Docebo: spazio a collaborazione e gamification

È di recente uscita la versione 6.3 della piattaforma Docebo per l’apprendimento in rete; Claudio Erba, Ceo & Founder dell’azienda, racconta le novità della release – l’estensione legata alla gamification e i social widget –, accenna alle soluzioni in cantiere e spiega perchè l’e-learning sia un campo che non teme la crisi…

Pubblicato il 16 Set 2014

In seguito al lancio della piattaforma e-learning Docebo 6.3, in attesa dell’uscita non lontana della nuova release, ZeroUno ha intervistato Claudio Erba, Ceo & Founder di Docebo per conoscere le novità della nuova versione e parlare di come l’azienda, fornitore globale di soluzioni Lms (Learning Management System) rigorosamente cloud, si stia muovendo nel crescente mercato dell’e-learning.

Claudio Erba, Ceo & Founder di Docebo

Prima novità, un’estensione dedicata alla gamification che si propone di creare competizione basandosi sulle performance degli utenti: “Abbiamo fatto in modo che i vari eventi formativi divenissero un sistema premiante per gli alunni: se si è i migliori in un test, se si completa un corso con una certa velocità, se si eseguono una serie di compiti, si guadagnano dei badge”, spiega Erba, questi badge vanno a costituire un sistema di punteggio che determina dei vincitori e alimenta la competizione. Un approccio che ha un duplice vantaggio. L’utente è appunto coinvolto dal “gioco” che i badge generano, stimolato com’è ad accumulare il maggior numero di punti per essere “il migliore”; gli insegnanti hanno a disposizione uno strumento che permette, dando un sguardo veloce ai punteggi accumulati, una review rapida degli utenti. Ingredienti fondamentali perché si generi una dinamica efficace sono, come sottolinea il Ceo: un approccio sistematico all’assegnazione dei riconoscimenti, sistemi per ricompensare i partecipanti, anche quelli più in difficoltà, e massima visibilità per i “migliori della classe” facendo sì che siano premiati in modo tangibile per il loro risultato (sarà l’azienda a decidere i premi in palio), cosicché la vittoria sia effettivamente un traguardo allettante. Ma, prosegue Erba, la volontà di introdurre questi sistemi di gamification ha reso necessario un aggiornamento anche in ambito collaborazione: Docebo 6.3 introduce infatti dei social widget che permettono agli insegnanti di creare corsi fortemente interattivi, in grado non solo di rendere la formazione più efficace, ma di generare un circolo virtuoso con i meccanismi della gamification: “Nel momento in cui il commentare un argomento di discussione dà la possibilità di guadagnare un badge, si fa leva su un altro strumento della didattica: quello dello scambio di nozioni orizzontale tra gli utenti – potremmo parlare di “mutuo insegnamento” – per far sì che gli alunni vadano ad imparare non solo dal docente, ma anche dal ‘primo della classe’”. Tra i social widgets della soluzione (forum, chat, spazi per commentare contenuti e luoghi dove condividere materiali), un sistema di blogging consente a chiunque di creare il suo canale interno alla piattaforma il quale, dice Erba, “diventa un luogo di conoscenza informale al di fuori del corso che permette agli utenti preparati su un certo argomento di postare articoli, considerazioni, commenti, condividendo la propria conoscenza con gli altri colleghi”.

Come già con Docebo 6.2, la soluzione è disponibile ai clienti anche in private cloud attraverso un’infrastruttura isolata single-tenant – perché sia più facilmente compliant alle politiche interne di sicurezza – mantenendo una dinamica di pagamento su piani mensili. Guardando invece al futuro, ci anticipa il Ceo, le evoluzioni prevedono una serie di funzioni aggiuntive a vantaggio del mondo della grande azienda (che permetteranno cioè di interfacciarsi con ambienti Erp e Crm) e soluzioni per la mobility.

Docebo prosegue dunque nel suo sviluppo (nell’ultimo anno, il numero di clienti è passato da 200 a 500), a dispetto della crisi, che ha anzi effetti paradossalmente positivi: “L’e-learning è ‘anticiclico’: all’aumentare della crisi aumenta il numero di ore di training erogate perché è necessario che la risorsa umana, qualsiasi sia il suo ruolo, diventi competitiva attraverso la formazione e resti competitiva nel tempo”.

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