Data center software-defined

Data center software-defined: i consigli degli esperti per pianificare meglio il budget IT

Per progettare un data center software-defined, occorre massimizzarne il valore considerando i picchi di domanda prevedibili e valutando le risorse per evitare di perdere fondi in seguito. Il cloud è vincente ma ci sono delle best practice per non sbagliare

Pubblicato il 28 Nov 2016

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Un data center software-defined è un’infrastruttura orientata alla domanda centrata sull’idea che possa rispondere alle esigenze del business e fornire applicazioni on-demand. Quando si implementa un data center di questo tipo occorre affrontare alcune sfide importanti sul fronte della pianificazione e della gestione del budget IT.

Il fatto che l’hardware sottostante alle infrastrutture software-defined cambia a un ritmo diverso rispetto al software può complicare la pianificazione del budget IT.

Gli esperti, per esempio, sottolineano che sebbene bastino da pochi secondi a qualche minuto per implementare una macchina virtuale o un container, possono essere necessari settimane o mesi per acquistare più storage o server per contenere quelle stesse virtual machine o quegli stessi container. Inoltre, il budget per acquistare questi server può essere disponibile una volta ogni tre anni, solo quando un aggiornamento hardware è dovuto.

Cloud: la chiave per gestire con successo il budget IT SDD

Uno degli obiettivi principali di un data center software-defined è fornire funzionalità simil-cloud a un IT on-premise. Una delle funzionalità cloud più difficili da fornire è l’elasticità, la possibilità per gli utenti di trattare il cloud come risorsa potenzialmente infinita. Gli utilizzatori di un servizio cloud pubblico possono implementare nuovi carichi di lavoro senza considerare se il provider ha abbastanza risorse per sostenerli. I singoli utilizzatori potrebbero anche registrare dei picchi nel loro carico di lavoro in determinati periodi di tempo: durante le festività, per esempio, potrebbe esserci un’impennata nella richiesta di risorse per i sistemi basati su cloud che supportano le imprese al dettaglio. I fornitori di cloud possono gestire questi picchi facendo una media tra diversi utilizzatori dato che, nella maggior parte dei casi, la domanda non aumenta per tutti contemporaneamente.

Durante il boom delle vendite nel periodo festivo che coinvolge una determinata categoria di rivenditori, per esempio, si registrerà probabilmente un calo della domanda da parte delle imprese di lavorazione della frutta, che prosperano invece in tarda primavera e in estate. In definitiva, il provider ha solo bisogno di avere una capacità di riserva sufficiente per l’aumento medio del carico di lavoro.

Su 10mila utilizzatori, spiegano gli esperti, ci può essere capacità per gestirne solo cinquanta a regime massimo, con circa il 10% della capacità cloud totale come riserva. Su una piattaforma cloud di grandi dimensioni, questo può equivalere alla capacità di supportare 10mila macchine virtuali per quei 50 utilizzatori, cifra che rappresenta un’enorme elasticità. Gli esperti sottolineano il fatto che, per rimanere conveniente, la proporzione non utilizzata delle infrastrutture dovrebbe rimanere bassa. Eppure, è proprio questa stessa infrastruttura inutilizzata che permette di accogliere la crescita del carico di lavoro e il picco di domanda. La chiave per dare valore al business e gestire con successo la pianificazione del budget IT per i data center software-defined si trova quindi proprio nel bilanciare il costo delle infrastrutture non utilizzate con la capacità di ospitare i picchi di domanda.

Data center software defined: il ciclo di vita dell’infrastruttura

Convenzionalmente, le imprese sostituire le infrastrutture dei data center ogni tre-cinque anni. Tra un aggiornamento e l’altro, la capacità disponibile non subisce cambiamenti. Nel corso degli anni, quindi, le infrastrutture passano dall’essere sottoutilizzate a essere sovraccariche. In fase di avvio di un’infrastruttura viene pagato tutto ma ne viene utilizzata solo una parte; poi, solitamente a metà del ciclo di vita, si raggiunge il livello di utilizzo ottimale e il costo diventa conveniente per un istante.

In seguito, la parabola cresce e i carichi di lavoro aumentano fino a raggiungere picchi che influiscono negativamente sulle prestazioni dell’infrastruttura. Per le società di vendita al dettaglio, per esempio, questo scarso rendimento può tradursi in vendite perse e minore redditività.

Pianificare gli investimenti per un data center software-defined allo stato dell’arte

Le imprese, in un ambiente operativo contraddistinto da una così rapida evoluzione, hanno bisogno di accrescere l’infrastruttura nel corso del tempo. Questo significa poter disporre di un’infrastruttura in grado di ampliarsi e di un budget capace di sostenere economicamente tale crescita.

Occorre quindi riuscire ad acquistare abbastanza infrastruttura per supportare il proprio carico di lavoro attuale e poter anche affrontare la spesa relativa agli aumenti e agli eventuali picchi che potrebbero verificarsi nei successivi sei/dodici mesi. Dopo qualche mese, ci si potrebbe trovare di fronte a una crescita dei carichi di lavoro più veloce del previsto: questo significa, secondo gli esperti, che bisogna ampliare l’infrastruttura in anticipo.

Una situazione del genere richiede un budget flessibile che permetta di acquistare le infrastrutture nel bel mezzo di un ciclo di bilancio. La buona notizia è che, nella fase di implementazione iniziale del data center software-defined, si dovrebbe avere speso di meno: ciò renderà una parte del bilancio ancora disponibile per l’aggiornamento dell’hardware.

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