Quando l’innovazione sposa la creatività

Innovazione non implica necessariamente l’utilizzo di tecnologie complesse: alla base di una soluzione innovativa può anche esserci "solo" un’idea creativa. E’ il caso della cabina multisensoriale inventata da Ibm

Pubblicato il 28 Feb 2008

L’idea di base di una soluzione innovativa non è necessariamente rappresentata da un utilizzo spinto di tecnologie d’avanguardia; a volte, l’innovazione nasce da un utilizzo diverso, innovativo appunto, di tecnologie in sè non particolarmente complesse. Ed è proprio quello

che è successo con la Cabina multisensoriale, nata da un’idea di Maria Cristina Farioli (nella foto), direttore marketing di Ibm Italia: “Cercavamo una nuova modalità di fare branding da proporre al settore della moda e l’idea è stata quella di proporre qualcosa che entrasse nel campo della customer experience basandosi sulla multisensorialità”. Entrando nella cabina si ha la sensazione di “immergersi” in una sfilata gustandone le immagini, i colori, i suoni, i profumi: l’implementazione di tecnologie audio, video e olfattive avanzate consente infatti di entrare in questo mondo virtuale. Gli ambiti dove uno strumento di questo genere possono trovare applicazione sono numerosi, da quello medico al retail, al turismo; la cabina è realizzata con tecnologie sviluppate da partner Ibm, ma l’interessante opportunità di business che essa apre a Big Blue riguarda i server blade di calcolo veloce (necessari per processare la enorme mole di informazioni derivante dall’utilizzo del 3D ecc.). E l’idea è piaciuta talmente che Ibm Corporation ha deciso di installare una di queste cabine alla Fiera internazionale del retail tenutasi a New York nello scorso gennaio: “Ma ho preteso che fosse targata con un bel made in Italy!”, ha detto Farioli.

Il giardiniere dell’innovazione
Strettamente legata al “Check up dell’innovazione”, iniziativa lanciata alla fine del 2006 da Ibm in collaborazione con Sda Bocconi, è invece l’Innovation Bag: una borsa di attrezzi da giardino che rappresenta la metafora del percorso ideale per fare innovazione. La finalità del check up era duplice: da un lato offrire alla piccola e media impresa italiana uno strumento di verifica sul proprio orientamento all’innovazione aziendale; dall’altro misurare, nel complesso, lo stato dell’arte di questo importante comparto in termini di innovazione aziendale e It. Il check-up è stato utilizzato da oltre 600 imprese (si veda l’articolo, pubblicato sul numero di ottobre di ZeroUno “Innovazione aziendale e It nella Pmi italiana: il percorso è iniziato”, che riassume i risultati dell’analisi dei questionari) e l’Innovation Bag riassume le sei fasi topiche per condurre l’azienda sulla strada dell’innovazione. Il punto di partenza è rappresentato dall’idea iniziale (nuovo prodotto o servizio), le successive cinque fasi aiutano a capire come trasformare un’idea innovativa in un percorso di innovazione: analisi dell’azienda per individuare il modello di business più efficace; identificare le tecnologie che possono abilitare il perseguimento degli obiettivi identificati; trovare i finanziamenti necessari ad implementare un processo di innovazione; monitorare con costanza la crescita ed ogni evento che può influenzarla ed essere pronti ad intervenire tempestivamente ad ogni cambiamento ‘del mercato..
Adesso, sempre in collaborazione con Sda Bocconi, è partito “IQuest – il Questionario dell’Informazione manageriale”, uno strumento per i manager delle aziende (sia di business sia dei sistemi informativi) che consente loro di approfondire la propria capacità di disporre delle informazioni necessarie per il controllo direzionale e per prendere le decisioni. E siamo curiosi di vedere cosa si inventerà Maria Cristina Farioli per comunicare i risultati di questa iniziativa.

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