Green IT. Nessuna moda. Ormai è una necessità!

Si sta ormai passando dalla fase di dibattito a una diffusa azione di strategia green in tema di utilizzo di tecnologie It. Pur essendoci diversi percorsi di attuazione, risparmio energetico e una doverosa attenzione all’ambiente stanno prepotentemente entrando nella cultura e nell’azione di fornitori e utenti. Ecco una fotografia di tendenze, problemi, vantaggi e aree di intervento

Pubblicato il 30 Set 2008

Eco sostenibilità, rispetto dell’ambiente, comportamenti socialmente responsabili, strategie It in chiave “Green”. I temi sono, attuali (e forse anche un po’ di moda) ma analisti, mondo politico e accademico, istituzioni ed aziende sono concordi nel ritenere che alle parole debbano ora seguire i fatti. Il rapporto sul riscaldamento del nostro pianeta presentato alle Nazioni Unite lo scorso inverno non lascia dubbi: la temperatura globale è aumentata e continua a crescere pericolosamente. È necessario intervenire subito e su più fronti per contrastare il fenomeno. L’It non è esente da questo “obbligo”.
Secondo le stime di Gartner, le emissioni di biossido di carbonio rilasciate annualmente da server e pc rappresentano lo 0,75% del totale (senza tenere conto delle emissioni dovute alle attività di raffreddamento). Non solo. L’It contribuisce a circa il 2% delle emissioni globali di CO2 (responsabili dell’effetto serra), pari a quelle prodotte dal traffico aereo. E nel settore informatico gli esempi riportati a testimonianza dell’impatto negativo sull’ambiente si susseguono a ruota: una Cpu scalda e consuma per centimetro quadrato più di quanto faccia un ferro da stiro; dei 6 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici prodotti in un anno, l’11% deriva dall’It. Numeri ed esempi che dimostrano quanto sia importante intervenire perché, per quanto possa sembrare un paradosso, pur essendo una delle industrie più inquinanti, quello dell’It è anche il comparto che può fare di più in termini di azioni mirate.

Green It: confusione sulle azioni
Una recente nota di Gartner parla però di disorientamento e confusione da parte delle aziende. Dopo aver esaminato strategie, intenzioni, necessità e obiettivi delle funzioni It in relazione all’approccio Green, la società di analisi è giunta alla conclusione che siamo di fronte ad una saturazione, più dei discorsi che delle iniziative, però. Se ne parla da tempo, se ne parla troppo e in modo spesso poco chiaro con il risultato che le aziende, i Cio in particolare, non sanno cosa fare.
Secondo Gartner tale scenario proseguirà ancora a lungo (non è un tema di moda e basta, è una necessità che richiede uno sforzo da parte delle aziende) ma i risultati si possono ottenere. A tal proposito la società di ricerca propone una mappa che potrebbe aiutare le aziende a seguire un percorso, una griglia di azioni attuabili nel breve, nel medio e nel lungo periodo.
Nell’immediato (inteso come lasso di tempo di circa 24 mesi), Gartner suggerisce alle aziende di attivarsi in progetti che prevedano la razionalizzazione degli spazi fisici e una migliore strategia per quanto riguarda alimentazione elettrica e sistemi di raffreddamento (in altre parole, bisogna partire da un ridisegno dei data center).
Nel medio periodo (dai 2 ai 5 anni) Gartner inserisce nella sua griglia tutte quelle azioni che hanno a che fare con l’adozione di nuove tecnologie, alcune abbastanza mature come i sistemi di videocomunicazione (che l’analista suggerisce di adottare), altre meno ma in fase di maturazione (Green It procurement; Green asset life-cycle programmes), nonché le strategie di Corporate Social Responsibility e i programmi It in un’ottica Green.
A lungo termine, invece, le azioni da intraprendere sono massicce e implicano strategie e progetti di edilizia che, per esempio, comprendano l’utilizzo di fonti rinnovabili ed energie alternative ma anche l’efficienza del software e della sua progettazione.
A conclusione della sua analisi Gartner sottolinea come un approccio Green all’It diventi elemento discriminante per la maggiore efficienza di qualsiasi azienda.

L’importanza del Green It
A conferma dell’importanza dell’approccio Green da parte dell’It arrivano anche i dati di una recente survey Idc presentati durante l’ultima Green It Conference 2008 organizzata da Idc Energy Insights e 4ITGroup. L’indagine rivela che il 50% degli It manager intervistati (su una base di quasi 300 interviste, ndr) ritiene che sia molto importante ridurre l’impatto ambientale della propria azienda (vedi figura 1). Solo il 30% lo ritiene meno importante.


FIGURA 1
Grado di importanza della riduzione dell’impatto ambientale da parte delle aziende su una scala da 1 a 5
fonte: Idc Survey, settembre 2007

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Dello stesso parere un’altra società di ricerca, Forrester Research, secondo cui le aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, stanno prendendo un vero orientamento Green, partendo proprio dall’It (il 38% di 130 aziende nordamericane ed europee coinvolte in una recente indagine ha dichiarato di selezionare nuovi sistemi It e di valutare i nuovi investimenti ricorrendo a criteri che tengono conto dell’impatto ambientale). L’indagine di Forrester (“Green Progress In Enterprise It”) rivela poi un altro dato interessante: il 15% delle aziende dice di avere già un piano generale di green It, il 25% è in fase di definizione di un simile piano e il 39% lo sta prendendo in considerazione per i prossimi investimenti.
Nello studio risulta, infine, che, seppur rimanendo al primo posto il risparmio economico come motivazione che guida gli acquisti It, al secondo posto c’è il rispetto dell’ambiente.
Risparmio e Green It rappresentano un binomio che, almeno per ora, sembra guidare le scelte di investimento dell’It dove il contenimento dei costi è sicuramente un fattore di accelerazione importante delle strategie ambientali aziendali.
“Il Green IT è economicamente necessario” – commenta Roberta Bigliani, research director Emea Idc Energy Insight. “In 10 anni la spesa per il Power & Cooling dei data center si è più che raddoppiata e il tasso di crescita per i prossimi anni è pari a 4 volte il tasso di crescita della spesa per nuovi server. Per 1 dollaro speso in hardware, quasi 50 centesimi sono spesi in energia (vedi figura 2). Quindi, il fattore numero uno che spinge le aziende verso il Green It è proprio di natura economica: un approccio Green è fondamentale per ridurre i costi operativi”.


FIGURA 2
Previsioni di crescita della spesa It per l’acquisto di nuovi server e l’aumento dei costi di energia e raffreddamento dal 1995 al 2010
fonte: Idc, 2007

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Il peso dei data center
I maggiori costi derivano principalmente dai data center. “Allo stato attuale, l’età media dei data center è di 12 anni”, dice Nathaniel Martinez, program director Idc European Systems and Infrastructure Solutions, “e la maggior parte delle strutture hardware non ha le caratteristiche di risparmio energetico imposte alle nuove unità vendute. Il consolidamento dei data center, gli investimenti in tecnologie nuove e più potenti, la virtualizzazione e la riprogettazione dei sistemi di raffreddamento sono un esempio di Green Strategies vincenti per ridurre l’impatto sull’ambiente e per ridurre i costi”.
Dai risultati del televoto al primo forum italiano Energy Insights è emerso che l’Ict può contribuire a raggiungere l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale attraverso soluzioni architetturali di rete e applicativi che implichino minori risorse energetiche (94% dei rispondenti – vedi figura 3), soprattutto in ragione del fatto che le maggiori spese, all’interno di un data center, derivano da mantenimento e amministrazione (67%), di cui fanno parte le spese di raffreddamento, ed energia (13%) (vedi figura 4).


FIGURA 3
Risultati televoto del I° Forum Italiano Energy Insights alla domanda “L’ICT può contribuire a raggiungere l’obiettivo dei ridurre l’impatto ambientale? Come?”
fonte: Idc, settembre 2007

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FIGURA 4
Ripartizione delle spese di un data center
fonte: Idc, 2007

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E a dimostrazione che è proprio dalla razionalizzazione dei data center che può partire una strategia It “green oriented” (anche se va ricordato che non è l’unica azione possibile) giungono anche i dati dell’indagine “Power and Cooling Survey” (Idc, 2007) che rivelano come gli ambiti nei quali sta crescendo l’attenzione da parte delle funzioni It e delle aziende siano l’integrazione e la razionalizzazione dei sistemi e dei data center (22%) e l’ottimizzazione e la razionalizzazione della capacità delle apparecchiature (28%), con crescente attenzione verso power provisioning e spazi fisici (vedi figure 5 e 6).


FIGURE 5 e 6
Ambiti nei quali sta crescendo l’attenzione da parte dell’It per un efficiente intervento sulla razionalizzazione dei data center
fonte: Power and Cooling Survey

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Anche Gartner suggerisce nella sua “griglia” di iniziare dal risparmio energetico attraverso la ristrutturazione dei data center individuando alcune aree di intervento e tecnologie primarie: soluzioni storage più performanti, server con processori multi-core, virtualizzazione e software che permettano l’analisi e il controllo dell’operatività delle apparecchiature, del carico di lavoro e del dispendio energetico (in un logica di gestione intelligente del data center).
Rakesh Kumar, vice president Gartner, durante lo scorso It ChannelVision Europe 2008, ha posto all’attenzione dei Cio e dei business manager presenti alcune riflessioni importanti sull’utilizzo delle attrezzature informatiche in azienda: “Nel 2007 la produzione di Pc è stata pari a circa 160 milioni di unità. Di tutti questi Pc, una volta conclusosi il loro ciclo di vita, soltanto il 27% viene correttamente riciclato (il 33% diventa pura spazzatura e ben il 40% finisce a giacere nei magazzini). Tralasciando comunque il non sufficiente impegno verso smaltimento e riciclaggio (che dovrà comunque trovare il giusto peso nelle politiche ambientali a breve), le aziende, in questo momento, dovrebbero porre maggiore attenzione all’uso dei device, ossia all’utilizzo reale che se ne fa”.
Le imprese dovrebbero attuare una strategia Green in un’ottica di power management. “Considerando che la maggior parte delle decisioni in chiave ambientalistica nascono da una primaria esigenza di contenimento dei costi e dei consumi energetici – dice l’analista, – le imprese dovrebbero investire in macchine che consumano meno ma soprattutto che possano essere utilizzate al massimo delle loro potenzialità”.
“I costi relativi al funzionamento dei data center (energia e raffreddamento) – spiega Kumar – incidono per ben il 10% sul budget Ict complessivo e secondo Gartner nei prossimi tre anni si prevede che tale percentuale possa crescere fino al 30%. I dispositivi, ad oggi, sono utilizzati solo per un terzo del tempo in cui restano accesi e non sempre sono utilizzati al pieno delle loro capacità”.
In quest’ottica, tornano quindi prepotentemente in auge le tematiche ormai note di server consolidation e virtualization che, se attuate all’interno di una strategia Green, possono dare risultati positivi anche sull’abbattimento dei costi. I cambiamenti si possono avere quindi anche con azioni “secondarie” e mosse da motivazioni non necessariamente ambientalistiche.
Se è ormai assodato che la virtualizzazione e la server consolidation hanno il loro lato Green, è innegabile che lo stesso si possa dire per lo storage. In quest’ambito, l’approccio dell’Information Lifecycle Management, in base al quale le informazioni vengono archiviate in relazione al proprio valore utilizzando, quindi, gli apparati di archiviazione più appropriati senza “caricare” il data center di sistemi storage, e relativi apparati di raffreddamento, sovradimensionati.

Software: maggiore efficienza nella progettazione
In tema Green It anche il software gioca un ruolo fondamentale, fin dalla sua progettazione, soprattutto in relazione all’analisi, al controllo e al reporting del funzionamento delle apparecchiature, del loro consumo energetico e del loro effettivo impiego. Funzioni che in chiave Green possono aiutare ad utilizzare meglio le infrastrutture e a governarle in modo che, a seconda di quali siano i business driver (risparmio energetico o Compliance alle normative in tema ambientale), si possa intervenire in una direzione piuttosto che un’altra.
“Ciò che serve è un cambiamento organizzativo”, dice Eugenio Capra del Dipartimento elettronica e Informazione del Politecnico di Milano. “Bisogna capire quali siano le componenti dei sistemi It che consumano più energia, e migliorarne sempre più l’efficienza energetica. È necessario riuscire ad arrivare alla radice del problema: il software, sopra al quale è costruito tutto il data center. A mio avviso, scrivere software di qualità ne riduce il consumo energetico a parità di prestazioni, così come avviene per i costi di manutenzione”. E l’analisi di Capra va ancora più a fondo: “Un Pc oggi consuma circa 200 watt; un rack di server blade ne consuma 40 e i medi data center arrivano a 250 kilowatt, come un quartiere. Spesso i grandi data center (10 megawatt di consumo, quanto una cittadina) si trovano di fronte all’impossibilità di crescita dovuta al fatto che l’ente che eroga energia non può concentrare in una singola zona tanta energia quanta ne servirebbe. Di questa energia il 40% viene usato per il raffreddamento, il 42% per il funzionamento degli accessori (memorie, ventole) e solo il 18% è impiegata per il reale funzionamento della macchina: il calcolo. L’efficienza in sostanza è sotto il 50% . Inoltre per 1 watt di potenza di calcolo ne servono 28 per gestire l’intero processo . Se si tiene conto dell’effetto moltiplicativo, quindi, si può capire che agire proprio sulla dissipazione di calcolo porterebbe a risparmi più che significativi”.

Le aree di intervento
Per arrivare ad avere un risparmio energetico reale e, quindi, applicare una strategia Green It partendo proprio dalla primaria esigenza di business (l’abbassamento dei costi), si possono, in conclusione, identificare le seguenti aree di intervento: “A livello di server è possibile intervenire concentrando i processi di conversione dell’energia da alternata a continua (evitando l’utilizzo di singoli trasformatori) – dice Capra. – A livello di sistema, vanno favoriti la virtualizzazione e il bilanciamento dei carichi, nonché le procedure di consolidamento. Dal punto di vista della struttura si possono ottimizzare i sistemi di raffreddamento (a partire dall’abbassamento dei soffitti). Dal punto di vista del software, va perfezionato lo sviluppo delle applicazioni ma questo deve essere accompagnato da uno sforzo strategico aziendale nella direzione di una migliore ottimizzazione dei dati da elaborare, archiviare e rendere disponibili. Per quanto riguarda i Pc, l’intervento è, come si diceva, nella direzione della migliorare l’efficienza di calcolo degli elaboratori”.
Da non dimenticare, infine, i piccoli gesti quotidiani che eviterebbero inutili sprechi: computer lasciati accesi, stampe di documenti inutili e quant’altro possa impattare, anche con la nostra singola azione, sulle risorse preziose del pianeta che vanno esaurendosi.

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