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Outsourcing Advanced Services Integration: che cos’è e perché supporta i CIO più innovativi

Nel loro viaggio verso la Digital Transformation le aziende devono concentrarsi su processi e soluzioni innovative per assumere un approccio proattivo alle esigenze di business. La delega di servizi completamente gestiti a un partner esterno rappresenta una semplificazione, ma anche un potenziamento della governance

Pubblicato il 29 Gen 2019

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L’Outsourcing Advanced Services Integration (OASI), definizione coniata da Nest2, è un modello di outsourcing, che permette di trovare tutte le risorse e le competenze a supporto del Digital Transformation journey delle aziende, assicurando ai CIO nuovi criteri di governo e di efficienza. Terziarizzando la complessità grazie a partner tecnologici altamente specializzati, strutturati, competenti e certificati, l’OASI consente di traguardare l’innovazione che serve al business trasformando l’ICT in una pura commodity.

In sintesi, che si tratti di infrastrutture di sicurezza, di networking o di help desk; ogni servizio viene preso in carico, erogato e controllato 24h 7×7 da un fornitore esterno (Managed Service Provider) che si assicura che l’insieme dei processi sia allineato agli SLA concordati. La natura del contratto e del rapporto offre una tracciabilità e rintracciabilità delle informazioni tale da permettere di migliorare costantemente i processi, garantendo una trasparenza e una precisione di dettaglio, difficilmente ottenibile dalle imprese utilizzando risorse, tecnologie e strumenti interni. Per le attività non strettamente correlate al core business aziendale, infatti, affidare servizi e attività a chi sa fare meglio e costa meno, assicura alla governance una nuova intelligenza analitica, contestuale e in real time (grazie alle tecnologie utilizzate dai più avanzati service provider), che garantisce sempre e comunque il pieno controllo delle risorse, anche nel day by day.

Managed Service Provider: come e perché cresce l’offerta

Per supportare il business è necessario orientarsi tra opzioni proprietarie e ibride, on premise o in cloud, mantenendo la promessa di una continuità operativa allineata a normative sempre più stringenti. Con l’IT che guida tutte le operazioni aziendali, diventa chiaro come sia sempre più importante allineare i servizi gestiti a tutti i livelli dell’organizzazione, per garantire affidabilità e continuità degli obiettivi. Ai CIO, per altro, viene chiesto di presidiare e rendicontare di tutto.

L’OASI, dunque, è un modello che supporta la business disruption, consentendo ai CIO di dedicarsi con la massima attenzione all’innovazione del business, avendo tutti i dati di controllo a portata di mano, senza dover gestire gli oneri operativi. L’Outsourcing Advanced Services Integration, infatti, include un SOC (Security Operation Center) e un NOC (Networking Operation Center) in cui lavorano decine di specialisti che controllano i flussi informativi di ogni servizio, decodificando ogni tipo di log, di alert e di segnale non solo per verificare la qualità dei processi, ma anche per identificare le possibili curve di miglioramento che portano all’ulteriore ottimizzazione di funzioni e prestazioni. La natura del contratto e del rapporto offre una tracciabilità e rintracciabilità delle informazioni tale da permettere di migliorare costantemente i processi.

Non a caso, le previsioni per il mercato dei servizi gestiti sono estremamente rosee. Il comparto degli MSP dovrebbe aumentare dai 152,45 miliardi di dollari del 2017 ai 257,84 miliardi di dollari entro il 2022, con una crescita composita annua dell’11,1%. (Fonte: “Managed Services Market by Service Type – Managed Security Services, Managed Network Services, Managed Data Center Services), Deployment Type, Organization Size, Vertical, and Region – Global Forecast to 2022” – MarketsandMarkets 2018).

L’OASI dei CIO italiani

Il modello OASI è stato sviluppato da Nest2, managed service provider che, da oltre vent’anni, progetta e realizza soluzioni integrate tecnologicamente avanzate e con il massimo livello di certificazioni. La società, che oggi è parte di Lutech Group, offre alle aziende pubbliche e private soluzioni costruite su misura, indipendentemente dalle dimensioni e dai settori di riferimento, garantendo l’eccellenza nella gestione dei servizi ICT.

Nest2 ha 3mila metri quadrati di spazi dedicati alla gestione di servizi gestiti H24x7 a supporto di soluzioni complesse di security, networking, IT e compliance. “In qualità di partner globale – spiega Luca De Simone, Head of Service Operations & Service Consulting Nest2 – ci facciamo carico di tutti i servizi operativi, dando tutte le garanzie di un outsourcing completo dei sistemi per garantire una business continuity improntata alla massima efficienza, all’ottimizzazione dei costi e al mantenimento del TCO. Questo consente ai clienti di concentrare tutte le loro risorse sul successo del proprio business, senza più preoccupazioni legate alla gestione, anche la più complessa, delle operazioni ICT”.

Outsourcing Advanced Services Integration: quando e come diventa necessaria

Oggi più che mai, la governance del patrimonio ICT deve essere funzionale alla trasformazione digitale del business.

“Stare al passo con lo sviluppo di sistemi, procedure e applicazioni va ben oltre l’abilità di alimentare i cicli di vita dell’hardware e del software – prosegue De Simone -. Sempre più spesso l’evoluzione di sistemi e applicazioni comporta un’addizione tecnologica serrata: la ratio operativa capace di traguardare il contenimento dei costi non basta più. È necessario saper orchestrare sistemi e servizi di rete sempre più complessi e sofisticati, cablati o wi-fi, aperti o integrati alle infrastrutture di clienti e fornitori. Integrare pezzi di competenze distribuite in quell’ecosistema liquido nel quale oggi l’azienda si muove richiede agli IT manager sempre nuove competenze che si traducono in ulteriori livelli di attenzione. L’Outsourcing Advanced Services Integration consente ai CIO di garantire l’operatività necessaria, con il 100% di affidabilità, lasciando loro la libertà di focalizzarsi sull’innovazione necessaria a supportare l’azienda nel medio e nel lungo termine, per favorire lo sviluppo di nuovi modelli di business”.

Il time to market oggi è tiranno e non permette ai CIO di ridurre la qualità e la rapidità delle attività strettamente operative, perché indispensabili per il funzionamento aziendale come, ad esempio, la gestione del networking, le attività di manutenzione o i service desk.

Anche l’Outsourcing diventa 4.0

“Rispetto a qualche anno fa – aggiunge Fabio Ingrosso, IT and Security Business Unit Manager di Nest2 – la gestione dei sistemi, fisici o virtuali, è affiancata da tecnologie di monitoraggio e di controllo supportate dall’uso di sensori, analisi e videoanalisi, Big Data Management, Intelligenza Artificiale e Machine Learning, solo per citare le più note. Insomma: anche l’Outsourcing è entrato nell’era 4.0. Rispetto al resto del mondo, questo tipo di approccio in Italia non è scontato perché le aziende hanno paura di perdere il controllo. Da noi vige ancora il concetto ‘io sono quello che faccio’. È un limite culturale spesso difficile da scardinare: per i CIO delegare a un partner certe funzioni ICT è un po’ come una forma di destituzione. I CIO più lungimiranti, invece, colgono immediatamente come l’OASI sia una scelta vincente. Investendo costantemente in tecnologie e risorse, infatti, in qualità di Managed Service Provider moduliamo procedure di gestione dei servizi protocollate che, oltre ad offrire massima trasparenza informativa, aiutano le aziende ad attuare processi di miglioramento in base alle evidenze fornite sulla base delle informazioni ricavate da tutti i flussi di processo gestiti e presidiati. Ingegnerizzando i sistemi di controllo, di gestione e di analisi (che sono i driver della qualità del servizio), Nest2 offre un OASI che garantisce servizi a ciclo continuo, con una certezza dei costi di gestione e operativi”.

Questo è tanto più importante considerando come ai CIO oggi venga chiesto di presidiare e rendicontare di tutto: a livello tecnologico e a livello contrattuale. Nell’OASI l’MSP è prima di tutto un consulente che aiuta i propri clienti a capire cosa ha senso esternalizzare e cosa invece no. Questa fase di analisi è fondamentale sia nel caso della gestione esterna di servizi core, sia nel caso di servizi specifici e molto operativi, con un’elevata richiesta di specializzazione.

“È importante che le aziende capiscano che con l’OASI il livello di outsourcing è totalmente modulabile – prosegue De Luca -: i passaggi di servizio si possono fare in modo graduale, su orizzonti temporali anche molto lunghi. In questo modo l’organizzazione può verificare le performance dei servizi gestiti e adattarsi a un cambio significativo di passo, che libera risorse e dilata i tempi da dedicare al miglioramento e al potenziamento del core business. All’interno dei vari processi, l’MSP è davvero un driver dell’innovazione perché, a differenza dell’azienda, ha tutto l’interesse a investire in persone e strutture, puntando alla massima ottimizzazione delle risorse impiegate per ottenere una marginalità migliore”.

Migliorando i propri sistemi, colmando i gap tecnologici, investendo in soluzioni più all’avanguardia come l’Intelligenza Artificiale associata, ad esempio, al monitoraggio cognitivo, Nest2 garantisce un Outsourcing Advanced Services Integration allo stato dell’arte, garantita in modalità 24h 7×7 da personale costantemente formato e aggiornato.

“Guidate dall’accesso ai dispositivi e alle applicazioni mobili – conclude Ingrosso -, le imprese stanno utilizzando sistemi e infrastrutture in modo completamente differente rispetto al passato. Siamo nell’era dell’any device, any network, any location: dipendenti, collaboratori, partner e clienti lavorano all’interno e al di fuori delle aziende, imponendo alle architetture di sistema nuove logiche di supporto e di accesso, ma anche di sicurezza. Oggi e domani, le imprese avranno bisogno di un ancor più elevato livello di flessibilità sulla rete, avvalendosi di un’infrastruttura capace di supportare diverse funzioni e consentire a una varietà di tecnologie di integrarsi in modo trasparente e convergente, con una scalabilità dinamica capace di rispondere alle esigenze di business di centinaia, se non migliaia, di location remote che necessitano di connettersi in tempi imprevedibili. L’IoT accelererà ulteriormente questa tendenza, ottenendo l’effetto di spingere le reti a scalare verso capacità pressoché illimitate, cercando di contingentare i costi per calmierare i budget e poter investire risorse in attività più strettamente legate al core business aziendale. Per questo l’OASI costituisce il punto d’arrivo di una Governance 4.0, garantendo un approccio olistico e autenticamente data-driven”.

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