Più semplice e rapido gestire hybrid cloud in ambiente Vmware

Allo scorso Vmworld 2016 ha debuttato Vmware Cloud Foundation, una nuova piattaforma per creare software-defined data center cloud che consentono di estendere quelli on-premise senza dover cambiare il modo di sviluppare applicazioni e rivedere profondamente i processi It. E Ibm è il primo vendor a proporla “as-a-service”

Pubblicato il 15 Nov 2016

Estendere l’ambiente Vmware dal data center al cloud, senza dover riprogettare le applicazioni ed effettuare profonde revisioni dei servizi It. È il sogno di molti responsabili It oggi alle prese con il ripensamento delle architetture aziendali all’insegna del modello hybrid cloud, che permette di disporre di un’infrastruttura estremamente scalabile, flessibile e affidabile (per esempio potendo sfruttare un cloud pubblico per implementare un disaster recovery).

Alcuni recenti annunci effettuati dal leader della virtualizzazione a fine agosto, in occasione del Vmworld 2016 di Las Vegas, rendono questi obiettivi più a portata di mano. Anche alle aziende che prevedono un ricorso maggiore, senza però rinunciare a tenere in casa competenze, ai servizi gestiti. Guardiamo qualche dettaglio tra le soluzioni presentate

Luca Zerminiani, Senior Systems Engineering manager di Vmware Italia

Per aiutare le imprese a creare un ambiente Vmware hybrid cloud realmente più omogeneo, fluido e gestibile, il vendor di Palo Alto ha tirato fuori dal cappello la Cross-Cloud Architecture. Alla base di questa strategia si trovano Vmware Cloud Foundation, una nuova piattaforma Software-Defined Data Center unificata che semplifica la gestione e l’utilizzo dei cloud Sddc, e la soluzione di cloud management Vmware vRealize. “Già in precedenza – spiega Luca Zerminiani, Senior Systems Engineering manager di Vmware Italia – era possibile creare su un cloud pubblico degli ambienti software-defined data center implementando le soluzioni vSphere, per la server virtualization, Virtual San, per la virtualizzazione storage, e Nsx, per quella del networking. Grazie a Vmware Cloud Foundation e al suo componente Sddc Manager, non è più necessario caricare e lanciare tre o quattro installer. Sddc Manager offre un unico punto da cui sfruttare e gestire l’ambiente Vmware in cloud”.

La partnership con Ibm

Vmware Cloud Foundation debutta anche con altre caratteristiche appetibili. La prima è il supporto nativo di vSphere Integrated Containers, l’host container virtuale per vSphere che consente di eseguire applicazioni containerizzate e tradizionali su un’infrastruttura comune, on-premise o su un cloud pubblico. Una seconda è il supporto anche di Vmware Integrated OpenStack, la soluzione che permette di implementare questa piattaforma open source per la creazione di cloud su un’infrastruttura Vmware. La terza novità è l’avvio di una partnership con Ibm, il primo vendor e gestore di cloud pubblico che ha iniziato a offrire la piattaforma Vmware Cloud Foundation as-a-service: “Con la nostra offerta Vmware Cloud Foundation come servizio gestito, – afferma Maurizio Ragusa, Director Cloud Ibm Italia – permettiamo ai clienti di realizzare un cloud ibrido gestibile attraverso un portale, sul quale acquisire capacità on demand ed estendere carichi di lavoro che si possono spostare tra 48 data center disseminati in tutto il mondo”. Big blue è da tempo impegnata sul fronte dell’hybrid cloud e l’alleanza con Vmware si inserisce in questo filone: “È un’alleanza industriale di notevole rilievo, nella quale stiamo investendo molto a livello mondiale. E anche in Italia abbiamo già numerosi clienti di rilievo attivi su questa offerta, tra cui posso citare Enel, Fincantieri e Octo”.

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