Vita da CEO

Pietro Marrazzo (Insight Italia): “il tempo per pensare ha un valore inestimabile”

Mettere al centro le persone non significa solo avere rispetto per il lavoro che compiono ma è anche una strategia che consente all’azienda di avere i futuri manager e leader che continueranno a farla crescere. È racchiuso in un questo assunto tanto semplice quanto efficace il percorso “da CEO” di Pietro Marrazzo, Country Manager di Insight Italia

Pubblicato il 30 Gen 2020

Pietro Marrazzo illustrazione

Uno storytelling stimolante quello che riguarda la “Vita da CEO” del nostro intervistato, arrivato in Insight Italia quindici anni fa in un team molto piccolo (era il sesto membro del team italiano). Stiamo parlando di Pietro Marrazzo, Country Manager di Insight Italia, che si è raccontato a ZeroUno confidando che, solo sei anni fa, ad un ruolo simile avrebbe detto “no!”, per timore di perdere il contatto con il mercato e la relazione con i clienti.

Oggi però ricopre il ruolo con grande passione, entusiasmo ed anche la consapevolezza che quei timori erano infondati, o per lo meno lontani dal suo “essere CEO”.

L’importanza dell’essere un pensatore seriale

ZeroUno: Com’è dunque la giornata “tipo” di questa tua “vita da CEO” che all’inizio non ti aspettavi?

Marrazzo: La mia giornata tipo parte con la “rincorsa” dei bambini da preparare per la scuola, una bella palestra casalinga. Ho una bellissima famiglia, sono sposato da tredici anni con Veronica ed ho due figli, Beatrice di otto anni ed Edoardo di tre anni e mezzo. La colazione è il momento più importante della giornata perché la dedichiamo a noi.

Mia moglie ed io ci dividiamo i compiti, lei accompagna a scuola Beatrice ed io porto Edoardo all’asilo per poi proseguire verso l’ufficio, dove arrivo all’incirca verso le nove del mattino.

La prima mezz’ora la dedico sempre “alla chiacchiera” con i colleghi, non necessariamente con i miei diretti riporti (per quel tipo di confronto ci sono momenti più istituzionali). Poi proseguo la giornata districandomi tra riunioni e, cosa più importante, dedicando tempo alle relazioni con clienti e partner. Ho un calendario che organizzo con almeno un paio di settimane di anticipo in modo da programmare bene gli impegni e fare in modo che siano efficaci per tutti, senza far perdere tempo ad alcuno.

Anche se c’è poca flessibilità nell’agenda quotidiana, cerco con costanza di prendermi ogni giorno almeno un’oretta e poco più per pensare… solo per pensare. Il valore di questa scelta è inestimabile, mi permette di razionalizzare le emozioni con le quali, necessariamente e umanamente, vivo il confronto con gli altri ed i feedback che mi vengono trasmessi, di analizzarli e di trarne il significato corretto.

Anche se a volte con qualche difficoltà, cerco sempre di bilanciare al meglio la vita professionale con quella privata. Ho imparato che i figli sono una risorsa preziosa, non solo perché mi consentono davvero di “staccare la testa” dal lavoro ma anche di avere un ruolo importante fuori dal contesto professionale, quello che riguarda la loro crescita.

La famiglia è anche l’ambiente confortevole che mi aiuta a guardare le cose in modo diverso, mia moglie in questo senso mi è di grande supporto.

Nel tempo libero coltivo anche qualche piccola passione come il Golf, uno sport che ho imparato ad amare moltissimo perché coniuga la competitività con la libertà di stare all’aria aperta con diversi compagni di gioco.

foto Pietro Marrazzo Insight
Pietro Marrazzo, Country Manager di Insight Italia

ZeroUno: Quali sono gli “ingredienti” della tua leadership e del tuo modo di guidare Insight Italia?

Marrazzo: Da tre anni a questa parte l’azienda ha investito in un corso di Executive Leadership tenuto da ex generali di West Point [l’accademia militare degli Stati Uniti – ndr] che ci insegnano i principali aspetti del commitment di un leader.

Il più importante di questi che metto in pratica con convinzione è l’attenzione alle persone che significa, in primo luogo, parlare e confrontarsi con tutti. Ho imparato che i feedback di tutti sono preziosi e possono contribuire al successo dell’azienda, indipendentemente dal ruolo che poi si ricopre formalmente nell’organizzazione.

Definirei quindi il mio modo di essere CEO come “servant leadership” dove il concetto di “servo” non va inteso con accezione negativa ma come attitudine ad ascolto, empatia e cura, senza tralasciare gli aspetti più legati a consapevolezza, persuasione/esortazione e governance che una figura manageriale credo debba avere.

È il business che fa la Digital Transformation

ZeroUno: Quali sono gli obiettivi che ti dai per la “tua” Insight?

Marrazzo: Il mio sogno è che questa azienda si affermi sul mercato italiano come un partner tecnologico affidabile e capace di creare soluzioni intelligenti che permettono alle aziende italiane di migliorare in termini di efficacia, agilità e innovazione.

Per raggiungere un traguardo come questo servono persone competenti e volenterose. Ogni anno cresciamo del 20% circa come organico e organizziamo corsi di sviluppo professionale individuali (chiamati internamente “Carreer Structure”) per preparare “i manager di domani”. I giovani sono un asset importantissimo per noi, ci aiutano a vedere il futuro attraverso i loro occhi e le loro menti, saranno loro infondo i fruitori delle nuove tecnologie.

ZeroUno: Quali sono le criticità che potrebbero rallentare questo tuo sogno/obiettivo?

Marrazzo: Oggi il motore della Digital Transformation è il top management, senza un forte commitment dall’alto i progetti non partono o rimangono bloccati nell’alveo della sperimentazione tecnologica nelle stanze dei dipartimenti IT.

La criticità risiede quindi nel trovare il linguaggio più adatto per sviluppare progetti che abbiano davvero “un senso” per il business, sapendo che ritorno dell’investimento e business case sono sempre più complessi e poco prevedibili.

Pietro Marrazzo illustrazione
Pietro Marrazzo, Country Manager di Insight Italia. Illustrazione di Elisa Vignati.

ZeroUno: Come si riflette questa sfida sulla vostra organizzazione?

Marrazzo: Il 70% dei nostri progetti si basa su soluzioni che personalizziamo in funzione delle esigenze del cliente, questo significa che fin dall’inizio è di fondamentale importanza comprendere le ricadute che le tecnologie avranno sulle strutture organizzative, sui processi e sulle persone che le utilizzeranno.

Per noi implica un ripensamento del ruolo commerciale: non servono venditori capaci di stringere mani e offrire cene, servono persone competenti che conoscono bene le tecnologie e sanno identificare (e spiegare) la ricaduta sul business.

Fermarsi a riflettere, l’augurio per i giovani

ZeroUno: Come sempre in chiusura chiediamo ai “nostri CEO” se ci sono suggerimenti o consigli che si sentono di dare ai giovani di oggi. Tu cosa vorresti dire loro?

Marrazzo: A mio avviso il consumo del web e dei social ha tolto ai ragazzi il tempo per pensare. Io ricordo che nel tragitto tra casa e scuola, non avendo altro da fare se non camminare, il pensiero libero era quasi un toccasana.

Penso che sia compito nostro, di adulti, insegnare ai ragazzi l’importanza della riflessione, del pensiero. È importante che trovino il tempo per fermarsi a meditare, ragionare, valutare ciò che vivono, ciò che vedono, ciò che gli sta intorno.

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