ottimale per ciascun paradigma di IoT (ma anche di altri trend tecnologici che generano dati) rappresenta il prerequisito per poter utilizzare al meglio le tecnologie di Ai o di machine learning che abilitano analisi in tempo reale delle informazioni (real-time analytics). Attività che si svolgono nei data center, ma sempre più spesso anche vicino agli utenti o addirittura a bordo degli oggetti dell’IoT. “Considerate queste esigenze – aggiunge Colombo – HPE ha deciso di investire molto anche sul tema dell’Intelligent Edge (intelligenza a livello periferico)”.

Ed eccoci quindi al ruolo del cloud, ma soprattutto dell’hybrid cloud e del multi-cloud, che consentono alle aziende di creare architetture IT distribuite che comprendono risorse on premise e altre residenti su una o più public cloud, lasciando alle stesse imprese la possibilità di spostare dati e applicazioni avanti e indietro fra i diversi tipi di ambienti.

L’affresco dipinto da Colombo implica la disponibilità di svariati tipi di soluzioni storage tanto per i cosiddetti “dati di produzione” (quelli prodotti ed elaborati dai sistemi transazionali e di real-time analytics, da memorizzare sullo storage primario), quanto per quelli destinati al backup, all’object storage (sistemi che archiviano e mettono a disposizione contenuti non-strutturati) e l’archiviazione a lungo termine. “Per il primary storage – conclude Colombo – siamo stati fra i primi a proporre soluzioni all-flash e continuiamo ad arricchire il nostro portafoglio in questo settore con soluzioni dotate di funzionalità innovative come, per esempio, le predictive analytics sviluppate da Nimble Storage, che abbiamo recentemente acquisito. Per backup, object storage e long-term archiving continuiamo a proporre soluzioni ibride, seguendo le innovazioni introdotte dai produttori di dischi e di tape”.

In conclusione, afferma il manager di HPE, “un’offering come quella di HPE, derivante anche da una corretta strategia di ricerca e sviluppo interni, acquisizioni ed ecosistemi di partnership, ritengo possa rispondere alle diverse esigenze che in questo complesso momento di trasformazione le aziende manifestano”.

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