Ict e nuove competenze: nuovi approcci alla gestione attraverso framework

La crescente pervasività delle Ict e dei relativi processi di introduzione rende oggi necessari sia l’acquisizione di nuove e più specifiche competenze nel settore sia l’impiego di strumenti e metodi adeguati per la conoscenza e la gestione di queste competenze. Nascono così organismi che si preoccupano della cosiddetta standardizzazione delle competenze e dei profili professionali It

Pubblicato il 04 Nov 2008

È noto il ruolo che le tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione rivestono all’interno delle imprese: qualunque attività aziendale, da quelle strategiche e direzionali a quelle più operative, non può oggi prescindere dall’impiego delle Ict.Un aspetto interessante collegato a questo fenomeno riguarda le implicazioni nella gestione delle competenze all’interno delle organizzazioni.
Fondamentale per le imprese, oggi, è sviluppare la capacità di reperire il personale più adeguato per gestire le Ict ad ogni livello. Molteplici sono gli esempi. Dai processi di rinnovamento delle competenze delle funzioni It conseguenti al rinnovamento dei Sistemi Informativi (si pensi ad esempio al passaggio dai sistemi proprietari ai sistemi Erp che comporta la necessità di introdurre figure professionali con profili tecnici e gestionali) agli interventi sulle figure professionali conseguenti ai cambiamenti nelle modalità di lavoro indotti dall’introduzione di nuove tecnologie It (si pensi ai processi di digitalizzazione, ad esempio nel settore sanitario collegati alla introduzione della cartella clinica elettronica, ed al mutamento nel modo di lavorare del personale già presente in azienda). E la richiesta di nuovi profili da parte del mercato spesso non si accompagna ad un adeguamento dell’offerta da parte delle strutture di formazione e di certificazione. Alla carenza di specialisti e di competenze che si va a delineare, in molti casi, contribuisce l’incapacità o l’impossibilità da parte delle imprese di rendere trasparenti i propri requisiti o di rintracciare i profili maggiormente adatti per ricoprirli.
Per rispondere a questo problema negli ultimi anni molti organismi italiani ed europei hanno avviato iniziative rivolte alla standardizzare delle competenze e dei profili professionali. L’iniziativa europea eSkills Forum avviata nel 2002, ad esempio, ha l’obiettivo di formalizzare un insieme condiviso di competenze Ict a livello europeo, facendo leva sul concetto di promozione della mobilità e della cooperazione internazionale. All’interno dell’eSkills Forum, il Cen/Issss ha sviluppato, nel 2005, lo European e-Competence Framework, attraverso il quale si propongono le basi per la definizione di sistemi condivisi di valutazione e certificazione delle competenze Ict. Sotto queste direttive, diversi Paesi hanno cercato di fornire alle imprese operanti nel territorio nazionale metodi per definire in modo chiaro i propri requisiti di competenze professionali Ict. Esempi sono il framework tedesco Aitts, gli inglesi Sfia, eSkillsUK e Career Space, il francese Cigref, i modelli proposti da Isfol, Ifts e ItaliaLavoro in Italia, mentre Eucip si presenta come progetto rilevante a livello pan-europeo.
Lo schema di riferimento dei differenti framework è relativamente semplice. La maggior parte di essi condivide il principio di definizione della competenza come insieme di conoscenze (eSkill) in azione in specifici contesti di attività. Ciascun framework si propone quindi di raccogliere un portafoglio di ruoli professionali Ict, individuato valutando le competenze necessarie ad un professionista “di riferimento” per svolgere al meglio le attività previste dal ruolo.
Le competenze individuate sono utilizzate per la valutazione del gap rispetto ai candidati per le posizioni professionali. In questo modo il framework riesce ad incontrare le esigenze di entrambe le parti coinvolte nel processo di ricerca di competenze professionali Ict: da un lato fornisce alle imprese la possibilità di strutturare il proprio organico in maniera rigorosa e di verificare con maggiore facilità la corrispondenza dei candidati alle reali esigenze aziendali, dall’altro, permette ai professionisti Ict di individuare con chiarezza le imprese cui potrebbero conferire un effettivo valore aggiunto e dà loro la garanzia che le proprie competenze siano riconosciute in modo inequivocabile.
Parallelamente alla diffusione dei framework di certificazione, sono stati sviluppati molteplici strumenti finalizzati alla misura della corrispondenza tra profili ottimali e profili individuali. Si tratta principalmente di moduli di Human Capital Management (Hcm), inseriti nei sistemi gestionali Erp, oppure di soluzioni commerciali destinate alla profilazione delle professioni aziendali o (job profiling).
I principali produttori di sistemi gestionali, in particolare di Erp, hanno potenziato le proprie soluzioni, mettendo a disposizione un sistema completo in grado di supportare l’intero ciclo di vita della gestione delle competenze nelle organizzazioni, dalla selezione e recruiting dei candidati, effettuata attraverso il confronto strutturato dei profili di competenza richiesti con quelli dei candidati, alla gestione del percorso di formazione e crescita nell’organizzazione. Limite principale di queste soluzioni risiede nel numero contenuto dei profili presenti nel sistema, realizzati tipicamente in modo speculare all’organigramma aziendale. Dubbi si hanno quindi sul potenziale impiego nelle imprese di minore dimensione, quali le Pmi, dove la ricchezza di profili professionali è necessariamente più contenuta.
Considerazioni analoghe riguardano le soluzioni commerciali di job profiling, appositamente sviluppate per fornire alle aziende un potente sistema di profilazione delle professionalità. Diversamente dai moduli dei sistemi Erp, questi strumenti sono maggiormente focalizzati sulla fase di recruiting, supportando solo in minima parte il percorso di carriera del dipendente all’interno dell’azienda. Risultano così strumenti più utili nelle fasi iniziali di individuazione delle figure ed eventualmente di monitoraggio dell’evoluzione delle esigenze di competenze nelle aziende, sulla base dei mutamenti che interessano il mercato.
L’approccio alla gestione delle competenze proposto da questi strumenti manifesta inoltre il limite di un punto di vista “locale”: i profili professionali sono infatti definiti a livello di ogni singola azienda e non fanno riferimento a standard internazionali.
L’idea di poter integrare soluzioni applicative per le imprese e profili professionali standardizzati e riconosciuti a livello Europeo è invece alla base del progetto eCCO, realizzato in Italia da Fondazione Politecnico ed Aica (Associazione Italiana di Calcolo Automatico), che si basa proprio sul modello di competenze definito dal framework Eucip (European Certification of Informatics Professionals, programma europeo di certificazione delle competenze informatiche). Il framework Eucip formalizza un insieme di profili, racchiudendo set di competenze afferenti a diverse categorie: l’impatto delle Ict è visto in un’ottica diversa in ciascuna categoria, variando dalla padronanza dell’utilizzo delle tecnologie informatiche alla capacità di realizzare applicazioni informatiche, fino ad andare oltre la competenza tecnica per focalizzarsi su capacità di stampo più manageriale.
Alla base del modello eCCO vi è un’ontologia sviluppata su una rete semantica che collega tra loro competenze e skill estratte dai profili Eucip. In questo modo il sistema, utilizzando un algoritmo di corrispondenza (matching), può ricostruire i profili dei candidati ricercando relazioni di sinonimia e di inclusione, per valutare quale sia la reale corrispondenza con i profili standard.
La creazione di framework riconosciuti a livello internazionale e la diffusione di strumenti ufficialmente condivisi in grado di trasferire in applicazioni reali gli schemi concettuali definiti all’interno dei framework rappresentano quindi un tentativo sistemico di rispondere al problema della carenza di competenze Ict, sia in relazione alla ricerca e valutazione dei profili che alla opportunità per professionisti di poter esprimere meglio il proprio potenziale in realtà che ne hanno realmente bisogno.

* Stefano Mainetti è docente di Tecnologie dei Sistemi Informativi, Politecnico di Milano, responsabile area Innovazione Digitale, Fondazione Politecnico
* Paolo Locatelli è docente di Sistemi Informativi, Politecnico di Milano, ricercatore area Innovazione Digitale, Fondazione Politecnico
* Emanuele Bai è ricercatore area Innovazione Digitale, Fondazione Politecnico

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