Ayno: videoconferenze ma anche corrette policy aziendali

La videoconferenza e la telepresenza si stanno rivelando strumenti ideali per le aziende che vogliono essere competitive e nel contempo ridurre i tempi e i costi legati alle trasferte e alle riunioni di persona. Il tutto anche agendo in modo più rispettoso per l’ambiente. L’italiana Ayno propone a questo mercato tecnologie ma non solo.

Pubblicato il 16 Giu 2011

La combinazione di diverse esigenze – ridurre gli sprechi, aumentare la produttività, diminuire l’impatto ambientale – ha messo negli ultimi anni le ali alla videoconferenza e alla videopresenza. Lo dimostra il fatturato di Ayno, aumentato del 22% nel 2010 fino a sfiorare quota 5 milioni di euro. E le prospettive per la società amministrata da

Luciano Zoccoli (nella foto) sono ancora più rosee, soprattutto dopo l’apertura del centro di dimostrazioni e di accoglienza a Milano. Tra le sedi di Roma e del capoluogo lombardo, l’azienda – che è partner di Cisco (soprattutto per i sistemi di telepresenza ereditati da Tandberg) e di Polycom (in particolare per l’audioconferenza) – conta oggi circa 25 addetti. E i suoi servizi vanno dalla progettazione, rivendita, installazione, integrazione e assistenza di tecnologie di videoconferenze e telepresence, al disegno e all’arredamento di videomeeting room; dal noleggio di sale per la telepresenza all’offerta di servizi avanzati come le conference call, il multi punto video su Ip e il gateway Ip/Isdn.
Quante “Ayno” esistono oggi in Italia? Zoccoli afferma che “aziende che si avvicinano al nostro modello di business non si possono citare a decine. Esistono diversi system integrator che propongono tecnologie di vendor di cui sono partner, ma che non hanno né il nostro portafoglio di servizi né la nostra cultura applicata e ultradecennale. A nostro favore c’è anche il fatto che facciamo parte di un’alleanza internazionale”. Oggi l’adozione della telepresenza è un’opzione da non sottovalutare per tutte quelle professioni (si pensi, per esempio, ai “cacciatori di teste”), quelle aziende (multinazionali o comunque operative all’esterno di qualsiasi settore) e quelle organizzazioni (incluse quelle diplomatiche, governative e non governative) per le quali il raggio d’azione quotidiano ormai non è più un Paese ma il mondo: e per cui non è pensabile continuare a gestire tutte le interazioni affrontando viaggi che costano molto, implicano tempi improduttivi e causano emissioni di CO2.
Videoconferenza e telepresence a go-go quindi? Zoccoli avverte che queste nuove metodologie di comunicazione e collaborazione non “sono esclusivamente tecnologia. Oltre ai dispositivi elettronici, alla connettività Ip, all’architettura ottimale degli uffici, è necessario predisporre regole aziendali. Se non si cambiano le policy, le persone continuano a viaggiare anche se si dispone di questi sistemi. Oppure, all’opposto, si trasformano tutte le telefonate in sessioni video, che invece di sfruttare pochi kilobyte di banda ne occupano da uno a tre”. Per chi deve affrontare anche queste problematiche, Ayno offre diversi valori aggiunti, fra i quali i propri centri demo di Milano e Roma e l’essere essa stessa una “videocompany”.

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