Verizon riposiziona tutta l’offerta sui servizi Cloud

Verizon capitalizza la propria infrastruttura di rete, i punti di presenza nel mondo e i customer premise equipment installati per offrire applicazioni business, soluzioni di communication e collaboration, e non solo, in modalità as a service

Pubblicato il 13 Lug 2010

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Nel numero speciale di ZeroUno dedicato al Cloud Computing scrivevamo che tra i fornitori “nativi” di Servizi Cloud (principalmente originari dal mondo Consumer) e i vendor integratori di sistemi, si sarebbero infilati, come terza forza, gli operatori Telco, forti della copertura di vaste aree geografiche e di un go-to-market già basato sulla cultura pay per use.
A conferma di quanto scritto da ZeroUno, in maggio Verizon ha invitato a Londra la stampa europea per tre annunci in contemporanea che ruotano intorno al suo completo riposizionamento sui servizi Cloud: nuovo modello di “Cloud based security”; Enterprise Mobility as a Service; Convergenza Fisso Mobile con un sistema Pbx che fornisce un unico numero per telefono d’ufficio, di casa e cellulare.
“Il Cloud semplifica enormemente la vita – dice Kerry Bailey, Vp e Chief Marketing Officer Verizon – Ieri per far girare le applicazioni business un’azienda doveva disporre di data center, sistemi operativi, lo stack software e tecnologico adeguato e il tutto doveva essere opportunamente integrato. Oggi Verizon fornisce tutto (o in parte) questo in moduli approvvigionabili in modalità pay per use”
Con questa offerta, Verizon capitalizza il proprio core network (trasmissione voce e dati, affidabilità carrier class, cavi in fibra con gateway continentali, abilitazione Ip a costituire il backbone globale), i propri Point of presence (58 in Europa, oltre 200 globali) e i Customer Premise Equipment installati (dispositivi elettronici utilizzati come terminali, lato utente, per connettersi direttamente alla rete geografica). La modalità di fruizione dell’It come servizio offre a Verizon l’opportunità di far leva su questi asset e offrire servizi cloud sia per applicazioni business sia per l’infrastruttura (Network.aaS, Security.aaS, Storage.aaS, Computing.aaS, ecc.). Oltre che, naturalmente, tutte quelle applicazioni di collaboration e communication che ben si prestano a essere fruite in modalità as a service come VoIP, Conferencing, Face to face Mobile Communication e, a breve, una vera e propria Unified Communication as a service che comprende e-mail, Instant messaging e video.
“Oggi ci si sta allontanando sempre più dall’It on premise – aggiunge Bailey. Le aziende vogliono approvvigionarsi delle applicazioni in modo semplice e veloce e sono sempre di più quelle che si orientano a una fruizione di applicazioni, ma anche di infrastruttura, in modalità as a service. Il trend che porta a un’evoluzione dei servizi It erogati tramite infrastrutture cloud è inarrestabile e Verizon focalizzerà il proprio business in questa direzione”.
L’ottimismo di Bailey nei confronti di un trend che concordiamo sia in atto, va però diversamente modulato nelle differenti geografie: Bailey forse guarda alle aziende Usa o alle multinazionali Global 2000; nelle aziende medie e medio grandi europee la realtà è diversa e le resistenze nei confronti del cloud sono ancora consistenti.
E i partner? “Sono inevitabilmente coinvolti dal mercato dirompente del cloud in un modello di delivery in metamorfosi – dice Bailey. – Quelli software devono abilitare le loro applicazioni a una fruizione come servizio. E quelli hardware non sono più il partner tecnologico del provider di servizi, ma devono sviluppare essi stessi servizi, anche in sinergia con gli ex partner di servizi, in un delicato e complesso equilibrio affinché la reddititivtà di entrambi non venga ridotta”.

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