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Da tattica a strategica, l’innovazione digitale di Banca Popolare di Sondrio

Il passaggio da una innovazione tattica, legata alla tradizionale fornitura di sistemi e tecnologie, a una strategia di trasformazione che tende a rivedere l’intera impostazione aziendale passa anche attraverso l’Open innovation, “questo ci ha permesso – racconta il gruppo bancario – di poter avere visioni innovative e/o soluzioni interessanti per quanto riguarda il rapporto in real time con i clienti, la proposizione su misura, ma anche il tema del robo advisor o quello dei predictive analytics

Pubblicato il 08 Giu 2017

Digital banking

La rete territoriale del Gruppo bancario Banca Popolare di Sondrio con sede a Sondrio si compone di circa 350 filiali; il bilancio consolidato dell’esercizio 2015 del Gruppo ha rassegnato un utile netto di 129 milioni di euro.

Quello bancario è uno dei settori in cui la digital disruption sta avendo gli effetti più rapidi e visibili e in cui l’innovazione sta passando sempre più da esigenza tattica a scelta strategica dell’azienda.

“In Banca Popolare di Sondrio la trasformazione digitale non viene vista in accezione strettamente distruttiva e anzi viene percepita come abilitatore di un nuovo modo di vivere la banca per i nostri clienti”, spiega Milo Gusmeroli, Vicedirettore Generale della Banca Popolare di Sondrio. In particolare, la banca sta portando avanti alcune riflessioni sulla ridefinizione dei canali di relazione con la clientela, a favore di una user experience migliore: “Poiché i clienti sono sempre più portati alla digitalizzazione, pensiamo che la presenza sul territorio  debba essere rimodulata, concentrandosi sulla relazione e la consulenza e non tanto sugli aspetti operativi, anche con soluzioni indirizzate a categorie particolari di clienti. Vogliamo cioè far sì che nelle filiali prevalga il senso del rapporto diretto, personale e fiduciario con la clientela, cercando di capire come enfatizzare il ruolo di queste sedi in ottica di consulenza. Siamo inoltre convinti che strumenti come i robo advisor siano in grande evoluzione e rappresentino una frontiera del settore bancario che non possiamo e non vogliamo ignorare».

Per affrontare queste trasformazioni, Banca Popolare di Sondrio sta ripensando anche il proprio modello organizzativo, che prevede sempre un forte coinvolgimento della Direzione ICT con le proprie competenze tecnologiche e di Project Management, e un indispensabile commitment da parte delle Line of Business. “Questa trasformazione è possibile solo se l’innovazione entra nel piano strategico dell’azienda, abbandonando la mera dimensione tattica. Possiamo continuare a fare scelte tattiche relative all’uso della tecnologia, ma oggi noi banche siamo pungolate a identificare un posizionamento strategico in tema di innovazione digitale, che non può prescindere da una riorganizzazione aziendale, che ci vede oggi ancora in una fase di comprensione”, spiega il Vicedirettore.

Fino ad ora la banca ha gestito l’innovazione attraverso la tradizionale fornitura di soluzioni provenienti da aziende piccole o grandi, in un approccio all’Innovation che utilizza strumenti collaudati. “Abbiamo anche collaborato con startup con un approccio di Open Innovation: ci hanno fornito visioni innovative e/o soluzioni interessanti per quanto riguarda il rapporto in real time con i clienti, la proposizione su misura, il tema del robo advisor o quello dei predictive analytics”, racconta Gusmeroli, che conclude: “L’idea è di utilizzare ogni soluzione offerta dal mercato quando è per noi possibile e conveniente, con l’obiettivo costante di arricchire la nostra offerta in maniera innovativa, con il giusto grado di affidabilità, e senza trascurare gli apporti attesi al conto economico”.

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