Caso Utente

Una cloud migration per coniugare passato e futuro

Il percorso di migrazione al cloud computing non è semplice: le molteplici alternative offerte dal mercato vanno confrontate con un sistema informativo aziendale stratificatosi negli anni, composto da applicazioni eterogenee e tra loro interdipendenti, in ragione delle scelte di integrazione operate in passato.
Questo “viaggio” può essere cosparso di ostacoli e imprevisti e i benefici non sono scontati. Ecco come un’azienda leader del manifatturiero italiano sta valutando e pianificando con attenzione la migrazione

Pubblicato il 09 Nov 2017

CU-Fater

Leader nel mercato italiano dei prodotti assorbenti per la persona e nel mercato europeo delle candeggine, Fater è un’azienda italiana, joint venture paritetica fra Procter & Gamble e Gruppo Angelini. Produce e distribuisce in 39 Paesi, nei mercati dell’Europa Occidentale e CEEMEA (Central & Eastern Europe, Middle East and Africa), i prodotti a marchio Ace, Neoblanc e Comet. In Italia produce e commercializza i prodotti assorbenti per la persona a marchio Pampers, Lines, Lines Specialist, Tampax. Con un fatturato di 911 milioni di euro e oltre 1.400 collaboratori, Fater è un’azienda che investe in innovazione circa il 4% dei ricavi.

Conoscenza del consumatore e dei mercati, competenze condivise, ricerca dell’efficienza sono i driver della crescita nel lungo periodo. Negli ultimi anni, Fater ha avviato un percorso di digitalizzazione mediante una serie di progetti volti da un lato a una maggiore vicinanza a consumatori e stakeholders e dall’altro a una semplificazione dei processi traguardando una crescente efficienza e trasparenza. L’introduzione di nuove applicazioni è stata affiancata da un’attenzione allo sviluppo di una cultura digitale che ha permesso la maturazione del ‘pensiero digitale’ all’interno delle strategie di business.

Per proseguire e indirizzare al meglio l’evoluzione per i prossimi anni, la direzione ICT di Fater guarda con interesse alle opportunità del cloud computing, a oggi impiegato in misura limitata per i siti web dei brand gestiti e per alcuni strumenti di collaborazione aziendale. “L’occasione di rivedere le scelte infrastrutturali operate in passato ci è data dalla prossima scadenza di un contratto pluriennale di outsourcing, relativo alle principali applicazioni gestionali incentrate attorno allo ERP – racconta il Direttore ICT Domenico Di Francescantonio – Se cinque anni fa il cloud era troppo immaturo per essere preso in considerazione, oggi rappresenta un’opportunità che non possiamo trascurare, pensando anche al trend di evoluzione che si prospetta per i prossimi anni”.

Un approccio maturo

Il cloud permette oggi di realizzare le nuove applicazioni con benefici importanti in termini di scalabilità, di contenimento degli investimenti e di riduzione del time to market. Adottare il cloud per una nuova applicazione può essere relativamente semplice, ma migrare al cloud il sistema informativo di un’azienda, o una sua porzione significativa, è un processo complesso, che richiede una valutazione attenta e una pianificazione accurata.

Le alternative e le scelte da compiere sono molteplici e si devono considerare aspetti di natura molto diversa, tecnici, contrattuali, normativi, organizzativi ed economici. Il mercato del cloud è in rapida evoluzione, con confini sempre più sfumati tra i 3 modelli di servizio principali IaaS, PaaS e SaaS e scenari di erogazione che frequentemente diventano ibridi e multi-cloud. La molteplicità di servizi disponibili deve essere rapportata a un patrimonio di applicazioni aziendali che spesso ha natura molto eterogenea, essendosi stratificata negli anni, e sul quale si innesta un complesso reticolo di integrazioni applicative che introducono vincoli e interdipendenze, cui si aggiungono le problematiche di gestione della sicurezza. Il percorso verso il cloud può essere quindi cosparso di ostacoli e imprevisti. D’altro lato i benefici dipendono dallo specifico contesto aziendale e solo in parte possono essere quantificati: per alcune aziende possono essere più importanti la flessibilità, la scalabilità o il tempo di realizzazione dei progetti; per altre può essere più rilevante la semplificazione e il contenimento dei costi di gestione del sistema informativo e dell’infrastruttura ICT che lo ospita; in ogni caso una valutazione realistica dei benefici di migrazione non può limitarsi ad un mero confronto tra gli investimenti in software e infrastruttura e i canoni dei servizi cloud.

“Il sistema informativo di Fater è piuttosto complesso, suddiviso tra servizi applicativi gestiti in outsourcing, servizi ospitati presso l’headquarter di Pescara e altri servizi collocati presso i diversi impianti produttivi in Italia e all’estero.” – spiega Carmine Scorrano, Responsabile System Technologies e Innovazione di Fater – “Con l’aiuto di Partners4Innovation e WebScience abbiamo definito una roadmap di migrazione in 5 passi (figura) che, guidando le scelte operative, ci permetta di affrontare in modo più consapevole il viaggio verso il cloud, minimizzando i rischi e preparandoci a gestire gli impatti sull’organizzazione, sui sistemi e sugli utenti finali.” Unendo le competenze di processo e legali di Partners4innovation e le competenze tecniche di WebScience, le due realtà supportano le aziende nel percorso di migrazione al cloud, offrendo una visione olistica dei diversi aspetti da considerare.

La roadmap di migrazione

La definizione delle scelte di migrazione al cloud non può prescindere da un’analisi del sistema informativo attuale. Il primo passo è quindi volto a censire le applicazioni aziendali, sotto diversi punti di vista: processi supportati, informazioni gestite, architettura applicativa, infrastruttura ospitante, livelli di servizio che devono essere garantiti, vincoli contrattuali in essere.

Le informazioni raccolte per i circa 150 servizi applicativi di Fater sono state inserite in un complesso modello di analisi per ottenere una prima valutazione di migrabilità al cloud dei diversi servizi applicativi, considerando che ove sia possibile una migrazione “lift & shift” verso servizi IaaS, questa ha tipicamente un impatto minore rispetto ad operazioni più onerose, quali la sostituzione con una soluzione SaaS, con ripercussioni potenzialmente rilevanti sugli utenti e i processi aziendali, o la migrazione verso piattaforme PaaS, che tipicamente comportano una revisione architetturale delle applicazioni. Un’attenzione particolare è stata poi dedicata all’analisi delle interdipendenze tra i diversi servizi applicativi che, a seconda delle modalità di integrazione di volta in volta utilizzate, possono introdurre degli ostacoli e dei vincoli rispetto a scenari hybrid cloud o multicloud.

La roadmap di migrazione al cloud di Fater

Lo studio ha permesso di classificare i diversi servizi applicativi di Fater in funzione della facilità di migrazione al cloud, identificando come oltre la metà dei servizi applicativi possa essere trasferito in cloud in modo relativamente semplice, mentre un altro 25% – rappresentato prevalentemente da sistemi legati agli impianti di produzione e all’automazione di magazzino – richieda necessariamente il mantenimento su un’infrastruttura locale. Per le altre applicazioni la migrazione al cloud si presenta come decisamente più complessa e richiederà una valutazione più approfondita caso per caso, considerando di volta in volta anche percorsi alternativi quali l’upgrade del software verso versioni più recenti e meglio predisposte al cloud, l’opportunità di sostituzione con altri prodotti o direttamente con applicazioni erogate come servizi SaaS, oppure l’intervento con modifiche rilevanti all’architettura del servizio o alle modalità di integrazione con le altre applicazioni, senza escludere l’opportunità di mantenere per alcune di queste applicazioni lo status quo.

“I vari incontri di raccolta delle informazioni e di condivisione dei risultati sono stati anche l’occasione per far emergere e discutere con le persone che compongono il nostro staff ICT i timori e le perplessità latenti rispetto ad un percorso di migrazione al cloud.” – evidenzia Scorrano – “Il confronto, sia tra di noi che con i consulenti che ci stanno aiutando, ci ha permesso di avere una visione molto più chiara e condivisa sia delle opportunità che abbiamo di fronte sia delle sfide che dobbiamo ancora affrontare”.

Sulla base delle valutazioni effettuate, è stato identificato il perimetro della prima fase di potenziale migrazione verso i servizi IaaS, posticipando gli eventuali interventi sui servizi più complessi. “Attualmente stiamo confrontando l’offerta dei vari vendor rispetto al perimetro identificato, affiancando le valutazioni ‘sulla carta’ anche con alcune sperimentazioni pilota, per comprendere più a fondo le caratteristiche dei diversi servizi offerti sul mercato.” – continua Di Francescantonio – “Ci orientiamo in primo luogo verso i leader che hanno ormai dimostrato una solida offerta cloud e che ci presentano maggiori garanzie in una prospettiva evolutiva di medio-lungo termine. Il viaggio è ancora lungo, e sappiamo che non sarà facile, ma la direzione da seguire è ora certamente più chiara”.

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