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I dubbi e le paure dei CIO: non essere all’altezza delle richieste digitali del business

I responsabili IT ritengono che la propria struttura non abbia tutte le capacità per soddisfare le crescenti esigenze delle aziende. Soprattutto, hanno priorità diverse rispetto ai loro dirigenti e questo crea disallineamenti. A rivelarlo una ricerca su 3mila manager in Europa, Medio Oriente e Africa

Pubblicato il 02 Mag 2016

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I responsabili IT non hanno fiducia nelle proprie capacità di soddisfare le aspettative di business e le esigenze digitali delle aziende per cui lavorano: è quanto emerge da un’analisi patrocinata da VCE (sussidiaria di EMC) su oltre 2.700 dirigenti aziendali e responsabili IT impiegati in imprese composte da 50-1.000 dipendenti provenienti da Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA).

Lo studio ha evidenziato una sostanziale divergenza di opinioni tra i dirigenti business e i responsabili IT in merito a quali saranno le priorità digitali per loro aziende nel prossimo futuro.

Gestire i Big Data o diffondere nuovi servizi?

Il 40% dei CIO intervistati ritiene che l’analisi e la gestione dei Big Data rappresenti al momento la sfida maggiore da affrontare, mentre gli altri dirigenti ritengono sia più urgente trovare strategie che permettano di usare la tecnologia a supporto della diffusione di nuovi servizi.

Ciò non significa comunque che la capacità di implementare rapidamente nuovi servizi non sia tra le priorità espresse dai CIO: tre su quattro infatti ritengono che nei prossimi cinque anni avranno necessità di lanciare nuovi prodotti in metà del tempo rispetto a quanto avviene oggi. Tuttavia, in molti casi, i responsabili IT non credono che il proprio reparto possieda attualmente le capacità per garantire questa velocizzazione del ciclo di rilascio del prodotto: il 68% degli intervistati si è detto preoccupato in merito alla pressione questo metterà sull’infrastruttura e sul personale esistente.

CIO vs obiettivi di business digitale

Nigel Moulton, CTO per l’area EMEA di VCE, ha dichiarato che il sondaggo ha evidenziato una divergenza di opinioni tra il reparto IT e il resto del business anche in merito alle stesse capacita IT aziendali: “Abbiamo riscontrato che i CIO tendevano a essere più critici in merito alle capacità della propria struttura rispetto a quanto facessero gli altri dirigenti aziendali, anche alla luce delle richieste che la stessa azienda pone al reparto”. I responsabili IT, per esempio, temono che la spinta verso il raggiungimento di più ampi obiettivi digitali aziendali possa evidenziare carenze nelle loro capacità, mentre gli imprenditori non condividono questo punto di vista. D’altro canto, secondo gli esperti, nei casi in cui gli imprenditori non riponessero abbastanza fiducia nella capacità del reparto IT, la stessa natura “self-service” delle tecnologie Cloud permetterebbe loro di procurarsi altrove i servizi desiderati.

“Al giorno d’oggi – ha sottolineato Moulton – il modo in cui le aziende si presentano sul mercato e le tecnologie che utilizzano per sviluppare nuovi prodotti tendono a concentrarsi maggiormente sul software: i CIO guardano al loro reparto e si domandano se avranno abbastanza capacità di infrastruttura e di risorse per raggiungere questo o quell’obiettivo. Ecco: è qui che inizia la divergenza tra chi avanza il dubbio di non essere ancora abbastanza qualificato per compiere una determinata sfida e chi, a quel punto, esprime la necessità di investire denaro al di fuori dell’organizzazione per raggiungere l’obiettivo preposto”.

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