Alcatel-Lucent Point of View

Comunicazione e collaborazione, convergenza resa possibile dal cloud

Il mercato dei sistemi di Unified Communications as a Service è in continua crescita, complice anche la spinta impressa dalla pandemia. A renderlo ancora più florido, l’adozione del cloud come infrastruttura abilitante per un modello di lavoro sempre più diffuso e meno centralizzato. Lo testimonia, da un punto di osservazione privilegiato, Astrid Savorani, Vice President Sud Europa di Alcatel-Lucent Enterprise

Pubblicato il 26 Ott 2021

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I due ambiti principali su cui la crisi pandemica ha innescato una forte discontinuità sono stati quelli della comunicazione e della collaborazione. L’utilizzo sempre più diffuso di piattaforme che abilitassero sia l’incontro tra i dipendenti sia la relazione tra aziende e clienti in uno scenario dominato dallo smart working ha generato due fenomeni concomitanti. Da una parte, la convergenza di fonia, video, sistemi di conferenza e strumenti di condivisione di file e documenti; dall’altra, il ricorso al cloud come dorsale sottostante a questo insieme di canali. Non a caso l’ultimo Magic Quadrant di Gartner riferito alle tecnologie UCaaS (Unified Communications as a Service) ha confermato entrambi gli aspetti, sottolineando che queste tecnologie basate su cloud multi-tenant possono essere più efficienti e convenienti in termini di costi rispetto alla loro versione on-premise. Tanto che la società di analisi statunitense prevede che entro il 2022 il 74% delle organizzazioni, nello spostare all’incirca il 5% dei lavoratori in posizioni di lavoro remoto permanente, adotterà necessariamente soluzioni cloud, con un aumento delle architetture UCaaS da qui al 2024 che arriverà a raddoppiare tra le aziende.

Il punto di vista di Alcatel-Lucent Enterprise sull’UCaaS

“L’analisi di Gartner – spiega Astrid Savorani, Vice President Sud Europa di Alcatel-Lucent Enterprise – è in linea con quanto riscontriamo dal nostro punto di osservazione. Basti pensare che la nostra suite Rainbow è presente sul mercato già da diversi anni come offerta UCaaS e che le sue varie versioni, da quella hybrid cloud all’ultima full cloud, si sono adattate man mano alle esigenze dei clienti di poter disporre di strumenti di comunicazione al servizio di una forza lavoro sempre più distribuita”. Esigenze che hanno spinto, fra l’altro, il posizionamento di nuovi attori sul mercato, facendoli conoscere a un pubblico vastissimo. Va comunque ricordata la forte presenza sul mercato di vendor focalizzati soprattutto sulla parte video, mentre i nostri sistemi UCaaS tendono a comprendere tutti i canali (voce, chat, video, meeting ), oltre a supportare la collaboration con document e screen sharing come parte integrante dei flussi di comunicazione. Da questo punto di vista, due tecnologie fino a poco tempo fa ritenute separate, come quella della telefonia e il resto dei canali che si appoggia a Internet, ormai appaiono sempre più integrate. Lo si ricava dall’andamento dei cosiddetti Hosted PBX (Private Branch Exchange), i centralini telefonici aziendali che sfruttano il cloud, la cui dimensione di mercato in Europa ha superato 1 miliardo di dollari nel 2020 e dovrebbe registrare una crescita del 10% dal 2021 al 2027. In questo mercato sono entrati player, come RingCentral, che Gartner posiziona tra i leader del suo Magic Quadrant UCaaS, anche nel vecchio continente, proprio per la loro capacità di presidiare la telefonia VoIP in alternativa a quella tradizionale.

Verso un modello pay-per-use adatto anche alle PMI

“Siamo convinti – continua Astrid Savorani – che le regole del gioco per le comunicazioni aziendali, già in via di ridefinizione per agevolare l’esperienza di “smart working” o di “home office”, siano state ulteriormente accelerate in pandemia. Indispensabile oggi, ancor di più, per qualsiasi azienda o impiegato, la possibilità di garantire la comunicazione e la collaborazione indipendentemente dal luogo, dal dispositivo, o dalla numerosità di un possibile team virtuale. Tutto questo necessita di un servizio rapido e semplice da offrire agli end user, garantendo al tempo stesso, all’azienda, le caratteristiche di flessibilità, scalabilità e di totale sicurezza, per poter guardare all’efficientamento, anche economico”.

Per tale motivo la suite Rainbow proposta da Alcatel-Lucent Enterprise nelle sue varie versioni punta a minimizzare i costi dell’investimento hardware, spostando la spesa dal modello Capex consueto, che implica l’acquisto oneroso di infrastruttura IT, a un modello Opex onnicomprensivo in cui gestione, manutenzione, aggiornamento e assistenza dell’apparato UCaaS sono offerti come unico servizio e pagati come canone periodico. Il pay-per-use , la nuova frontiera della parametrizzazione dei costi in funzione del reale utilizzo dei sistemi di comunicazione oggi apre la strada anche al mondo delle piccole e medie imprese, solitamente tagliato fuori dall’innovazione a causa di capitali insufficienti. “In Italia siamo presenti in diversi settori verticali – dice ancora Astrid Savorani – con un focus specifico sul mercato della pubblica amministrazione, della sanità e dell’education, ma anche nei trasporti e nel Cruise Market (navi da crociera) dove vantiamo grandi referenze.. La nostra base installata di comunicazione è molto estesa. A livello mondiale vantiamo oltre 40 milioni di utenti. La nostra strategia cloudnasce da una consolidata esperienza e conoscenza del mercato, con la quale oggi siamo in grado di completare la nostra offerta e rispondere a 360° a a tutte le esigenze di comunicazione e collaborazione aziendale , dalla PMI ai mercati Vertcali”.

Una strategia cloud in funzione del settore aziendale

La strategia cloud di Alcatel-Lucent Enterprise non è univoca, ma modulare, a seconda del comparto verticale a cui si rivolge. Si declina nell’hybrid cloud in cui il centralino telefonico del cliente, che rimane on-premise, viene collegato alle funzionalità UCaaS in cloud, o ancora nelle customizzazioni tramite CPaaS (Communications Platform as a Service) dedicate a segmenti specifici sui quali ritagliare una soluzione ad hoc. In quest’ultimo caso, l’integrazione mediante API (Application Programming Interface) con le applicazioni di business già presenti in azienda rappresenta un elemento che va nella direzione di quella convergenza accennata all’inizio. Un classico esempio a tal proposito è la possibilità di arricchire un CRM aggiungendovi il canale voce e un tool di collaboration, strumenti grazie ai quali si abbatte drasticamente il tempo sprecato navigando su una pluralità di app durante il journey del lavoratore. Per rispondere a esigenze full cloud, ci si può affidare a Rainbow Office powered by RingCentral, l’UCaaS all-in-one che include anche il traffico telefonico. “Abbiamo una rete capillare di system integrator sul territorio – conclude Astrid Savorani – in grado di accompagnare i clienti nel percorso di migrazione verso il cloud. Che sia public, private o hybrid cloud, è una decisione che va presa caso per caso, tenendo conto del reale fabbisogno di ciascuna azienda nostra cliente”.

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