Ballmer ai partner: seguire Microsoft conviene

Cloud computing e virtualizzazione le due parole chiave che identificano le intenzioni future di Microsoft, che invita i partner a seguire la multinazionale e "cavalcare l’onda". Le linee di confine del business e della concorrenza sono però sempre più flessibili e i partner temono di "perdere terreno". Ecco cosa risponde il Ceo

Pubblicato il 02 Dic 2009

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MILANO – Steve Ballmer, Ceo di Microsoft (www.microsoft.com), ha recentemente incontrato i partner italiani e, con l’occasione, fatto una breve analisi di come le tecnologie innovative svolgono un ruolo strategico per la produttività, “unica leva per la ripresa nell’attuale scenario economico”, dice.
Nel confermare la centralità della relazione coi partner, Ballmer avvisa la platea che “i confini di ciò che fa Microsoft continueranno ad evolvere”. Dichiarazione che fa nascere diverse domande sui possibili futuri modelli di business che Microsoft ha in mente per la consumerizzazione dell’It, per contrastare Google (www.google.com), o per gestire e definire i perimetri di concorrenza dei partner stessi.
Prendendo spunto da una ricerca Idc (www.idc.com) che valuta i contributi dell’It alle economie locali, il Ceo afferma: “In un mercato in cui il Pil si contrarrà dello 0,6%, la spesa It crescerà dell’1,3% nel 2009. Sparita la leva dell’indebitamento che drogava la crescita economica, questa verrà solo da produttività e innovazione, trainate in molte industry dall’It (citati il digital oil field nell’energia, l’e-commerce nel retail, l’e-government nella Pa). In Italia 89.000 persone lavorano per aziende partner di Microsoft e generano valore al business per 9,4 miliardi di Euro”.
Fondamentale, dunque, il modello “Partner centrico”. “Costruire il successo concentrandosi a fare ciò che si sa far meglio e trovare chi produca cose complementari e migliori”, è il messaggio chiave di Ballmer per sottolineare le intenzioni della multinazionale. Ma la relazione con i partner comporta anche una certa disponibilità al cambiamento: “Il confine continuerà a spostarsi, spinto da ciò che voi fate e noi non abbiamo fatto”, dice Ballmer ai partner stessi. Il riferimento è, per esempio, ai protocolli Tcp/Ip nati dai partner che poi Microsoft ha integrato in Windows portando valore anche alle terze parti. E per il futuro Ballmer sottolinea come Microsoft spenderà circa 9,5 miliardi di dollari nei prossimi 12 mesi in R&d complessiva (più di ogni altra azienda); Windows, Ws Mobile, Office 2010 e virtualizzazione di data center e desktop sono gli ambiti di maggior interesse. “La concorrenza spende di più in alcuni segmenti come infrastruttura d’impresa o nell’area giochi/Tv/Entertainment – sottolinea Ballmer – ma non ci facciamo trovare impreparati; nel segmento  Search, per esempio, la nostra market share sta aumentando ed è al 7% in Usa. Sono tutte opportunità di crescita e ai partner che lavorano anche con altri vendor, il messaggio è che il nostro ecosistema conviene, grazie ad una reputazione di successo che prima o poi fa nascere nuove opportunità di business”.
E un banco di prova viene da Azure (la piattaforma con la quale la società si appresta ad entrare nel mondo del cloud). Ballmer sottolinea: “A fine anno lanceremo Azure sotto forma di servizi erogati dal data center pubblico Microsoft; importante dunque continuare le ricche interazioni del nostro ecosistema  sia per il cloud (pubblico di Microsoft, o privato dei  partner o dei clienti) sia per i server che girano “on premise”. Man mano le funzionalità evolveranno, finché il cliente avrà l’opportunità di scegliere fra opzioni diverse: software in casa, servizi privati o pubblici”. “È così che Microsoft competerà con Amazon (www.amazon.com), Google o con VMware (www.vmware.com)”,  aggiunge Ballmer.
Alcuni partner temono però che Microsoft possa diventare un diretto concorrente soprattutto in relazione all’erogazione di servizi. Ma Ballmer sottolinea come non ci si debba preoccupare di Microsoft Consulting Services, la divisione di consulenti “che si prende solo una piccola fetta del business legato ai servizi, e solo come feedback degli utenti finalizzati a migliorare la linea di prodotti. La nostra visione è di far convivere diversi modelli all’interno dell’ecosistema con possibilità svariate: una parte di servizi cloud erogati direttamente da Microsoft; partner che li rivenderanno; partner che forniranno servizi privati; clienti con software on premise….”, conclude Ballmer.

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