Consip: abilitare Agenda Digitale e Spending Review

Fornire servizi di consulenza e di assistenza progettuale, organizzativa e tecnologica per l’innovazione e gestire il programma per la razionalizzazione degli acquisti nella PA: sono questi i difficili compiti di Consip. Ruolo, linee guida, strategie della società degli acquisti della PA dalla voce del suo amministratore delegato Domenico Casalino

Pubblicato il 15 Giu 2012

Nell’ambito dell’innovazione della Pubblica Amministrazione, nell’attuazione dell’Agenda digitale e nel controllo della spesa pubblica secondo le indicazioni delineate nella Spending Review, Consip, società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è chiamata a svolgere un ruolo di primo piano. Ha infatti un duplice compito: fornire servizi di consulenza e di assistenza progettuale, organizzativa e tecnologica per l’innovazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze e della Corte dei Conti e gestire il programma per la razionalizzazione degli acquisti nella PA nel suo complesso. L’amministratore delegato Domenico Casalino (nella foto) indica a ZeroUno le linee guida dell’azienda, il cui modello di fusione fra innovazione, tecnologia e riorganizzazione dei processi può rappresentare un’indicazione per le amministrazioni.

ZeroUno – Quale ruolo è chiamata a svolgere Consip per contribuire all’innovazione della PA e in particolare nelle due sfide all’ordine del giorno: Agenda digitale e spending review?

Domenico Casalino – L’Agenda digitale nasce come strumento per portare innovazione, semplificazione e, contemporaneamente, efficienza e riduzione dei costi. Tutto questo si può fare con strumenti che noi da tempo sperimentiamo. Il nostro approccio va dal disegno ed eventuale ridisegno dei processi alla scelta, a valle di questi, delle tecnologie e alla loro diffusione, rivedendo anche le norme in modo che siano adeguate ed efficienti. In questo contesto il fattore economico e finanziario è determinante. Le razionalizzazioni, in particolare, sono probabilmente la miniera da cui trarre le risorse per l’innovazione. Un esempio: la sola gestione dei 1033 Ced della Pac costa 450 milioni l’anno. C’è dunque margine per ottimizzazione e aumento di efficienza.
Inoltre, secondo quanto pubblicato nella recente relazione sulla spending review, il programma procede su due piani. Il primo è l’ottimizzazione dei costi unitari e delle conseguenti efficienze derivanti dall’innovazione, con un ruolo determinante di indirizzo a livello nazionale per proporre strumenti di acquisto che possano traguardare un livello di efficienza elevato. Il secondo filone è più direttamente all’interno delle amministrazioni che devono definire il programma identificando cosa, quanto e come comprare. Come Consip riteniamo di poter dare un contributo enorme per fornire strumenti che aiutino a recuperare efficienza. Ma è altrettanto chiaro che le decisioni importanti restano all’interno delle amministrazioni che mantengono la responsabilità.

ZeroUno – Quali tecnologie/architetture Ict, ad esempio il cloud computing, possono contribuire a razionalizzare la spesa contenendo il proliferare dei Ced?

Casalino – Il cloud computing è una delle architetture su cui da mesi stiamo lavorando con DigitPA [l’ente per la digitalizzazione della PA, ndr] per definire le gare relative [ZeroUno pubblicherà nel numero di settembre un’intervista allo stesso Casalino interamente dedicata alla straegia cloud di Consip ndr]. Il modello complessivo che verrà delineato con il nuovo decreto Digitalia deve essere ancora tracciato. Probabilmente e auspicabilmente verrà identificato il soggetto regolatore che possa indirizzare l’Agenda digitale e svolgere le funzioni di regolazione per indirizzare il settore Ict pubblico. Nell’attuale contesto, il cloud computing potrebbe rappresentare un punto di svolta. Fino ad oggi l’informatica è stata guidata come una fabbrica la cui produzione era determinata dai sistemi informativi, che compravano materie prime e producevano servizi. Ma soprattutto le amministrazioni piccole e quelle dove la complessità è maggiore dovrebbero invece acquistare direttamente i servizi o i risultati sulla base dei rispettivi profili organizzativi. Il cloud computing è perfetto per questo scopo, ma il problema è disegnare delle gare studiate in modo specifico. Il ruolo di Consip può essere determinante per definire gare con tutte le carte in regola (che le amministrazioni impiegherebbero mesi per bandire) a partire dalla nostra esperienza nella realizzazione di grandi convenzioni finalizzate ad aumentare l’efficienza delle amministrazioni.

ZeroUno – Per quanto riguarda gli strumenti per gli acquisti, da anni si parla di e-procurement sia per ottimizzare la spesa della PA sia per stimolare la digitalizzazione delle imprese. Ma i risultati sembrano deludenti rispetto alle aspettative…

Casalino – Qualche giorno fa si è tenuta la settima conferenza europea dell’e-procurement [PEPPOL – Pan European Public Procurement Online], dove si è confermato che l’e-procurement non solo è uno strumento capace di garantire efficienza, trasparenza ed economicità, ma è anche un volano di sviluppo del mercato, uno stimolo all’innovazione e all’adozione di modelli più efficienti. Cosa ne frena lo sviluppo? Questo è un tema di grande impatto a livello sia europeo sia italiano. Un ostacolo è certo la resistenza al cambiamento e la scarsa propensione all’innovazione. Ma ci sono anche ostacoli di tipo normativo. Ad esempio la spending review con il decreto 52 introduce una misura che potrebbe sembrare di scarso rilievo ma è invece molto importante. La norma stabilisce che nelle gare online per l’acquisito di beni elettronici non sia più dovuto il diritto di rogito ai segretari comunali e provinciali. In precedenza invece, fatta la gara online, i documenti venivano stampati e firmati manualmente. Questo è solo un esempio, ma stiamo individuando altri impedimenti analoghi. Si tratta di definire normative che favoriscano l’efficienza. Alcuni paesi come la Francia hanno ad esempio stabilito che alcuni beni verranno acquistati esclusivamente online. Anche noi stiamo valutando di effettuare lo switch off per alcune categorie di prodotti. Si potrebbe probabilmente partire dall’informatica che verrebbe acquistata solo online per estendere la regola anche ad altre categorie.

ZeroUno – Quali sono altri i progetti su cui Consip si sta focalizzando in questo momento e che considera prioritari?

Casalino – Ci muoviamo su due piani. Da un lato intendiamo fornire al ministero dell’Economia e Finanze e a quello della Giustizia una sempre maggiore efficienza che non si basa solo sulla tecnologia ma si coniuga con un’organizzazione e processi basati sulle nuove tecnologie, e punta al miglioramento dei processi anche grazie all’opportunità di ridisegnare e concepire nuovi modelli di servizio. Queste innovazioni sono finalizzate non solo al miglioramento dei rapporti fra amministrazioni ma anche fra ministero dell’Economia da un lato e cittadini e imprese dall’altro. Un esempio per tutti è la piattaforma per la certificazione dei crediti che elimina i documenti cartacei e va a creare una nuova categoria di documento elettronico di certificazione, andando a completare la filiera dei documenti elettronici riconosciuti.
Dall’altro lato interagiamo con le amministrazioni e mettiamo a punto soluzioni standardizzate per gestire le gare di acquisto con la direzione degli acquisti. Il nostro obiettivo è rendere disponibili dei beni che possano indirizzare innovazione ed efficienza ma che traguardino anche modelli innovativi dove un servizio collegato al bene acquistato possa migliorare effettivamente la qualità del sistema.

ZeroUno – In che modo la vostra attività potrà aiutare anche le amministrazioni locali a razionalizzare la spesa e favorirne la digitalizzazione mettendo in gioco anche le imprese locali? E queste, generalmente di piccole dimensioni, non sempre robuste finanziariamente, come potranno reggere ai tempi incerti di pagamento della PA?

Casalino – Nella redazione di queste iniziative l’obiettivo che ci poniamo è standardizzare le modalità di acquisto e rendere confrontabili i rapporti prezzo/qualità, ma non pensiamo assolutamente a una convenzione unica a livello nazionale. E anzi vogliamo portare all’amministrazione tutta la partecipazione del territorio: l’obiettivo non è infatti escludere ma includere, anche grazie alla standardizzazione degli strumenti. Il nostro profilo di impiego è quello di avere numerosi lotti dove la grande impresa e la piccola impresa fanno squadra per migliorare l’efficienza dell’amministrazione.
Per venire alla seconda domanda, uno degli aspetti qualificanti del nostro approccio al mercato è definire con precisione le regole contrattuali, secondo modalità che garantiscano entrambi i contraenti. Questa chiarezza aiuta sia l’impresa sia l’amministrazione a fare la propria pianificazione economica e finanziaria. Il presupposto è che poi l’amministrazione agisca in modo corretto rispetto agli impegni. In ogni caso il nostro meccanismo impegna maggiormente l’amministrazione a decidere e a garantire all’impresa che l’impegno sarà onorato. Ricordo inoltre che una delle regole recentemente introdotte prevede che l’amministrazione non possa più prendere impegni su risorse che non ha, come forse ancora oggi accade grazie alla stesura di documenti ambigui.
Con la consapevolezza inoltre che il pregresso accumulato andava smaltito, è stata introdotta la certificazione elettronica del credito, che comporta risparmi per l’azienda nella cessione del credito non rendendo necessario l’atto notarile.

ZeroUno – Che ruolo possono svolgere infine gli Open Data in termini di trasparenza e rilancio dell’economia?

Casalino – Esperienze di altri paesi ci hanno mostrato che la trasparenza rende più efficienti e consapevoli le amministrazioni e oggi c’è una nuova attenzione ai dati a cui i nostri cittadini non erano abituati. Questo tema è presente sui tavoli dell’Agenda digitale e nel decreto Spending Review viene data l’indicazione di rendere disponibili i contratti e i dati relativi agli acquisti che andranno ad affiancare la comunicazione dei bilanci e dei compensi della PA. La consapevolezza dei cittadini sull’operato della pubblica amministrazione di riferimento è fondamentale per migliorarne la trasparenza e l’efficienza.

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