Una rivoluzione inarrestabile da affrontare in modo olistico

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Una rivoluzione inarrestabile da affrontare in modo olistico

Uno studio Cisco certifica la diffusione del Byod. Entro il 2014 le spese per la mobility saliranno al 20% dei budget It. Per gestire più piattaforme in sicurezza servono soluzioni di Mobile Device Management che integrino metodologie e strumenti per personalizzare le implementazioni.

Pubblicato il 06 Lug 2012

di Riccardo Cervelli

La quasi totalità delle aziende americane, ovvero il 95%, consente ai dipendenti di utilizzare i dispositivi mobile personali sul posto di lavoro. E l’84% di esse offre anche diversi livelli di supporto a tali dispositivi. Lo rivela lo studio Cisco Ibsg Horizons, che ha coinvolto 600 manager e responsabili It statunitensi. “Il 76% degli intervistati – sottolinea Paolo Delgrosso, Borderless Network Architecture Leader in Cisco Italia – riconosce che il fenomeno del Byod comporta dei benefici per le aziende. Quelli economici vanno da 300 a 1.300 dollari per dipendente, a seconda del ruolo svolto [vantaggi dovuti sostanzialmente a una maggiore efficienza dei soggetti coinvolti e dei processi aziendali ndr]”. Sia le imprese sia gli utenti sono disposti a investire sul Byod, tenuto conto dei diversi vantaggi che è in grado di offrire, fra i quali spiccano una crescita di produttività e una maggiore soddisfazione del dipendente. Ed è così, quindi, “che da una nostra ricerca interna risulta che i dipendenti Cisco pagano in media 600 dollari di tasca propria per i dispositivi”. Per tornare agli investimenti delle aziende, invece, lo studio Cisco Ibsg Horizons evidenzia che entro il 2014 la percentuale del budget It dedicata alla mobility salirà al 20% rispetto al 17% del 2012.

Paolo Delgrosso, Borderless Network Architecture Leader, Cisco Italia

L’adozione del Byod, del resto, comporta la definizione di strategie e l’implementazione di soluzioni innovative da parte delle imprese. “Sotto l’aspetto della sicurezza – spiega Delgrosso – devono essere previste misure appropriate di identificazione sia dell’utente sia del modo in cui si collega alla rete aziendale e quali dati utilizza. Una soluzione di Mobile device management che copra anche i dispositivi personali deve essere in grado di gestire tutto a livello di dettaglio. Per esempio, se fosse necessario eseguire un wiping [cancellazione da remoto, ndr] per mettere in sicurezza delle informazioni aziendali, si deve poterlo fare senza ‘rasare a zero’ tutto il device, ma limitandosi alla cancellazione di quei dati e non di quelli personali”.

Sul mercato si moltiplicano le offerte di soluzioni Mdm, ma non tutte offrono le stesse funzionalità. “Noi – continua Delgrosso – proponiamo l’Identity Service Engine, una soluzione che identifica il singolo device a partire da informazioni legate all’hardware e consente di applicare delle policy basate sul contesto e sul tipo di utente. Al dispositivo di un dipendente che si connette alla rete aziendale da un hotspot di McDonald’s o di Starbucks, per esempio, si possono imporre delle limitazioni d’accesso alle applicazioni e ai dati. Magari a quello del Ceo no. Il sistema si accorge se due device dello stesso utente tentano di accedere alla rete da due luoghi remoti e blocca i device. Il blocco deve essere temporaneo, perché può essere semplicemente successo che un manager ha dimenticato a casa l’iPad e il figlio se l’è portato in università”.

Insomma, il Byod offre notevoli benefici ma comporta anche delle complessità da gestire. La strada più efficiente per farlo è affrontarle in modo olistico. “Per questo noi parliamo – conclude Delgrosso – di gestione unificata del posto di lavoro e offriamo diverse metodologie e soluzioni per implementarla in funzione di diverse tecnologie utilizzate, tipologie di utenti e contesti operativi”. Una visione che comprende, oltre al Byod, anche altre tematiche come la virtualizzazione desktop, argomento noto al 98% degli intervistati dello studio Cisco e sulla quale il 50% ha già in corso o in programma degli investimenti.

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Riccardo Cervelli

Nato nel 1960, giornalista freelance divulgatore tecnico-scientifico, nell’ambito dell’Ict tratta soprattutto di temi legati alle infrastrutture (server, storage, networking), ai sistemi operativi commerciali e open source, alla cybersecurity e alla Unified Communications and Collaboration e all’Internet of Things.

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