BARCELLONA – “La trasformazione digitale è cloud first”, ha detto John van Siclen, CEO di Dynatrace, inaugurando Perform Europe 2018, ma la crescente complessità infrastrutturale che caratterizza i sistemi informativi delle aziende oggi può comportare situazioni molto pericolose.
Del servizio fa parte anche il seguente articolo:
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Nell’ambito della survey condotta da Vanson Bourne su 800 CIO di grandi imprese e presentata da van Siclen durante l’evento, il 73% degli intervistati afferma che la velocità della trasformazione digitale rischia di mettere a rischio l’esperienza degli utenti. Lo studio rileva che, in media, le aziende si trovano ad aggiornare software tre volte per ora lavorata e gli aggiornamenti saranno ancora più frequenti in futuro (opinione condivisa dall’89% dei CIO intervistati).

Il risultato che ne consegue è preoccupante: il 64% dei CIO ammette di trovarsi costretto a giungere a compromessi tra la velocità della trasformazione e la necessità di assicurare ai clienti un’esperienza ottimale.
Se da una parte è condivisa l’opinione che il cloud abilita la trasformazione e consente di ottenere quei livelli di flessibilità e agilità che essa richiede, dall’altra emergono alcuni dati preoccupanti. Dalla survey risulta infatti difficile: garantire il livello delle prestazioni (67%); identificare se lo spostamento di un’applicazione sul cloud ha prodotto i risultati desiderati (57%); garantire che l’esperienza dell’utente non sia influenzata (negativamente) durante il processo di migrazione (48%).