Strategie

Oracle, il digitale è dirompente: all’Italia serve un cambio di passo

Le nostre aziende devono accelerare il percorso di trasformazione e possono farlo grazie alle applicazioni in Cloud e alle nuove tecnologie per i Data Center. Ma nel Paese l’urgenza del cambiamento sembra essere ancora poco percepita. Intervista a Fabio Spoletini, Country Leader di Oracle Italia

Pubblicato il 02 Mar 2015

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Fabio Spoletini, Country Leader Oracle Italia

Siamo nel pieno di una nuova rivoluzione, quella digitale, che come un’onda sta investendo la società e il business, trasformandoli radicalmente.

Lo spiegano da tempo gli economisti, come Jeremy Rifkin che al tema ha dedicato il suo nuovo libro “La terza rivoluzione industriale”: oggi che le persone e le cose (con l’Internet of Things) sono always-on, si aprono nuove sfide sul mercato mettendo a rischio i modelli di business tradizionali, cambiando i processi decisionali, abilitando un confronto che è bottom up.

Eppure, nel nostro Paese l’urgenza del cambiamento è ancora poco percepita. «Le aziende italiane devono ancora prendere consapevolezza dell’impatto dirompente che avrà il digitale: fra 5 anni sarà tutto diverso, una strategia che le porti a cambiare pelle è urgente – dice Fabio Spoletini, Country Leader e VP Technology di Oracle Italia -. «Serve un cambio di passo, anche se le esperienze innovative ci sono già anche nel nostro Paese. E servono nuove competenze, come il Data Scientist».

Un tema, questo, su cui Oracle si è impegnata avviando in collaborazione con l’università Luiss un Master in Big Data Analytics. In questo scenario, l’attenzione del colosso dell’IT è focalizzata su soluzioni tecnologiche pensate per abilitare la trasformazione dei processi e ridurre al minimo la complessità, con un’offerta che si declina su due filoni principali: il Cloud, ovvero le applicazioni fruite come Software as a Service, e il Data Center, ovvero sistemi e storage rinnovati secondo il paradigma “software defined”, in grado di portare semplicità in ambienti complessi.

«Ora tutta l’offerta applicativa è disponibile as a service anche per i clienti italiani – dice Spoletini -, la totalità dei processi aziendali è mappata e localizzata e per le imprese più piccole c’è la possibilità di andare in full Cloud: è un passaggio molto importante per Oracle.

Se ne parla da anni, ma oggi il Cloud è un’opportunità concreta, una scelta realmente a portata di mano. Il Cloud saas abbatte la complessità, è vicino al business e parla la sua lingua, è veloce, flessibile, modulabile ed efficiente». Tutte le funzioni aziendali possono trovare nel Cloud una soluzione per le proprie esigenze e molte aziende italiane l’hanno già fatto: dalle Risorse Umane al Marketing, dalle Vendite al Finance, dai Servizi agli Acquisti al Project Management.

Oracle vuole offrire la massima libertà di scelta ai clienti, e per questo ha garantito che manterrà la roadmap di sviluppo prevista anche per tutte le applicazioni on premise.

L’altro filone di innovazione è quello del Data Center, che deve non solo essere performante, ma anche sempre disponibile, sicuro, in grado di gestire i big data. Le nuove architetture si basano su hardware e software ingegnerizzati per lavorare insieme, in grado da un lato di contenere i costi e dall’altro di offrire performance elevate e semplicità di gestione.

E se in passato i clienti guardavano alle tecnologie facendo attenzione prevalentemente ai costi, oggi questo non basta più: è necessario scegliere il meglio e per questo, la società propone ai clienti una scelta di portafoglio molto articolata.

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