Attualità

WWF e Huawei “guardiani della natura” tra tecnologia e biodiversità

A tre mesi dalla sua partenza, WWF Italia e Huawei hanno presentato i primi risultati del progetto di monitoraggio e tutela ambientale “Guardiani della Natura” sviluppato nelle Riserve Naturali di Astroni, Burano e Orbetello e di come i dati raccolti possono essere applicati alla ecoacustica grazie alla collaborazione con il Centro Interdisciplinare di Bioacustica dell’Università di Pavia.

Pubblicato il 26 Nov 2021

Huawei e WWF

Un patrimonio di dati con più di 300.000 registrazioni audio di vocalizzazioni di animali e 1.000 segnalazioni in tempo reale di possibili attività illegali generate dal sistema di riconoscimento automatico dei suoni basato su intelligenza artificiale, questo è il risultato dopo tre mesi dall’implementazione, del progetto “Guardiani della Natura”.

Nato dalla collaborazione tra WWF e Huawei, il progetto mira soprattutto a rafforzare la conservazione dell’ambiente e proteggere gli ecosistemi naturali studiandone la complessità attraverso l’utilizzo di una rete di dispositivi ed edge installati, al momento, in tre Oasi del WWF e riserve naturali: Astroni in Campania, Burano e Orbetello in Toscana.

Durante questo periodo, le segnalazioni generate da alert hanno determinato 15 azioni di verifica in tempo reale da parte di ranger del WWF tra cui un blitz della Polizia Provinciale della Città Metropolitana di Napoli all’interno dell’Oasi Cratere degli Astroni e che si è conclusa con il sequestro di un impianto acustico illegale per la cattura di fauna selvatica.

Oltre a contribuire in modo significativo, a contrastare attività illecite a danno della natura, i dati elaborati contribuiranno allo studio della biodiversità in collaborazione con l’Università di Pavia attraverso una nuova disciplina nata dalla combinazione tra bioacustica ed ecologia che si chiama ecoacustica. Inoltre, i suoni raccolti saranno utilizzati dal WWF per sviluppare attività con finalità educative e di formazione all’interno di scuole o in contesti come parchi, le stesse riserve o musei di scienze naturali.

Il progetto Guardiani della Natura

“Guardiani della Natura” si inserisce nell’ambito di Tech4All, il programma globale nato nel 2018 dall’iniziativa congiunta di Huawei e l’organizzazione californiana no-profit Rainforest Connection. Una collaborazione che ha portato progetti in 18 paesi del mondo per contribuire alla protezione di foreste, ecosistemi marini e terrestri e delle diverse specie animali grazie all’utilizzo di tecnologie applicate alla bioacustica.

“La tecnologia può offrire un contributo enorme alla risoluzione di problematiche globali complesse e urgenti come la protezione dell’ambiente e la conservazione della biodiversità” afferma Wilson Wang, Ceo di Huawei Italia durante la presentazione del progetto “Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a introdurre in Italia, attraverso la nostra partnership con il WWF e il supporto delle istituzioni locali, un modello efficace in grado di contribuire alla tutela del ricco patrimonio naturale del Paese”.

La collaborazione con il WWF Italia (il progetto rientra anche tra le attività di tutela della biodiversità previste nell’ambito della Campagna WWF “ReNature”), ha lo scopo di controllo per contrastare le attività umane illegali come bracconaggio e deforestazione o per scongiurare pericoli come gli incendi all’interno delle Oasi molto spesso dolosi ma anche di ampliare gli studi sulla biodiversità con strumenti di metanalisi dei dati raccolti. Il ruolo di Huawei è quello di fornire prodotti e soluzioni tecnologiche. In particolare, sono stati installati tra agosto e settembre 2021, nelle tre Oasi coinvolte a cui si aggiungeranno altre 9 Oasi dislocate sul territorio italiano, due tipi di dispositivi su un totale di 45 dispositivi. I “Guardian” posizionati su alberi sono in grado di registrare ed inviare segnali ad una piattaforma cloud. I segnali vengono interpretati da intelligenza artificiale e se un segnale viene riconosciuto come fenomeno illegale la piattaforma stessa permette di inviare in tempo reale un alert alle guardie del WWF. Si tratta di una rete di sensori in grado di registrare suoni fino a 3 km² di distanza collegati in rete tramite 2G ma che possono essere collegati anche a reti 3G e 4G.

Gli altri dispositivi sono gli Edge Audiomoth che lavorano offline, immagazzinando i suoni per poi condurre studi finalizzati alla conservazione della biodiversità.

Huawei e WWF

Biodiversità e dispositivi edge: obiettivi del progetto

Le registrazioni audio effettuate dai dispositivi edge insieme ai dati dei “guardiani”, contribuiranno allo studio della biodiversità in collaborazione con il Centro Interdisciplinare di Bioacustica del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia.

“Il cosiddetto ‘paesaggio sonoro’ è componente essenziale di un ecosistema e quindi deve essere studiato, monitorato e conservato per il futuro in quanto rappresentazione dello stato della biodiversità” sottolinea Gianni Pavan, Professore di Bioacustica presso l’Università di Pavia “recentemente si è sviluppata una nuova linea di ricerca che si chiama ecoacustica che unisce la bioacustica e l’ecologia in modo da utilizzare i suoni degli animali e dell’ambiente come strumento di indagine e di monitoraggio anche a lungo termine. C’è un potenziale enorme che permette di studiare la natura utilizzando l’ascolto e non più solo la vista”. Il paesaggio sonoro a cui fa riferimento il professor Pavan ha un ruolo importante e scientifico anche in rapporto al valore terapeutico dei suoni in natura che sono associati alla mancanza del rumore antropico causa di danno per la conservazione ambientale e dell’ecosistema.

In particolare, i filoni di analisi legati al monitoraggio dell’ambiente acustico e delle specie animali oggetto di studio riguarderanno:

  • L’analisi del panorama sonoro degli habitat per valutare lo stato di salute attraverso la biodiversità acustica e l’impatto del rumore.
  • L’identificazione delle specie presenti tramite il monitoraggio di presenza, trend e fattori di disturbo, quali il cambiamento climatico, focalizzandosi in particolare sulle “specie ombrello” animali a metà della catena alimentare.
  • L’analisi della ricchezza e diversità acustica a prescindere dall’identificazione delle specie, orientata alla generazione di “indici sonori” di ricchezza, diversità, periodicità, silenziosità e al monitoraggio del cambiamento climatico.

Il monitoraggio acustico delle aree protette apre nuove importanti prospettive sia di studio che di tutela, sia negli ambienti terrestri che marini, e dovrebbe essere perseguito in modo sistematico anche considerando gli aspetti di divulgazione e di citizen science.

La presentazione dei risultati ha visto anche gli interventi sul tema della tutela ambientale e a sostegno delle rispettive Oasi di Renzo Tomellini, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro per la Transizione Ecologica, di Fulvio Bonavitacola, Vicepresidente della Regione Campania e di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati