Vita da CEO

Francesca Moriani, CEO di Var Group: confronto ed apertura gli ingredienti di una leadership (e di un business) di successo

Una leadership naturale che esprime con ascolto, libertà d’espressione (non solo nella parola) e capacità di delega e responsabilità. Francesca Moriani, numero uno di Var Group che coniuga grinta e determinazione con empatia e sensibilità, racconta di sé, della sua azienda, delle donne e dei giovani.

Pubblicato il 13 Nov 2019

Ritratto di Francesca Moriani

Essere donna in un mercato prevalentemente maschile e avere un cognome importante che lascia spazio ai pregiudizi, hanno reso ardua la salita di Francesca Moriani alla guida di Var Group. “Mi sono preparata per tempo, con studi e lavoro, ma all’inizio nemmeno pensavo ad arrivare dove sono ora… ma sono molto contenta, soddisfatta ed orgogliosa di esserci!”.

Il percorso di studi l’ha portata all’estero (dopo una laurea in Economia Aziendale all’Università di Pisa ha conseguito un MBA in “International Management” alla University of Brighton), così come alcune esperienze lavorative della “prima parte” della sua carriera professionale (per esempio in Irlanda come Responsabile Telesales presso l’IBM Dublino).

“Entrare in contatto con paesi e culture differenti apre la mente. Viaggiare è la mia più grande passione e anche quando mi concedo una vacanza desidero entrare in contatto con le culture locali; zaino, cartina e guida locale sono tutto ciò che mi serve”, sottolinea Moriani che, in questa intervista rilasciata a ZeroUno, non solo racconta la sua “vita di CEO” ma condivide alcuni importanti spunti di riflessione sulla leadership, sul ruolo delle donne e sul futuro dei giovani.

Delega e responsabilità per essere agili, anche nelle scelte strategiche

ZeroUno: Esiste nella “corsa” quotidiana una giornata tipo?

Francesca Moriani: Il mio lavoro consiste per oltre il 90% del tempo nell’incontrare persone con le quali mi confronto, ma in questa quotidianità non c’è nulla di routinario.

Ogni giorno incontro non solo le persone dell’azienda ma anche, e soprattutto, clienti, manager ed imprenditori con una missione molto chiara: ascoltare le loro esigenze per capire cosa è davvero necessario fare oggi all’interno delle aziende. La tecnologia in questo senso è un fattore abilitante ma le aziende sono costantemente sottoposte a sollecitazioni eccessive e per poterle aiutare in modo concreto servono prima di tutto ascolto, conoscenza, comprensione, altrimenti il rischio è di disperdere risorse (ed investimenti).

Sono convinta che una realtà come Var Group possa mettere a fattor comune le esperienze non solo per supportare le aziende ma anche per migliorare il nostro sistema paese. Var Group è italiana e la nostra lunga storia si è sviluppata al fianco della media azienda italiana, ne conosciamo la natura e sappiamo interpretarne esigenze e criticità.

ZeroUno: Come riesci a coniugare lo spazio da dedicare al mercato con la necessità di guidare un’azienda strutturata come Var Group?

Francesca Moriani: Lo smartphone è il mio strumento di lavoro principale; in azienda siamo tutti dotati di soluzioni avanzate di collaboration che ci consentono di organizzare video chiamate e scambiarci dati, informazioni documenti con estrema semplicità.

Il controllo in azienda è una mera attività di check numerico esercitabile con strumenti tecnologici che mi consentono di avere, quotidianamente, la situazione di ordini e progetti, e mensilmente l’analisi dei conti economici. Dev’esserci naturalmente una governance chiara che consenta di gestire le priorità ed il rispetto dei tempi, per il resto però non esiste controllo ma tanto confronto.

ZeroUno: Una situazione che implica necessariamente ampia delega…

Francesca Moriani: Duemila persone distribuite su tutto il territorio nazionale con ruoli e professionalità diverse (la nostra è una realtà che fa molteplici attività, abbiamo svariate linee di business); la delega è fondamentale!

Appena assunto il ruolo di amministratore delegato c’è stato un “tempo fisiologico” di adattamento e tutte le decisioni confluivano su di me. Da più di un anno l’organizzazione si è strutturata meglio, con manager e team leader che hanno assunto ruoli decisionali e di responsabilità importanti. La struttura organizzativa più articolata non è però sinonimo né di gerarchia né di irrigidimento, siamo e continuiamo ad essere una realtà molto snella.

Il rapporto con i partner tecnologici

ZeroUno: Come si inserisce il rapporto con i vendor tecnologici nella guida di una realtà che fa da “cerniera” tra i big dell’IT e le aziende utenti?

Francesca Moriani: Siedo in diversi board, anche europei ed internazionali, e devo dire che tutti i vendor con cui abbiamo importanti partnership sono coscienti di ciò che succede nel nostro paese. Da un punto di vista tecnologico la ricerca e sviluppo trova modo di essere calata anche in dimensioni nazionali come quella dell’Italia, anche se la roadmap globale che disegnano i vendor non sempre combacia con la maturità del mercato locale.

In questi incontri preferisco sempre avere al mio fianco una persona italiana (manager del vendor) affinché non solo percepisca cosa i vertici trasferiscono a noi partner, ma possa poi identificare insieme a noi la via migliore per “adattare” una roadmap ed una strategia globali ad un contesto locale.

Va detto che i vendor hanno il grande pregio di aiutarci a identificare le vie da percorrere, riescono a guidarci anche in alcune importanti scelte strategiche.

foto Francesca Moriani, AD di Var Group
Francesca Moriani, AD di Var Group

Leadership e femminilità

ZeroUno: La tua è una “leadership naturale”, in che modo senti di riuscire ad esprimerla al meglio?

Francesca Moriani: L’ascolto e la libertà di espressione (non solo verbale, anche nelle scelte professionali e personali e nel modo di essere) sono due condizioni per me imprescindibili che ho sempre cercato di garantire anche quando, all’interno del gruppo aziendale, ricoprivo altri ruoli alla guida di team più contenuti.

Ancora troppo spesso si vedono situazioni in cui le persone vanno al lavoro indossando una maschera, recitando un ruolo professionale che poco ha a che vedere con la persona stessa e ciò che questa è ed esprime fuori dal contesto lavorativo. Ciò che cerco di fare quotidianamente è abbattere queste barriere creando un’atmosfera tale per cui le persone possano sentirsi libere di esprimersi senza preoccupazioni. Al primo kick-off che ho gestito in Var Group ho chiesto agli uomini di gettare tutte le cravatte, penso che un uomo debba sentirsi libero e scegliere senza troppi vincoli se indossarla o meno… è stata una scelta simbolica, volevo che le persone capissero che possono sentirsi libere.

La cultura della “porta aperta” l’ho un po’ ereditata dai miei mentori (Paolo Castellacci e Giovanni Moriani) che mi hanno insegnato, più con l’esempio che con le parole, la disponibilità all’ascolto come valore, certamente umano ma anche di business. Come donna credo anche di avere una “marcia in più” quanto ad empatia e sensibilità.

ZeroUno: Come vedi la posizione della leadership femminile in un contesto di business, nazionale, che ancora fatica a concedere alle donne posizioni di rilievo nelle aziende?

Francesca Moriani: Credo che il “problema” stia ancora nelle donne stesse, spesso chi arriva ai vertici fa scelte personali di sacrificio e rinuncia, che non significa privarsi di famiglia e figli (anche se spesso è così) ma sacrificare il tempo per loro (ben sapendo che i bambini ne soffrono molto). In realtà sono scelte difficili, oggi, anche per gli uomini che sentono il desiderio di vivere al meglio la loro paternità.

Tutto sta in realtà nella gravidanza e nell’imprevedibilità che questa porta con sé. Bisognerebbe incentivare di più la parità e lo smart working in modo da poter condividere responsabilità ed opportunità tra genitori, senza dover necessariamente costringere uno dei due a rinunciare ad una possibile carriera professionale.

Per aiutare i nostri dipendenti a conciliare vita familiare e lavoro, in Var Group abbiamo aperto gli asili nido aziendali e incentiviamo lo smart working supportando le persone con tutto ciò che serve per agevolare il lavoro fuori dal contesto dell’ufficio, anche da casa con i propri figli accanto.

Ritratto di Francesca Moriani
Ritratto di Francesca Moriani, Illustrazione di Elisa Vignati

Il consiglio ai giovani

ZeroUno: Che rapporto hai con i giovani e cosa ti senti di consigliare loro?

Francesca Moriani: Trovo che le nuove generazioni abbiano un enorme potenziale; sono ragazzi in gamba, con tanto entusiasmo e tantissima voglia di fare, sono preparati e con quella sana arroganza giovanile che li rende ottimisti e colmi di un vero spirito di cambiamento e innovazione.

Noi lavoriamo moltissimo con le Università e le Scuole. Vogliamo attirare giovani “smanettoni” aiutandoli anche con affitti e mutui affinché possano uscire dalla casa dei genitori e andare a lavorare fuori dalla propria città. Garantiamo poi corsi di formazione, soprattutto della lingua inglese perché conoscenza indispensabile per poter viaggiare e poter avere un confronto utile con persone che vivono in contesti e culture differenti.

Ai più piccoli, quelli che stanno ancora affrontando gli studi obbligatori o secondari, consiglio di viaggiare molto e di spendere qualche periodo di studio all’estero, con l’invito però a tornare. Infine, suggerisco ai ragazzi di fare ciò che davvero gli piace nella scelta degli studi perché il lavoro evolve, non ha senso scegliere degli studi in funzione di un lavoro futuro che non è detto che esisterà o che potrà piacere.

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