Data center lifecycle services: per infrastrutture dinamiche

Rispetto agli odierni contesti di business e alle esigenze mutevoli degli utenti, anche il data center sta subendo profonde trasformazioni; il suo ciclo di vita non è più paragonabile al passato e gli interventi di ottimizzazione e revisione sono diventati più frequenti. In risposta a tale complessità Schneider Electric risponde con evoluti servizi di Data Center Lifecycle Management.

Pubblicato il 25 Feb 2014

Riuscire ad allineare i data center alle reali esigenze e obiettivi di business è una delle principali e più impattanti sfide per l’Ict. I data center sono infatti oggi rappresentati da infrastrutture, sistemi e applicazioni che cambiano dinamicamente rendendo sempre più complessa la loro ottimizzazione e la gestione del loro ciclo di vita. “Guardando ai data center di una decina di anni fa appare evidente che i cicli di cambiamento erano piuttosto lunghi e le necessità di tenerlo ‘up to date’ rispetto al servizio che doveva essere dato al business non comportavano interventi dinamici – analizza Massimo Galbiati, Finance Sector & Solutions Director, It Business Italy di Schneider Electric. Oggi la situazione è decisamente mutata: i cicli di cambiamento del data center sono molto più brevi (non si possono più calcolare nell’ordine della decina d’anni ma di circa la metà) perché le novità tecnologiche e le esigenze del business cambiano più velocemente e hanno un significativo e diretto impatto sulle scelte a livello infrastrutturale e architetturale, in termini anche di cambiamenti radicali (pensiamo per esempio all’impatto della mobility che costringe i responsabili Ict a rivedere in tempi rapidi l’assetto del data center)”.

Massimo Galbiati, Finance Sector & Solutions Director, It Business Italy di Schneider Electric

Fino a meno di una decina di anni fa, infatti, nell’arco della vita complessiva di un data center, gli avvenimenti che ne richiedevano una revisione completa erano molto pochi: di solito si procedeva sovradimensionando le capacità elaborativa e prestazionale e si interveniva soprattutto per sostituire sistemi e infrastrutture obsolete giunte al loro naturale fine ciclo di vita. “Con le accresciute necessità di risposta dinamica e flessibile dell’Ict a un business le cui esigenze mutano rapidamente – aggiunge Galbiati -, anche l’ottimizzazione del data center deve diventare dinamica e flessibile. Ecco allora che anche il data center lifecycle management cambia: la mobility, per esempio, riporta le criticità dell’elaborazione applicativa a livello di server, e quindi di data center (con i client la si poteva ‘scaricare’ anche sui singoli dispositivi desktop e laptop in uso agli utenti), con una serie di conseguenze a cascata sul network, lo storage, sulla capacità energetica e di raffreddamento eccetera”.

Riuscire a capire dove e come intervenire, con quali scelte ottimali, con quali impatti e risultati, diventa quindi sempre più complesso. A fronte di tale complessità Schneider Electric ha sviluppato una serie di servizi specifici (Data Center Lifecycle Services) che indirizzano cinque differenti ambiti di intervento (figura 1): assess, plan, design, build, operate.

“Attraverso una metodologia proprietaria – spiega Galbiati – che tiene conto anche di best practice e user case a livello mondiale, siamo in grado di intervenire, in prima analisi, attraverso un minuzioso assessment dal quale estrapolare una fotografia dello ‘stato di salute’ del data center, analizzandone le performance rispetto alle esigenze del business”.

Figura 1: Data Center Lifecycle Services

Fonte: Apc by Schneider Electric

Da qui si procede poi con i passi successivi e, anche in questo caso, la società propone una serie di servizi, in particolare di ‘pianificazione’ (per identificare le opportunità di intervento sulla base degli obiettivi dell’azienda) e ‘design’ (per pianificare e strutturare gli interventi necessari in base alle priorità, anche di investimento, nonché agli obiettivi ed esigenze dell’azienda).

“La gestione del ciclo di vita del data center si completa poi con i servizi di ‘build’ e ‘operate’ – conclude Galbiati -: i servizi riferiti alla componente ‘build’ fanno riferimento al project management per avviare e controllare gli interventi che si sono resi necessari all’interno del data center da ogni prospettiva (compresa l’integrazione, la sicurezza, il controllo, l’efficienza energetica eccetera); all’interno della proposta identificata come ‘operate’ troviamo invece tutti i servizi di ottimizzazione e mantenimento, compresi per esempio i servizi di configurazione hardware e software oggi sempre più critici perché cambiano rapidamente proprio, come dicevamo, per via della dinamicità con cui cambiano le esigenze degli utenti e del business”.

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