University2Business, quali competenze digitali sono richieste dalle aziende

Dai risultati dello studio presentato da University2Business, la società del gruppo Digital360, è possibile compiere un interessante confronto tra la percezione degli studenti e quella dei responsabili delle risorse umane rispetto competenze ed esperienze che devono essere messe in campo nel mondo del lavoro. Come si vedrà, molto spesso, le due visioni non coincidono

Pubblicato il 19 Dic 2016

Le esperienze dei giovani universitari e le aspettative in merito da parte del mondo del lavoro, le competenze digitali accumulate e le effettive necessità aziendali: sono alcune delle tematiche affrontate nella ricerca “Il Futuro è oggi: sei pronto?”  (condotta da University2Business, società del Gruppo Digital360) che mira ad analizzare l’attenzione dei giovani verso le iniziative imprenditoriali e rispetto alle competenze digitali.

L’obiettivo dello studio era infatti descrivere la situazione attuale dei giovani rispetto all’imprenditorialità e al digitale, ma anche confrontare la percezione degli studenti rispetto a quella dei responsabili delle risorse umane sui cambiamenti della trasformazione digitale nel mondo del lavoro, nell’economia e nella società.

Osservando la situazione attuale, appare la consapevolezza, da parte dei giovani, di quanto sia necessario lo spirito di imprenditorialità per affermarsi nel mondo del lavoro, ma anche l’importanza di avere competenze digitali (così la pensano i due terzi degli studenti universitari italiani). Eppure a tale consapevolezza non corrisponde un livello adeguato di sviluppo, che per la maggioranza dei ragazzi (il 53%) è fermo ad una conoscenza da semplice utilizzatore di Internet e social media, mentre solo l’11% ha avuto un’idea di business, il 12% gestisce un proprio blog o un sito web e appena il 9% conosce Seo/Sem, Social Network, Google Adwords. Una minoranza conosce le nuove professioni del digitale come il Social media specialist (25%), il Data scientist (38%) o il Seo specialist (34%). La maggioranza degli universitari non conosce tematiche di grande portata sociale come la “sharing economy” e non sa definire una “benefit corporation”.

In questo scenario, tra l’altro, si delinea un evidente gap di genere: le studentesse hanno minori competenze digitali specifiche rispetto ai colleghi maschi, scarse conoscenze di programmazione e minore propensione imprenditoriale.

“Anche se la maggior parte degli studenti universitari – ha dichiarato Andrea Rangone, Ceo di Digital360 – dichiara di avere consapevolezza del ruolo importante svolto dall’innovazione digitale nel cambiare l’economia e le imprese, solo una piccola parte di essi si prepara concretamente per questa sfida, cercando di sviluppare competenze digitali approfondite e di fare esperienze imprenditoriali concrete. Sullo stesso piano anche gli human resource (HR) manager, i quali evidenziano un impatto atteso della trasformazione digitale sulla propria azienda nei prossimi 3 anni ben superiore a quello che si è verificato nell’ultimo triennio. Tuttavia, sono ancora pochi coloro che mettono in atto azioni concrete per diffondere una cultura digitale e imprenditoriale nelle proprie aziende”.

Ed è proprio dall’analisi delle due posizioni, quella di coloro che si stanno per affacciare al mondo del lavoro rispetto ai quella dei professionisti delle risorse umane che nascono gli spunti più interessanti, perché non sempre le due visioni, come si vedrà coincidono.

Lo studio ha infatti coinvolto, oltre a quasi 2700 studenti, circa 170 responsabili di uffici di risorse umane.

A quest’ultimo proposito, è importante sottolineare, per completare la fotografia della situazione, che nella ricerca è emerso che gli HR manager avvertono una crescita dell’importanza del proprio ruolo nella gestione della trasformazione digitale e l’81% evidenzia la necessità di inserire nuove risorse con competenze digitali. Ma solo il 20% ha già realizzato una mappa delle competenze digitali/imprenditoriali dei dipendenti. Anche sulla formazione emerge un notevole ritardo, in generale, da parte delle risorse umane. Escludendo i ruoli specialistici digitali, poco più del 30% dei manager HR ha già realizzato un piano formativo ad hoc. Il resto del campione ha pensato di inserire nel piano formativo azioni per le competenze digitali o non ha alcuna azione specifica. Per le competenze imprenditoriali, la formazione è prevista in particolare per i ruoli manageriali/specialistici (su cui circa un terzo degli HR Manager non ha un piano formativo), ma solo il 15% ha programmi formativi per altri ruoli e per neoassunti.

Le principali azioni attivate per sviluppare le competenze digitali o imprenditoriali nelle aziende italiane (nel 53% dei casi) sono iniziative di sensibilizzazione tramite intranet o campagne di comunicazione, corsi di formazione spot (51%), workshop di innovazione (49%). In minor misura sono attivati scouting di Digital champions/Intrapreneurs (20%) o percorsi formativi strutturati (20%).

Due visioni a confronto, i giovani universitari e i manager delle risorse umane

Per il 52% degli studenti universitari italiani l’innovazione digitale è il principale motore del cambiamento delle imprese, seguito dalla green economy (45%) e dalla globalizzazione (34%). Una convinzione diffusa in particolare tra gli studenti di economia, informatica e ingegneria.

Invece, il 69% degli HR Manager indica l’innovazione digitale al primo posto – una percentuale ben superiore a quella degli studenti – seguita dagli scenari macro-economici (49%). Il 58% degli studenti del Nord ritiene che l’innovazione digitale sia il principale motore del cambiamento contro il 43% degli studenti del Sud.

Nei processi di recruiting, il 59% degli studenti pensa che le competenze digitali in un neolaureato siano essenziali (19%) o molto importanti (50%) per l’assunzione. Anche in questo caso, gli HR manager sono più consapevoli a questo proposito, dando importanza a tali competenze nel 94% dei casi (51% fondamentali e 43% molto importanti). Mentre le esperienze imprenditoriali sono importanti nella scelta di un neolaureato per il 67% degli studenti e per il 60% degli HR manager.

Il 48% degli studenti pensa che le aziende tengano conto del contenuto dei profili personali sui social network nella ricerca e valutazione di un neolaureato, ma negli uffici risorse umane danno più importanza a questo aspetto (il 61%).

Se si chiede agli studenti universitari dove pensino di iniziare la loro carriera, un terzo risponde di non averci ancora pensato. Tra i restanti, poco meno della metà (47%) vorrebbe iniziare in un’impresa tradizionale, mentre poco più della metà nella propria startup (25%), in una startup fondata da altri (9%) o in un’azienda dal business digitale (18%).

Anche in questo caso, le risposte degli HR manager sono diverse: solo un terzo (33%) ritiene che gli studenti intendano lavorare in un’impresa tradizionale, due terzi pensano che gli studenti preferiscano iniziare in contesti innovativi come un’impresa dal business digitale (32%), la propria startup (26 ) oppure una startup fondata da altri (5%).

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