Pnrr, Unioncamere: “Imprese troppo ‘disorientate’: rischiano di perdere un’occasione”

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Intervista

Pnrr, Unioncamere: “Imprese troppo ‘disorientate’: rischiano di perdere un’occasione”

Nessun interesse da parte del 70% delle aziende verso le risorse digital&green dedicate al sistema produttivo. Il presidente Prete: “Le opportunità sono moltissime, ma serve un supporto per facilitare l’accesso: con lo spontaneismo non si va da nessuna parte”

Pubblicato il 22 Lug 2022

di Veronica Balocco

Un’impresa su tre è “totalmente disinteressata” davanti alle nuove risorse espressamente dedicate al sistema produttivo dal Pnrr, come transizione 4.0 ed economia circolare. È racchiuso in questo dato il cuore della denuncia sollevata da Unioncamere, che, forte delle elaborazioni del Centro studi Tagliacarne, ha messo sul piatto l’attuale percentuale di aziende concretamente attive davanti alle nuove occasioni di sviluppo digital & green: 16% quelle che hanno già attivato i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, 13% quelle che hanno in programma di farlo. Il restante 70%, chiarisce l’associazione che riunisce le Camere di commercio, è “ferma al palo”.

Questione di pura indifferenza o di un malessere più profondo? Il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ne parla con ZeroUno, spiegando come leggere un dato che è solo apparentemente semplice da interpretare. E chiarendo come sia possibile, se ancora lo sia, intervenire per invertire la rotta.

ZeroUno: Presidente, possiamo dire che le Pmi che non intendono accedere ai fondi Pnrr dedicati a green e digital stiano letteralmente “perdendo un’occasione”?

Andrea Prete: Oggettivamente le opportunità per le imprese sono moltissime. Queste risorse dovrebbero sostenere una grandissima trasformazione del nostro sistema produttivo sia in chiave digitale, sia in chiave di eco-sostenibilità. Una innovazione profonda e radicale, dei prodotti, dei processi, degli assetti organizzativi, che consentirà alle nostre imprese di essere più competitive sul mercato interno e internazionale.

Lo ripeto da tempo: il Pnrr raggiungerà il suo reale obiettivo se nel 2026 avremo costruito un Paese diverso, più moderno, più equo, con un’economia più sostenibile e inclusiva. Uno sforzo straordinario che non solo le nostre aziende devono fare, ma l’intero sistema Paese, considerando che la piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede di portare a termine riforme importanti, di compiere al 100% gli investimenti previsti e di completare le infrastrutture programmate.

Andrea Prete, presidente di Unioncamere
Andrea Prete, presidente di Unioncamere

ZeroUno: Cosa frena davvero le imprese dall’accedere a queste risorse?

Andrea Prete: Non credo ci sia un freno, ma una difficoltà di approccio da parte delle nostre imprese alle misure previste dal Piano. E questo dipende soprattutto da un fattore: l’Italia ha oltre 5 milioni di imprese attive, diffuse nei territori e quasi tutte di dimensione micro e piccola.

La loro capacità di tenersi aggiornate sulle opportunità che si aprono, di coglierne in pieno la portata, di partecipare ai bandi con proposte e progetti è inevitabilmente ridotta. Lo dimostra il fatto che ben l’80% delle imprese di dimensione minore non ha ancora messo in cantiere iniziative a valere sui programmi del PNRR a fronte del 50% di quelle di medio grande dimensione. E’ da tempo che solleviamo questa questione.

ZeroUno: Che fare dunque?

Andrea Prete: La piena adesione delle imprese a questo vasto piano di ammodernamento del Paese non può essere lasciata allo spontaneismo e al fai da te, tanto più in un periodo così complicato e tormentato come quello che stiamo vivendo. Deve essere strutturato un supporto che affianchi realmente gli operatori, quelli piccoli soprattutto, a cogliere le opportunità che oggi sono a disposizione.

È questo il ruolo al quale si candidano le Camere di commercio: svolgere in Italia quello che negli Stati Uniti è la Sba, la Small Business Administration, nata negli anni Quaranta e operativa ancor oggi proprio per affiancare le Pmi. Ecco, le Camere di commercio potrebbero essere uno strumento prezioso per fare conoscere alle imprese le opportunità e scaricare a terra le misure chiave previste nel Piano.

ZeroUno: Cosa sta facendo Unioncamere in questo senso?

Andrea Prete: Intanto stiamo avviando, in raccordo con diverse istituzioni centrali, una serie di progettualità. Visto che proprio l’informazione e la comunicazione sono il primo passo per raggiungere gli operatori economici, abbiamo avviato una serie di iniziative in collaborazione con il Gruppo Sole 24 Ore. Un primo webinar di taglio fortemente operativo al quale hanno partecipato quasi 3mila imprenditori si è svolto nei giorni scorsi e altri appuntamenti sono in programma nei prossimi mesi.

Abbiamo inoltre strutturato una sezione del nostro sito istituzionale, www.unioncamere.gov.it, nella quale raccogliamo le diverse iniziative messe in atto dalle Camere di commercio a livello territoriale in tema di PNRR. Questo perché il sistema camerale si è attivato e le Camere di commercio sono pronte ad aiutare le imprese in questo percorso, con attività di assistenza alle imprese per l’accesso ai bandi, in particolare per transizione 4.0. Infine, abbiamo strutturato anche un servizio di assistenza alle imprese tramite mail”.

Insomma, per così dire “siamo sul pezzo”, perché le Camere possono essere l’amministrazione amica delle imprese, e potrebbero dare un contributo decisivo su molti aspetti, anche grazie alle esperienze importanti maturate in questi anni in ambiti prioritari del Pnrr, come quello della digitalizzazione.

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Veronica Balocco

Laureata in Scienze della Comunicazione nel 2003, con una tesi sullo scenario del giornalismo online italiano dei primi anni Duemila, è giornalista professionista dal 2007. Per quasi un ventennio ha lavorato per il bisettimanale Eco di Biella, testata storica dell’Unione industriale biellese, seguendo il classico percorso curricolare, da collaboratrice esterna a redattore ordinario. Addetta alle cronache dai paesi, si è specializzata nel giornalismo di montagna, maturando esperienze anche nell’organizzazione di eventi, nei rapporti con la stampa per protagonisti di primo piano e nella scrittura di libri e articoli per riviste specializzate. Oggi lavora come freelance ed è l’unica biellese fra i Soci accademici del Gruppo italiano scrittori di montagna. Di tecnologie, innovazione e digitalizzazione delle imprese scrive da qualche tempo in virtù della collaborazione con il Gruppo Digital360, per il quale redige articoli in particolare improntati sui vantaggi della dematerializzazione e sulle soluzioni più innovative a favore del business. In questo quadro, collabora anche con ZeroUno proponendo articoli che applicano la tecnica dello storytelling al racconto di un mondo in costante evoluzione.

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