Digitalizzazione

I budget dedicati all’IT non aumentano? Secondo gli esperti potrebbe essere un buon segno

I budget IT quest’anno hanno segnato la crescita più lenta degli ultimi quattro anni, ma le aziende stanno spendendo di più sulla tecnologia digitale. Come si spiega questo paradosso?

Pubblicato il 28 Lug 2016

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Oggi la vecchia distinzione tra IT e business sembra non essere più applicata in una delle aree aziendali più importanti: il bilancio.

Secondo gli esperti, si tratta di un cambiamento decisamente positivo. Significa infatti che le imprese possono dedicare maggiori risorse alla digitalizzazione e sfruttare al meglio le opportunità di crescita e di vantaggio competitivo date dall’innovazione.

L’analisi degli osservatori parte dai budget aziendali destinati all’ IT. Stando agli ultimi dati resi noti dal CEB, nel 2016, le risorse previste per essere destinate a questo settore sono aumentate di appena il 2,2%: si tratta della crescita più lenta dal 2012. Questo rallentamento, però, cela un cambiamento più profondo della tipologia di spesa dedicata alla tecnologia all’interno delle aziende.

Un cambiamento profondo

Secondo gli esperti infatti, le aziende in cui si verifica un lento aumento degli stanziamenti potrebbero essere in realtà proprio quelle più avanti nel processo di digitalizzazione e innovazione.

Il paradosso si spiega con il fatto che quando i responsabili aziendali diventano più esperti sul tema della digitalizzazione – e quindi più abili a cogliere le potenzialità fornite dalle ultime tecnologie per guidare la crescita del business – il budget IT (denaro gestito centralmente dal CIO) rappresenta una quota in diminuzione della spesa totale rivolta all’implementazione tecnologica..

La tecnologia oltre i confini dell’IT

In passato, gli investimenti in tecnologia erano strettamente di competenza del budget IT e le decisioni in merito erano affrontate esclusivamente dai CIO (e dai loro team) per conto dell’impresa acnhe perché riguardavano soprattutto il core business ICT: data center e dintorni. Oggi invece, la tecnologia in azienda ha allargato i propri confini e non riguarda solo più il comparto IT: i dirigenti d’azienda stanno finanziando ulteriori funzionalità di business legate alla tecnologia direttamente dal proprio budget. Questa tendenza è resa ben chiara dai numeri: gli analisti del CEB segnalano che sul mercato inglese, per esempio, per ogni Sterlina spesa nel budget IT nel 2015, altri 50 Pence venivano spesi per la tecnologia applicata in altre parti del business. Negli anni precedenti questa cifra si assestava ad appena 43 Pence e gli analisti si aspettano che il trend continui a crescere nei prossimi anni. Le stime prevedono che il 30% in più degli investimenti sarà destinato a migliorare analytics, usabilità, personalizzazione e collaborazione. Una categoria di spesa che al contrario non sembra subire cambiamenti e rimane ancora saldamente sotto la competenza del CIO è la sicurezza informatica: secondo i ricercatori i budget destinati alla sicurezza dovrebbero aumentare dal 5,2% della spesa IT complessiva (dell’anno 2015) al 6,2% (del 2016).

Le altre aree di investimento

Il sondaggio ha inoltre evidenziato altri punti importanti da tenere in considerazione. Uno degli aspetti più importanti è quello relativo al miglioramento dell’esperienza d’uso del cliente: se nel 2015 l’11% del bilancio IT è stato investito per ottimizzare l’usabilità, lungo tutto il 2016 gli analisti prevedono che ben il 50% delle aziende si avvalerà di uno user experience designer.

Anche i Big Data hanno un ruolo centrale: lo scorso anno le aziende hanno destinato alla business intelligence più denaro di quanto avessero mai fatto in passato e i ricercatori ritengono che quest’anno la maggior parte delle organizzazione avrà al suo interno un data scientist.

Quasi tutti i CIO, inoltre, stanno assegnando diverse risorse al Cloud: quasi la metà delle aziende sta destinando almeno il 6% della spesa IT complessiva a questa tecnologia. Cala invece la spesa per le infrastrutture di base e l’automazione dei processi: tra il 2013 e il 2015, gli investimenti a favore di queste aree sono diminuiti rispettivamente del 3% e del 2%.

Una delle tendenze che accomuna ma maggior parte delle aziende è la natura flessibile dei budget: in pratica, l’81% delle imprese nel corso dell’anno ha riallocato in un’altra area il denaro inizialmente destinato a un settore diverso in base alle priorità via via emergenti. Gli analisti ritengono che questa sia una tendenza destinata a continuare, data la necessità di rispondere prontamente alla rapida evoluzione delle esigenze di business.

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