La rete territoriale del Gruppo bancario Banca Popolare di Sondrio con sede a Sondrio si compone di circa 350 filiali; il bilancio consolidato dell’esercizio 2015 del Gruppo ha rassegnato un utile netto di 129 milioni di euro.
Quello bancario è uno dei settori in cui la digital disruption sta avendo gli effetti più rapidi e visibili e in cui l’innovazione sta passando sempre più da esigenza tattica a scelta strategica dell’azienda.
Milo Gusmeroli Responsabile Servizi organizzativi sistemi informativi e sicurezza e Vicedirettore generale, Banca Popolare di Sondrio
Per affrontare queste trasformazioni, Banca Popolare di Sondrio sta ripensando anche il proprio modello organizzativo, che prevede sempre un forte coinvolgimento della Direzione ICT con le proprie competenze tecnologiche e di Project Management, e un indispensabile commitment da parte delle Line of Business. “Questa trasformazione è possibile solo se l’innovazione entra nel piano strategico dell’azienda, abbandonando la mera dimensione tattica. Possiamo continuare a fare scelte tattiche relative all’uso della tecnologia, ma oggi noi banche siamo pungolate a identificare un posizionamento strategico in tema di innovazione digitale, che non può prescindere da una riorganizzazione aziendale, che ci vede oggi ancora in una fase di comprensione”, spiega il Vicedirettore.
Fino ad ora la banca ha gestito l’innovazione attraverso la tradizionale fornitura di soluzioni provenienti da aziende piccole o grandi, in un approccio all’Innovation che utilizza strumenti collaudati. “Abbiamo anche collaborato con startup con un approccio di Open Innovation: ci hanno fornito visioni innovative e/o soluzioni interessanti per quanto riguarda il rapporto in real time con i clienti, la proposizione su misura, il tema del robo advisor o quello dei predictive analytics”, racconta Gusmeroli, che conclude: “L’idea è di utilizzare ogni soluzione offerta dal mercato quando è per noi possibile e conveniente, con l’obiettivo costante di arricchire la nostra offerta in maniera innovativa, con il giusto grado di affidabilità, e senza trascurare gli apporti attesi al conto economico”.