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Hybrid Project Management, Agile o Waterfall? Quando serve un ibrido

L’Hybrid Project Management è una metodologia di execution che fonde approccio Agile e Waterfall per migliorare l’esecuzione di ogni attività. L’obiettivo è fare evolvere i processi dinamicamente in un contesto operativo sempre più complesso.

Pubblicato il 07 Dic 2022

Hybrid Process Management

L’Hybrid Project Management rappresenta la chiave per far evolvere i processi aziendali al passo con un contesto operativo sempre più complesso, dinamico e veloce. Questo approccio, infatti, permette di integrare in un’unica metodologia la pianificazione dettagliata tipica del tradizionale modello Waterfall con la flessibilità offerta dal metodo Agile: sfruttare il meglio dei diversi criteri permette così di ottenere vantaggi più in linea con le attuali esigenze di business. Ne abbiamo parlato con Luca Germano Lonadi – G.R.C. Director di Maxwell Consulting realtà del Gruppo Archiva specializzata nella consulenza sulle tematiche normative, digitali e di revisione metodologica dei processi.

Le complessità dell’attuale contesto operativo: serve cambiare approccio

Non ci sono dubbi: oggi l’asticella si è alzata per qualsiasi tipo di business. Il mercato attuale non fa sconti e richiede alle imprese una costante tensione verso nuovi traguardi da raggiungere, in fretta e al meglio. La concorrenza è sempre più agguerrita e il contesto operativo altamente imprevedibile. Tra le dinamiche che mettono sotto pressione ogni organizzazione non vanno poi dimenticati i clienti: a complicare ulteriormente le cose, infatti, ci sono anche le aspettative sempre più alte dei consumatori. Le persone vogliono ottenere il proprio prodotto o servizio in maniera fluida, veloce e personalizzata.

Questo scenario, all’interno dei processi aziendali, si traduce in un aumento di complessità che richiede modelli di governance più efficaci, evoluti e affidabili. Per essere competitivi, diventa essenziale snellire i processi puntando sulla digitalizzazione e inserendo le tecnologie in un contesto organizzativo impeccabile: solo così si riescono ad anticipare i trend e rispondere proattivamente a qualsiasi cambiamento si profili all’orizzonte.

Sfruttare l’Hybrid Project Management in un quadro di metodologie organizzative

Fronteggiare con successo un contesto così impegnativo si può, basta sapere come. Per riuscirci, occorre dare vita alla cosiddetta “organizzazione liquida”: attraverso un uso virtuoso delle tecnologie digitali e della Business Process Automation, volte al conseguimento dell’eccellenza di processo, è possibile a cavalcare l’onda del cambiamento e mantenere alta la competitività: “In particolare – commenta Luca G. Lonardi – l’approccio consulenziale di Maxwell mira a creare flussi di valore senza soluzione di continuità, che concorrano a massimizzare il valore dell’azienda. Per raggiungere quella che definiamo Operational Xcellence, inseriamo Hybrid Project Management all’interno di una più ampia strategia che comprende metodologie organizzative come il Lean Thinking per eliminare gli sprechi, il Six Sigma a favore della stabilità dei processi, la Theory Of Constraints per la gestione del cambiamento, i principi di World Class Manufacturing per ricercare l’eccellenza e il Change Management per la valorizzazione delle persone come vero e proprio motore del cambiamento”.

Superare le sfide dell’Hybrid Process Management con un’attenta pianificazione

Prendendo in prestito il principio gestaltico secondo cui il tutto è più della somma delle singole parti, appare chiaro come l’Hybrid Project Management diventi esso stesso un modello di gestione a sé stante, più evoluto e performante rispetto ai precedenti. Nonostante gli evidenti vantaggi, però, pianificare un progetto seguendo due approcci diversi può mettere di fronte ad alcune criticità.

Ogni metodologia, infatti, ha proprie tempistiche e dinamiche: orchestrarle in maniera coerente richiede una programmazione attenta e il più possibile personalizzata in base alle specifiche esigenze operative di ogni azienda e, ancor più nello specifico, di ogni team. Per questo può essere decisivo affidarsi a un consulente esperto. “Le aziende – sottolinea Lonardi – ridotte ai minimi termini, sono organizzazioni composte da persone che interagiscono tra loro attraverso processi più o meno strutturati. Il tutto, all’interno di quadri normativi spesso ben definiti. Il nostro intento è quello di intervenire su questi processi per far uscire allo scoperto tutto il valore nascosto proprio in quelle interazioni umane, con particolare attenzione agli standard normativi nazionali e internazionali”.

I vantaggi di un Hybrid Project Management maturo

In primo luogo, secondo Lonardi, grazie alla combinazione di metodo Agile e Waterfall, l’Hybrid Project Management permette di personalizzare al massimo la struttura del progetto stesso, adattandosi a qualsiasi tipo di team operativo, a prescindere dalla dimensione e dal settore di appartenenza. La maggior compatibilità garantita da questo approccio consente, inoltre, di gestire al meglio una gamma diversificata di progetti.

Il secondo beneficio offerto dalla gestione ibrida è la piena visibilità lungo tutte le fasi del progetto: ogni utente coinvolto nei flussi di lavoro può avere immediatamente contezza dello stato di avanzamento dei lavori, dei task di propria pertinenza e degli step da compiere a livello di team per portare a termine l’attività. In questo modo, operatori, responsabili di progetto e stakeholder vari sono tutti direttamente coinvolti e responsabilizzati verso la migliore esecuzione operativa.

Questo elemento porta a considerare un ulteriore vantaggio dell’Hybrid Project Management, ovvero un livello di pianificazione estremamente dettagliato e puntuale, a cui si aggiunge però la capacità poter ri-tracciare eventualmente la rotta del progetto in corsa, in base alle esigenze e ai cambiamenti del momento. Questa flessibilità risulta particolarmente preziosa in un’ottica di efficienza produttiva e di ottimizzazione dei costi: “In questo senso – conclude Lonardi – la vera differenza la fa il metodo: applicando le migliori procedure di Lean Thinking e Six Sigma, registriamo costantemente un tangibile miglioramento in termini di maggior qualità e riduzione degli sprechi. I numeri parlano chiaro: su oltre duecento progetti di miglioramento, abbiamo registrato un aumento dal 15 al 90% di produttività uomo e dal 5 al 40% di produttività macchine, una riduzione dal 30 al 70% del Lead Time e una diminuzione dal 30 al 50% delle giacenze WIP”.

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