Da manifatturieri a system integrator. La nuova Italtel

La società delinea i propri passi strategici per il futuro, puntando ad essere partner di System Integration nel mercato delle grandi aziende internazionali

Pubblicato il 25 Giu 2008

MILANO – Italtel ha recentemente presentato a Settimo Milanese le strategie dell’azienda per i prossimi anni. Il quadro che ha presentato Giorgio Bertolina, nuovo amministratore delegato dall’autunno scorso, è quello del completamento della transizione da azienda manufatturiera a fornitore di servizi e soluzioni ICT agli operatori e alle grandi aziende.
L’azienda, nome storico delle Tlc italiane (vi ricordate il nome di Marisa Bellisario?), ha subìto una cura dimagrante drastica, dai 17.000 dipendenti degli anni ‘80 ai 2400 circa di oggi, il 45% impegnato nella R&D. Italtel, coinvolta nel processo di liberalizzazione del mercato TLC e privatizzazione di Telecom Italia, suo principale (quasi unico) cliente, è passata dal servire di fatto un mercato “captive” e oligopolistico ad affrontare un mercato complesso come quello del software. Ciò nonostante è cresciuta del 25% negli ultimi 5 anni, e il fatturato 2006 è stato di 546,1 milioni di euro. Oggi la compagine azionaria è costituita principalmente da una finanziaria (Clayton, Dublier & Rice – 48,77%), da Telecom (19,37) e Cisco (18,40).
Il core dell’azienda è lo sviluppo software per integrare servizi di telefonia e servizi informatici. Lo zoccolo duro dell’offerta è la piattaforma softswitch, Italtel i-Ssw che gestisce sistemi di commutazione e networking via software per le connessioni voce, dati e video. La piattaforma consente di gestire l’integrazione di servizi multimediali tipici del mondo IP con quelli di telefonia, realizzando un layer di base per le prossime Ngn, le reti di nuova generazione. L’espansione dell’offerta è costituita dalla suite Ims (IP Multimedia Subsystem), pensata per offrire a service provider e telco una base per lo sviluppo e la gestione di servizi multimediali a valore aggiunto. In tal modo si fa un ulteriore passo avanti per integrare il patrimonio di applicazioni informatiche, i servizi di telefonia e le nuove applicazioni web based di tipo 2.0.
“Questa offerta – sottolinea Bertolina – rafforzerà la leadership di Italtel nel mercato Emea e a livello internazionale, per quanto riguarda il segmento grandi operatori di Tlc, ridimensionando il peso di Telecom Italia. Allo stesso tempo, consente di presentarsi come partner di system integration nel mercato delle grandi aziende internazionali.”
Questo passaggio è testimoniato dal recente progetto sviluppato in Eni, per cui è sta realizzata una rete integrata di comunicazione aziendale Voip 2.0. Utilizzando anche tecnologie Cisco, sono già interconnesse 106 sedi della compagnia che potranno fruire su un’unica rete di applicazioni dati, video e voce. Videocomunicazione, servizi di convergenza fisso-mobile, integrazione di messaggi vocali, fax e video nella posta elettronica, sono alcune delle funzionalità. Gli uffici, collegati tramite reti private virtuali, potranno godere di connessioni sganciate dalla rete telefonica pubblica, con soluzioni di sicurezza dei flussi avanzate. “Non si tratta, quindi, solo di soluzioni orientate alla riduzione di costi, ma anche di servizi a valore aggiunto che permettono all’organizzazione di essere più flessibile e più veloce nelle decisioni”, osserva Franco Serio, responsabile della R&D.
I piani di sviluppo di Bertolina sono molto ambiziosi: sviluppo del mercato enterprise, espansione della presenza all’estero (Europa e America Latina), diversificazione dei clienti, crescita del 16% dal 2007 al 2010. E’ una bella scommessa, basata sulla capacità di definire nuovi servizi in un mercato difficile, minacciato da operazioni come quella dell’iPhone di Apple, e condizionata dai tempi di realizzazione delle Ngn, Next Generation Networking (in Italia le intenzioni di Telecom non sono chiare).

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