‘Big Data’: con Autonomy Hp continua la rincorsa

Pubblicato il 14 Set 2011

Con l’annuncio dell’acquisizione di Autonomy, Hp ha reso evidente l’intenzione di rilanciare la propria strategia nell’enterprise computing. Questa acquisizione fa notizia anche perché segue di sei mesi una precedente analoga operazione condotta da Hp nei confronti di Vertica.
L’analytical dbms di Vertica e i tool analitici e di content management sono prodotti tipici di un segmento di mercato in grande espansione, quello degli strumenti capaci di raccogliere, aggregare e analizzare masse enormi di dati e informazioni di tipo strutturato e non. Il grande appeal di questi strumenti sta infatti nella loro capacità di operare, oltre che sui dati presenti in database e warehouse aziendali, anche  su contenuti multimediali e non strutturati come immagini, email, report, messaggi presenti nei social network o nei blog in rete. Alcuni studi sostengono che questi dati non strutturati costituiscono ormai l’80% del totale dei dati tipicamente presenti in  un’azienda; un’area enorme – che qualcuno chiama ‘Big Data’ – e fin qui inesplorata. Con l’utilizzo di strumenti del genere si aprono quindi per le aziende nuove possibilità di conoscere meglio il mercato e i consumatori e cogliere nuove opportunità di business.

I ritardi di Hp
Quanto mai opportuna quindi, l’acquisizione di Autonomy. Che però, paradossalmente, ha accentuato l’attenzione critica degli osservatori sui gravi ritardi accumulati da Hp sul fronte strategico degli strumenti analitici, di BI e di content management, un fronte su cui invece si sono molto ben attestati Ibm, Emc, Oracle, Microsoft e Sap.
Il ritardo è stato alimentato dalla difficoltà per Hp di saper cogliere per tempo la strategicità di questo mercato, mantenendo un posizionamento ‘di seconda fila’ e un impegno limitato ad hardware e servizi, ma totalmente assente nei termini di una propria offerta software, tanto più che il suo unico sviluppo in questo senso – quel NeoView nato con ambizioni di ‘antiTeradata’ – è stato recentemente abbandonato.
Il Ceo Leo Apotheker sta provando a raddrizzare la situazione con una strategia oggi centrata sul rapido allestimento, via acquisizioni, di un portafoglio prodotti. Il Ceo sa però che il problema di Hp sul fronte del ‘Big Data’ non è solo questione di prodotti, ma riguarda la sua limitata credibilità su questo fronte.
Il magazine americano Information Management ha scritto che, al di là della provata qualità di Vertica e Autonomy, non sarà facile per Hp guadagnarsi un ruolo da leader in questo mercato e individuare le iniziative opportune per convincere le community della BI e del content management di poter seriamente competere con i player oggi dominanti in questi settori. Forse ad Hp potrà essere utile guardare a come gli attuali leader di questo mercato si sono costruiti una credibilità. Con acquisizioni mirate certo ma, come nel caso di Ibm, anche con un colossale piano di investimenti a livello globale, con la formazione e la riconversione di professionalità verso il nuovo fronte, con la costituzione in Usa, Giappone, UK, India, Francia ecc. di ‘competence center’, con migliaia di consulenti e specialisti in analytics e information management.

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