Data storage protection, perché Fujitsu scommette sul software-defined

Controllo sul dato, repliche, backup e recovery… lo storage non si esaurisce con la scelta tecnologica infrastrutturale perché da essa dipendono sempre più i processi di business. Ogni azienda deve identificare prima di tutto le proprie esigenze per poi stabilire come indirizzare al meglio gli investimenti ma da Andrea Sappia Sales Consultant Manager di Fujitsu c’è un elemento chiave valido per tutti: la gestione software-defined

Pubblicato il 03 Mar 2017

Corruzione o distruzione di dati e informazioni (accidentali o volontarie) sono eventi con un’elevata probabilità di accadimento in qualsiasi azienda. Come ci si può difendere ‘attrezzandosi’ adeguatamente da un punto di vista tecnologico lo spiega a ZeroUno, Andrea Sappia, Sales Consultant Manager di Fujitsu.

“La necessità di avere copie multiple di dati raccolti in real-time è ormai molto diffusa tra le aziende, soprattutto in contesti di business dove big data e IoT assumono un ruolo importante”, esordisce Sappia. “Il focus sul dato è centrale nelle strategie di qualsiasi tipologia di azienda ormai, è lo stesso business che comprende l’urgenza di intervento sul piano tecnologico, infrastrutturale soprattutto”.

Andrea Sappia, Sales Consultant Manager di Fujitsu

Resta però sempre centrale la questione degli investimenti, “anche se si comprendono i fattori di rischio e le opportunità da cogliere con il supporto tecnologico, la spesa in backup, per esempio, è quasi sempre valutata un costo obbligato”, ammette Sappia. “La tipologia di azienda e di business ovviamente ha un peso non banale sulle scelte strategiche e tecnologiche; in ambito finanziario, bancario soprattutto, il dato non esce mai dal data center aziendale, per cui anche i processi di replica dei dati, backup e recovery vengono affrontati mediante investimenti in soluzioni ‘estese’, on-premise o di private cloud”.

Ci sono al contempo casi aziendali ove il backup o la replica dei dati vengono approcciati con modelli ibridi, “magari con una copia primaria in locale e una replica – o una serie di repliche – gestita su siti differenti mediante servizi di public cloud, senza costringere quindi l’azienda a doversi dotare di una infrastruttura ad hoc per la data protection”, suggerisce Sappia. “Alcune tipologie di business hanno necessità di backup in tempo reale che significa avere il controllo sull’intero ciclo di vita del dato con copie dei dati sugli stessi sistemi che servono le applicazioni e repliche in sistemi secondari assicurando continuità di servizio e senza impatti sulle prestazioni applicative”.

Quel che emerge dall’analisi di Sappia è un panorama aziendale variegato, con esigenze differenti che vanno indirizzate e soddisfatte con soluzioni che non possono essere univoche. “Una delle aree di focalizzazione primaria quando si parla di data protection, al di là della specifica scelta infrastrutturale, è data dalla gestione software-defined”, aggiunge in chiusura Sappia. “Controllo sul dato, repliche, backup e processi di recovery nonché allocazione dinamica delle risorse storage in funzione delle esigenze di workload e dell’uso che applicazioni e servizi fanno dei dati aziendali, sono tutti aspetti gestibili solo mediante un sistema software-defined che deve avere tra le proprie caratteristiche e funzionalità proprio la data protection, soprattutto quando la scalabilità dei sistemi e delle risorse storage passa da servizi cloud esterni”.

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