Ambienti mission-critical: la visione Hp

Sull’infrastuttura tecnologica dalla quale dipende l’erogazione dei servizi It vitali per l’attività di un’impresa e su come lo sviluppo di tale infrastruttura si sta orientando abbiamo intervistato Alessandro Gabrieli (nella foto), direttore della divisione business critical systems di Hp italiana

Pubblicato il 22 Feb 2011

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ZeroUno: Può sintetizzare i requisiti che considera irrinunciabili per un’infrastruttura che debba supportare servizi It destinati ad ambienti cosiddetti ‘mission-critical’?
Gabrieli: La necessità di soluzioni It mission critical è in continua crescita e coinvolge tutte le aree di un’azienda o di un ente che dipendono strettamente dalla disponibilità dei dati e dall’affidabilità dei processi It, indipendemente che si tratti di grandi imprese o realtà di dimensioni locali. Un’infrastruttura mission critical deve rispettare dei parametri specifici per essere efficace, cioè estremamente affidabile e flessibile, e le architetture studiate allo scopo si basano su tecnologie in grado di renderle sempre disponibili, anche in fase di manutenzione, con soluzioni per prevenirne i malfunzionamenti e funzionalità di autodiagnostica e autocura. Tali funzionalità vanno progettate sin dall’inizio nel cuore del sistema, per poter rispondere rapidamente ai cambiamenti del business come alle necessità di riconfigurazione che si possono presentare, appunto, in situazioni critiche. Inoltre, a tutela dell’investimento, occorre che le applicazioni e le infrastrutture mission critical garantiscano scalabilità, roadmap chiare e innovazione continua. Molto importante è infine l’accessibilità economica, anche per le aziende di medio-piccole dimensioni.
ZeroUno: Quali soluzioni offre Hp in questo ambito e come si caratterizza la vostra offerta rispetto ai requisiti che ha citato?
Gabrieli: La nostra risposta è la nuova linea di Server Hp Integrity, le cui innovazioni, associate all’architettura Hp Blade Scale e Hp Superdome 2, combinano l’affidabilità dei sistemi Integrity con l’efficienza della tecnologia BladeSystem. Queste architetture sono parte del portafoglio Hp per la Converged Infrastructure e forniscono una resilienza sempre attiva supportata da un elevato tasso d’innovazione tecnologica. Inoltre si integrano perfettamente negli ambienti esistenti, consentendo l’uso di una piattaforma comune sia per i sistemi x86 sia per gli ambienti mission critical “by design”. Quanto all’accessibilità economica, la strategia Hp per la Converged Infrastructure, standardizza le fasi di progettazione, utilizzo e gestione dei sistemi, rendendo gli ambienti mission critical accessibili anche a realtà di piccole e medie dimensioni. Ciò è il risultato di investimenti mirati non solo al singolo componente – server, storage e rete – ma anche agli elementi di integrazione, sia dal punto di vista fisico e architetturale sia da quello dei tool software per il management e dei servizi di supporto e integrazione con il mondo applicativo.
ZeroUno: Quali servizi potete offrire a integrazione e supporto di queste soluzioni?
Gabrieli: Abbiamo sviluppato servizi che permettono di gestire rapidamente e con semplicità il passaggio dalle tecnologie legacy, a silos o incentrate sul prodotto, a un’infrastruttura convergente, standard, green e altamente flessibile. La nostra esperienza, competenze e persone, coadiuvate da un portfolio prodotti e servizi senza eguali nel mercato, ci permettono di ottimizzare tutti i processi di trasformazione per consentire ai clienti di progettare, collaudare e implementare infrastrutture per ogni tipo di ambiente mission critical, che è tale solo quando hardware, sistema operativo, applicativi e servizi a supporto sono anch’essi mission critical.

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