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Quale impatto di Covid-19 sul mondo del lavoro e sulle opportunità di innovazione?

Secondo la ricerca commissionata da ServiceNow a Wakefield Research, le aziende europee si sono adattate alle nuove modalità lavorative ma la business continuity ha ancora la meglio sulla sicurezza dei dipendenti

Pubblicato il 02 Nov 2020

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The Work Survey (la ricerca commissionata da ServiceNow e svolta da Wakefield Research nel mese di settembre attraverso una survey online che ha coinvolto 900 executive C-Level e 8.100 dipendenti professionisti di aziende di vari settori con oltre 500 dipendenti nei seguenti Paesi: Australia, Francia, Germania, Giappone, India, Irlanda, Olanda, Nuova Zelanda, Singapore, UK e USA) aveva l’obiettivo di comprendere l’impatto di Covid-19 sul mondo del lavoro a livello globale, oltre che le opportunità che si creeranno per una nuova ondata di innovazione digitale che riguarderà sia le aziende che i dipendenti.

Nell’indagine è emerso che il 92% degli executive (sia a livello globale che europeo) afferma che la pandemia ha costretto la propria azienda a ripensare al modo di lavorare.

In Europa, l’83% dei dipendenti (87% globale) dichiara che l’azienda è stata capace di creare modi migliori di lavorare come risposta alla crisi.

Inoltre, il 92% degli executive e l’86% dei dipendenti europei afferma che la propria azienda è riuscita ad adottare nuovi modi di lavorare più velocemente di quello che pensavano.

La pandemia di Covid-19 ha ridotto le spese operative del 90% nelle aziende europee (88% globale), creando opportunità per gli investimenti di digital transformation, ricerca e sviluppo, marketing e altre iniziative di crescita.

Quasi la metà degli executive (47%) e più della metà dei dipendenti (55%) in Europa, ritiene che la transizione alla nuova normalità sarà più sfidante rispetto allo shock iniziale della pandemia.

Questa sfida è aggravata dal fatto che molte aziende hanno carenze digitali, il 94% degli executive ammette infatti di utilizzare ancora dei workflow offline, inclusi quelli che riguardano l’approvazione di documenti, la reportistica degli incidenti di security e le richieste di supporto tecnico. Progressi sono stati fatti, ma, dopo mesi di lavoro da remoto, il 61% degli executive e il 62% dei dipendenti in tutta Europa afferma che le rispettive aziende non hanno ancora un sistema pienamente integrato per la gestione dei workflow digitali.

I nuovi sistemi che sono stati sviluppati e implementati, come risultato della gestione dell’emergenza, hanno creato modi di lavorare nuovi e migliori, secondo l’83% dei dipendenti in tutta Europa. Questi stessi sistemi però sono percepiti come vulnerabili in caso di un nuovo cambiamento e la maggior parte degli executive e dei dipendenti osserva che le funzioni chiave di business (come il Customer Service, le HR e il Finance) non sarebbero in grado di adattarsi entro 30 giorni in caso di un’altra crisi. Questo mostra come sia necessaria una digital transformation robusta in tutta l’azienda.

Il 100% degli executive e il 94% dei dipendenti europei è d’accordo sui vantaggi del lavoro da remoto, ma le sfide si stanno delineando in maniera più nitida. Sia gli executive (93%) che i dipendenti (78%) in tutta Europa esprimono preoccupazione su come il lavoro da remoto impatterà sul business d’ora in avanti.

In particolare, gli executive sono maggiormente preoccupati dai ritardi nella produzione o nel servizio (54%), mentre i dipendenti hanno più timore circa gli input e una ridotta collaborazione tra le varie aree di business (47%)

I dipendenti affermano che il vantaggio più grande è il tempo risparmiato evitando gli spostamenti per motivi di lavoro (61%), mentre gli executive credono che sia l’utilizzo della tecnologia per migliorare l’efficienza dei team (50%).

Il 52% dei dipendenti in Europa crede che la propria azienda darà maggior importanza alla business continuity rispetto alla sicurezza del luogo di lavoro. Sorprende che anche il 37% degli executive la pensi nello stesso modo. Anche se l’azienda dovesse compiere uno sforzo per mettere la sicurezza al primo posto, molti dipendenti (43%) ed executive (32%) non credono si possa riuscire a mettere in atto tutti i passi necessari.

“Oggi appare sempre più chiaro – ha affermato Bill McDermott, CEO di ServiceNow come potrebbe essere il futuro del lavoro. I workflow digitali sono il modo in cui il lavoro viene svolto nel 21° secolo e non si tornerà indietro, perché la digital transformation può solo accelerare. Nuovi modi di lavorare diverranno la normalità, siamo al culmine di un’ondata senza precedenti di innovazione dei workflow e dei luoghi di lavoro”.

“La pandemia di Covid-19 – ha dichiarato Filippo Giannelli, Responsabile Italia di ServiceNow – ha costretto le aziende in tutta Europa a cambiare a un ritmo che non avevamo mai visto prima e che molti non pensavano nemmeno fosse possibile. Si parla molto di adattarsi a una nuova normalità, ma la realtà è che per la maggior parte delle aziende esiste solo il presente e il cambiamento costante che ne deriva. La sfida cruciale per le organizzazioni europee consisterà nel bilanciare la necessità di mantenere la business continuity soddisfacendo le esigenze personali dei dipendenti, e assicurandosi che siano entrambi compatibili a livello digitale, per tutti i cambiamenti futuri che ci saranno. Una chiave per la creazione di questo equilibrio è concentrarsi sulla digitalizzazione del lavoro che deve essere svolto, ovunque sia necessario”.

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