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Come migliorare l’efficienza dei server: tool e certificazioni

Scegliere server efficienti per la propria infrastruttura IT non è semplice e richiede un’approfondita attività di ricerca. Le certificazioni hardware e gli strumenti web-based possono essere estremamente utili a tal fine

Pubblicato il 29 Apr 2020

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L’efficienza energetica è un parametro chiave ai fini dell’acquisto di un nuovo server. Per un motivo molto semplice: l’elettricità consumata dal server ha un effetto diretto sui costi di alimentazione e raffreddamento del data center. Affrontare il discorso del consumo energetico durante il processo di acquisto è il modo migliore per decidere quale hardware sia più efficiente e possa aiutare a tenere bassi i costi di tutta l’infrastruttura. In particolare, quando l’obiettivo è acquistare hardware ad alta efficienza energetica, sono due le certificazioni cui fare riferimento: Energy Star e 80 Plus.

Certificazioni specifiche per l’hardware

Prima di tutto, un consiglio: assicuratevi che il server abbia l’etichetta Energy Star. Questi prodotti sono certificati per consumare il 30% di energia in meno rispetto a quelli non certificati. I criteri Energy Star comprendono specifiche di gestione della potenza e di misurazione in tempo reale, riducendo di fatto i consumi sia durante l’operatività che nei momenti inattivi.

La certificazione 80 Plus non considera invece il consumo energetico di un server o l’efficienza complessiva ma si concentra sull’unità di alimentazione (PSU). Un PSU certificato 80 Plus deve raggiungere almeno l’80% di efficienza quando opera con carico del 20%, 50% e 100%. Esistono sei diverse classificazioni 80 Plus: Standard, Bronzo, Argento, Oro, Platino e Titanio, ovviamente di livello crescente. Ognuna di esse, infatti, prevede un aumento dell’efficienza minima ai tre livelli di carico e relativi power factor (PF); il power factor è il rapporto tra la potenza di alimentazione in entrata e quella in uscita.

Strumenti per testare il consumo energetico dei server

Ci sono diversi dispositivi e tecniche con cui valutare l’efficienza di un server. Per esempio, i gruppi di continuità (UPS) di livello enterprise hanno spesso un contatore che indica la quantità di energia assorbita dai dispositivi collegati. Cosa fondamentale è, dunque, conoscere il significato delle metriche e come sia possibile utilizzarle per tracciare il consumo energetico del server e configurare l’hardware di conseguenza. Le metriche più comuni includono lo stato dalla batteria e la durata, così come la tensione in ingresso e in uscita.

Attenzione inoltre a operare le giuste conversioni tra unità di misura. Spesso bisogna conoscere i Watt di potenza consumati dai dispositivi, quando gli stessi dichiarano consumi in Ampere. In tal caso, occorre moltiplicare il numero di Ampere per quello dei Volt che il dispositivo è progettato per consumare, ottenendo i Watt di cui il server ha bisogno per supportare il dispositivo collegato.

Gli admin possono anche utilizzare la suite Server Efficiency Rating Tool (SERT) della Standard Performance Evaluation Corporation per testare il consumo energetico del server. Tale strumento utilizza tecniche di benchmarking standard per calcolare vari punteggi di efficienza del server e dei workload, punteggi che possono portare a quantificare l’efficienza energetica di un server. La suite SERT testa i processori, la memoria, lo storage e le applicazioni a vari livelli di carico e fornisce quindi dati pronti per la macchina e consultabili dall’amministratore.

Un misuratore di potenza esterno, come il Kill A Watt meter di P3 International, è inoltre un’ottima idea, ma in questi casi è sempre consigliabile tenere traccia dei consumi energetici per almeno una settimana. Il monitoraggio a breve termine può infatti essere impreciso perché l’impiego dell’energia elettrica varia spesso in risposta ai picchi di carico di lavoro e alle attività di manutenzione. I calcolatori online, poi, possono essere un ulteriore ausilio nel determinare il consumo energetico dei server. Un esempio è quello offerto da Rack Solutions, che aiuta a determinare la quantità di energia consumata a livello di rack e il numero di watt per unità di misura. Queste informazioni sono utili in fase di realizzazione di un nuovo data center o quando si aggiunge nuovo hardware a uno già esistente.

Per un ulteriore aiuto durante la pianificazione del consumo energetico, i fornitori di componenti hardware forniscono specifiche di consumo dei loro prodotti attraverso schede tecniche e strumenti di configurazione. Tripp Lite, per esempio, dispone di un calcolatore di carico che può semplificare questo processo fornendo dati di consumo per un’ampia varietà di server. Con queste informazioni, è possibile confermare (o meno) che l’hardware dell’UPS sia in grado di supportare efficacemente qualsiasi server o dispositivo hardware collegato.

Infine, occorre segnalare che le metriche di consumo energetico di un vendor non sempre tengono conto di configurazioni o modifiche ad hoc. L’installazione di componenti quali dischi rigidi o schede video aumenta le richieste energetiche di un server andando oltre le indicazioni del produttore. Esiste, tuttavia, una calcolatrice online indipendente che può aiutare a stimare la quantità di energia che un server consumerà in base alle sue specifiche hardware. Infine, occorre ricordare che, indipendentemente dal metodo scelto, bisogna abilitare le funzioni di power management del sistema operativo poiché senza tale funzione attiva, ogni funzionalità di risparmio energetico del server non verrà impiegata.

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