Attualità

Lenovo: “ecco le sfide per i CIO nel 2024”

Arthur Hu, SVP & CIO di Lenovo mette a fuoco quelle che considera le principali sfide per I CIO nel nuovo anno

Pubblicato il 19 Gen 2024

Immagine di metamorworks su Shutterstock

Ogni anno ci troviamo di fronte a previsioni e analisi che cercano di tratteggiare gli aspetti più critici nel mondo ICT, ma questo 2024 si presenta come un anno davvero particolare. Il nuovo anno ci porterà necessariamente a fare i conti con una serie di fattori che stanno incidendo sull’andamento del business in generale e su quello tecnologico in particolare.

Il boom dell’intelligenza artificiale generativa, l’acuirsi della crisi climatica e ambientale, le trasformazioni nelle modalità di lavorare e un quadro geopolitico sempre più instabile impattano in maniera decisiva sulla realtà che tutti gli addetti ai lavori (e i CIO in particolare) si trovano ad affrontare.

In un contributo esclusivo per ZeroUno, Arthur Hu, SVP & CIO di Lenovo segnala quelli che a suo giudizio sono le sfide che i CIO si troveranno ad affrontare in questo nuovo anno.

Arthur Hu, SVP & CIO di Lenovo

“In tutti i settori, man mano che la tecnologia diventa sempre più strategica per le attività aziendali, il ruolo e le responsabilità del Chief Information Officer (CIO) diventano sempre più ampie” esordisce. “Dalla trasformazione digitale all’impronta di carbonio dei data center, i CIO hanno una serie sempre più numerosa di compiti da eseguire”. Un dato confermato dal Global Study of CIOs 2023 di Lenovo, che ha rilevato che l’84% dei leader IT ritiene di contribuire al successo dell’azienda più di altri dirigenti e che nove su dieci ritengono di avere maggiori responsabilità rispetto al passato.

“Oggi i CIO devono prendere decisioni su tutto, dal reporting aziendale e l’analisi dei dati (56%) alla diversità, l’equità e l’inclusione (DE&I) (42%)” prosegue. La ricerca di Lenovo ha rilevato che molti tra gli executive intervistati temono anche che gli investimenti nell’innovazione si “esauriscano”, impedendo loro di raggiungere i numerosi obiettivi prefissati, e l’83% teme di ritrovarsi con un budget insufficiente.

Il digital workplace

“La tecnologia strettamente legata all’attuale contesto lavorativo è paragonabile a un sistema nervoso che unisce strategia aziendale, attività operative, finanza e innovazione” spiega Hu. “Questo a sua volta carica di ulteriori responsabilità i CIO, che devono gestire il reclutamento e la fidelizzazione (59%), la gestione di una forza lavoro remota (59%) e la diversità, l’equità e l’inclusione (55%)”. Anche il panorama delle tecnologie sta cambiando, la ricerca di Lenovo rivela che i dipendenti utilizzano in media due dispositivi a testa e si registra un forte aumento dell’uso del “bring your own device”.

Per i responsabili IT, la tecnologia può contribuire a rendere più semplice questo panorama in continua evoluzione. L’ottimizzazione degli endpoint tramite una piattaforma centralizzata aiuta a mettere ordine nel caos. Questo significa che i team IT possono concentrarsi sulle attività più rilevanti per l’azienda, mentre gli utenti finali possono godere di un’esperienza migliore, ottimizzata dall’intelligenza artificiale.

In parallelo, Hu sottolinea come i modelli “as-a-service” offrano la flessibilità e la semplicità necessarie per dotare i team della tecnologia necessaria, con un modello di pagamento semplice e scalabile. “I modelli as-a-service consentono alle aziende di rimanere aggiornate con la tecnologia più recente e più avanzata – spiega il manager – e questo consente ai dipendenti di non dover utilizzare dispositivi obsoleti e meno sicuri rallentando le proprie attività”.

I dati riportati nella ricerca di Lenovo confermano come la modalità as-a-service sia molto apprezzata dai CIO: ben il 92% dichiara infatti che prenderebbe in considerazione l’adozione di nuove offerte nei prossimi due anni.

“In questo modo i CIO avrebbero la flessibilità necessaria per implementare hardware e software con estrema facilità, eliminando i colli di bottiglia e consentendo ai team di innovare rapidamente e potenziare la strategia aziendale” sottolinea Hu.

Costruire l’intelligenza

L’attuale boom dell’intelligenza artificiale generativa ha suscitato un livello di entusiasmo nei confronti della tecnologia paragonabile a quella che abbiamo vissuto agli albori dell’era degli smartphone. “Per i CIO, questo pone ulteriori sfide: c’è una grande aspettativa che le aziende si impegnino in modo proattivo ad adottare strumenti di intelligenza artificiale e che questa tecnologia fornisca risultati di business in modo rapido” spiega Arthur Hu. A suo giudizio, la richiesta di verificare le opportunità legate a questa tecnologia emergente è molto forte, come dimostrato dal fatto che il 43% dei CIO dichiara di avvertire una “pressione urgente” per affrontare i temi legati all’intelligenza artificiale rapidamente e potenziare la strategia aziendale.

Ma non si tratta semplicemente di acquistare soluzioni e poi aspettare i risultati: secondo Hu l’intelligenza artificiale deve essere utilizzata in modo efficace. Per farlo indica nell’edge computing una delle tecnologie chiave.

“Con l’edge computing, le aziende possono acquisire insight basati sull’intelligenza artificiale proprio laddove vengono creati i dati, utilizzandoli immediatamente per migliorare i risultati nei negozi, negli impianti di produzione, negli ospedali e nei centri di assistenza in tutto il mondo” spiega il manager di Lenovo. “L’Edge AI computing può anche elaborare migliaia di punti dati in tempo reale per ottenere le informazioni necessarie per prendere decisioni. Nel servizio clienti, ad esempio, può analizzare i dati per fornire consigli in tempo reale per prodotti e servizi personalizzati o identificare i problemi prima che diventino punti critici, migliorando l’esperienza complessiva”.

In definitiva, a suo giudizio la tecnologia in grado di offrire un livello di capacità di elaborazione simile a quella dei data center all’edge si rivelerà fondamentale per il miglioramento delle esperienze in settori come il turismo e il retail, nonché per l’ottimizzazione della risposta alle emergenze e della sicurezza pubblica.

La sfida della sostenibilità

Negli scorsi decenni, la sostenibilità non era tema di competenza dei CIO. Ma oggi, con la crescente attenzione a questioni come i rifiuti elettronici e le emissioni associate ai data center, la riflessione sulle questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) è diventata un’ulteriore responsabilità sulle spalle dei Chief Information Officer.

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, ricorda Hu, i data center sono responsabili fino all’1,5% del consumo globale di elettricità. La riduzione dei consumi, quindi, è un passo fondamentale per contrastare la crisi climatica e ambientale che minaccia il pianeta.

“Le tradizionali procedure di raffreddamento ad aria si stanno dimostrando incapaci supportare i carichi di lavoro moderni, richiedendo inoltre costi troppo elevati per il loro funzionamento” prosegue. “Le tecnologie di raffreddamento a liquido rappresentano un fattore assai rilevante per l’elaborazione di un futuro responsabile e consentiranno di realizzare dei supercomputer sostenibili, che saranno fondamentali per fronteggiare le sfide del cambiamento climatico”.

Secondo Arthur Hu anche gli executive IT devono saper osare e superare l’approccio tipico dell’economia lineare “produci, usa, distruggi”, sostituendolo con il “progetta, usa, restituisci” su cui si basa il concetto di economia circolare. “Il mondo produce ogni anno 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, di cui solo un quinto viene riciclato. I servizi di recupero degli asset (ARS) avranno un ruolo cruciale in tale cambiamento, poiché permettono di scoprire modi più efficienti e puliti per gestire l’hardware alla fine del suo ciclo di vita, sia che si tratti di riutilizzare le parti nella produzione, di riparazione, riutilizzo o di rottamazione eco-friendly”.

Una possibile risposta è quella dei modelli “device as a service”, in cui i dispositivi, terminata la loro utilità, vengono riciclati o riutilizzati, con l’obiettivo di facilitare la transizione a una dotazione hardware più efficiente e rispettosa dell’ambiente, senza che sia necessario un eccessivo esborso di capitale iniziale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!


Aziende


Argomenti


Canali

Articoli correlati

Articolo 1 di 4