Ict in Sanità: un ‘sistema’ per l’innovazione

Negli ultimi anni, il mondo della Sanità è stato caratterizzato da un trend che ha visto un costante aumento della pervasività dell’Ict in tutti i processi chiave: dalle pratiche cliniche, all’assistenza ai cittadini-utenti, fino all’amministrazione e controllo. Oggi l’Ict rappresenta una delle poche risposte possibili per superare il potenziale contrasto tra le esigenze di contenimento di costi e la crescente richiesta di servizi sanitari universalmente accessibili e di qualità. I risultati dell’Osservatorio Ict in Sanità del Politecnico di Milano.

Pubblicato il 07 Set 2010

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L’Ict si è ormai affermata come risorsa vitale per fare innovazione in Sanità, diventando sempre più strategica e pervasiva nel supportare i processi di governo e di cambiamento delle strutture sanitarie italiane. L’esperienza di tante realtà di eccellenza del nostro Paese mostra come un elevato livello di informatizzazione possa portare contemporaneamente a migliori performance economiche e a servizi qualitativamente più elevati. È quanto emerge dai risultati della terza edizione dell’Osservatorio Ict in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, nato per analizzare e promuovere il ruolo dell’Ict a supporto di qualità, efficienza e innovazione dei processi nel mondo della Sanità.
La ricerca, che si è basata su un’analisi empirica attraverso survey e studi di casi, ha coinvolto oltre 300 tra Cio, direttori generali e amministrativi, direttori sanitari e referenti regionali, e ha rilevato come, in generale, l’Ict sembri essere oggi una delle poche leve in grado di portare a un Sistema Sanitario qualitativamente migliore ed economicamente sostenibile per la collettività. Mentre negli scorsi anni, infatti, l’Osservatorio metteva in luce come molte opportunità di innovazione venissero perse a causa della limitatezza di risorse e competenze a disposizione dei Cio, l’ultima edizione rileva come, a fronte di segnali incoraggianti di crescita di attenzione e investimenti da parte delle aziende sanitarie, la vera sfida di oggi sia portare l’innovazione Ict a livello di “sistema”, sia all’interno delle strutture (tra i diversi reparti e dipartimenti) sia a livello regionale e nazionale.

La spesa Ict in crescita e di qualità
Confrontando i budget Ict tra 2009 e 2010 e distinguendo tra spese correnti (manutenzioni e assistenze hardware/software, noleggi e leasing, canoni, costi del personale, ecc), e investimenti in nuovi progetti, l’Osservatorio rileva che, in media, le spese Ict correnti passano da 1,9 a 2 Milioni di euro, registrando un incremento annuale di circa il 6%, mentre gli investimenti medi per l’avvio di nuovi progetti passano da 1 a 1,2 milioni, con un incremento del 17%.

Figura 1 – I budget Ict nel 2009 e nel 2010
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Da notare, la situazione legata alle spese correnti: nonostante la crisi economica abbia portato sensibili riduzioni nelle tariffe professionali e nei costi delle infrastrutture, le strutture sanitarie continuano a destinare gran parte dei budget disponibili (più del 60%), non riuscendo a “fare efficienza” e a liberare risorse per lo sviluppo e l’innovazione.
Una delle ragioni alla base di questa rigidità sembra essere la difficoltà a consolidare e razionalizzare, in un’ottica di sistema, le infrastrutture e le applicazioni Ict a livello aziendale. Significativo, da questo punto di vista, è analizzare quali siano gli ambiti che rientrano nel budget di spesa controllato centralmente dalla direzione Ict. Dalla figura 2 si può notare come il presidio del Cio sia forte (oltre il 90% dei casi) sulle infrastrutture (soprattutto hardware e reti trasmissioni dati) e sulle applicazioni amministrativo–sanitarie e gestionali.

Figura 2 – Gli ambiti tecnologici nel budget di spesa gestito dalla direzione Ict
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Man mano che si va verso le applicazioni clinico–sanitarie a supporto dei processi primari (applicazioni cliniche, diagnostiche, territoriali), viceversa, aumentano notevolmente i casi in cui la direzione Ict non gestisce il budget di spesa. Questa frammentazione di responsabilità, proprio su quelli che sono gli aspetti più direttamente legati ai processi core delle strutture sanitarie, è certamente alla base delle difficoltà a sfruttare appieno i vantaggi sulla spesa corrente che possono derivare da una razionalizzazione delle applicazioni e delle infrastrutture Ict.
Fortunatamente, però, la ricerca mette in luce anche trend di crescita: esaminando la differenza tra i budget Ict negli ultimi tre anni e quelli previsti per i prossimi tre, la fascia di strutture sanitarie che prevedono un aumento apprezzabile (superiore al 20%) degli investimenti Ict passa dal 26% al 32%.

Figura 3 – L'evoluzione degli investimenti Ict negli ultimi e nei prossimi tre anni
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Parallelamente si registra una riduzione della fascia in cui si prevede una contrazione rilevante del budget, che passa dal 17% al 12%.
Quanto alle esigenze che trainano gli investimenti, una larga maggioranza dei Cio del campione ritiene che il miglioramento della qualità dei processi clinico–sanitari (diagnosi, cura, prevenzione, ecc.) abbia giocato in passato, e giocherà nei prossimi anni, un ruolo prioritario (79% dei casi) nello stimolare gli investimenti.
Tra le altre esigenze ritenute prioritarie spiccano la sicurezza e la capacità di gestione del rischio clinico, che crescerà del 43% nei prossimi tre anni, fino a raggiungere il 74%.

Gli ambiti applicativi chiave
La ricerca conferma come in ambito sanitario l’Ict sia ormai considerato uno strumento necessario per rispondere agli obiettivi primari delle diverse strutture: la qualità dei processi primari e di supporto, la sicurezza e la gestione del rischio e il controllo dell’equilibrio economico/finanziario. A fronte di una crescita dei budget Ict vi sono, però, fattori come la difficoltà del cambiamento organizzativo che limitano l’efficacia degli investimenti e fanno sì che gran parte delle strutture sanitarie sia ancora in ritardo nello sfruttare le potenzialità delle tecnologie.
L’analisi della diffusione e delle prospettive delle applicazioni Ict nel settore sanitario viste dai Cio, porta a identificare quattro tipi di ambiti:
– 1) in accelerazione: ambiti, come la Cartella Clinica Elettronica (Cce), il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse) e la firma elettronica, sui quali i Cio puntano per ottenere benefici significativi nei processi e fare innovazione nelle strutture sanitarie;
– 2) affermati: ambiti, come la sicurezza e l’interoperabilità dei sistemi informativi, che vengono considerati abbastanza consolidati e non si prevede attiveranno in futuro grandi investimenti nelle strutture sanitarie;
– 3) emergenti: ambiti, come la gestione informatizzata dei farmaci, i sistemi di conservazione sostitutiva, la clinical governance e i sistemi Ict a supporto del processo di erogazione del servizio, con livelli di diffusione e maturità ancora medio–bassi, ma elevati tassi di crescita attesi;
– 4) marginali: come business intelligence, continuità assistenziale e servizi digitali al cittadino, che i Cio giudicano a oggi meno strategici e su cui non si riscontrano particolari evoluzioni per il prossimo futuro.

Figura 4 – La maturità delle applicazioni Ict
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Approfondendo l’analisi, cinque sono gli ambiti applicativi chiave sui quali sono emersi risultati significativi:
– 1. La Cartella Clinica Elettronica (Cce) e il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse)
La Cce si è rapidamente diffusa ed è oggi vista come lo strumento fondamentale per integrare le informazioni cliniche relative al percorso di cura del paziente. Ancora relativamente poco matura, anche se oggetto di crescente attenzione da parte delle Regioni, risulta invece la condivisione a livello sovra-aziendale, mediante il Fse.
– 2. La dematerializzazione dei documenti
In termini di dematerializzazione, le strutture sanitarie stanno da un lato consolidando i sistemi di base per la conservazione sostitutiva e la firma digitale, e dall’altro iniziando percorsi di digitalizzazione di processi core come la gestione informatizzata del farmaco.
– 3. L’interoperabilità dei Sistemi Informativi
L’investimento in soluzioni di interoperabilità sta consentendo di colmare i gap di integrazione dovuti allo sviluppo per isole applicative che ha storicamente caratterizzato i sistemi informativi delle strutture sanitarie, creando le premesse per una più ampia accessibilità alle informazioni.
– 4. I sistemi Ict a supporto della continuità assistenziale
Le iniziative per la continuità assistenziale, pur avendo grandi prospettive come strumento di integrazione tra ospedale e territorio, richiamano a oggi investimenti ancora marginali, limitandosi, nella maggior parte dei casi, al semplice supporto al telemonitoraggio di parametri vitali a distanza.
– 5. Le soluzioni a supporto del processo di erogazione del servizio
Le fasi del processo di erogazione del servizio sulle quali gli strumenti Ict hanno un maggiore impatto sono la prenotazione e il pagamento. Meno prioritarie appaiono, al momento, le fasi di erogazione del servizio, accoglienza, orientamento dei pazienti e gestione del post servizio.
Estendendo l’analisi a livello territoriale, l’innovazione Ict in Sanità è estremamente disomogenea nel nostro Paese. Il processo di regionalizzazione e il modello federato della Sanità italiana hanno prodotto sistemi regionali estremamente autonomi e molto diversi tra di loro anche nei confronti dei temi relativi all’Ict.
Le regioni del Nord hanno investito e tendono a investire in Ict mediamente molto di più di quelle di Centro, Sud e Isole.
Analizzando gli ambiti in cui si concentreranno gli investimenti, emerge ancora una volta un quadro abbastanza variegato dove l’unica tematica verso cui si sta convergendo risulta la costruzione di un Fascicolo Sanitario Elettronico a partire dalle informazioni raccolte dalle Cartelle Cliniche Elettroniche delle varie aziende ospedaliere. Per questo e per tutti gli altri ambiti, le direzioni strategiche delle strutture sanitarie vedono nelle Regioni un attore chiave per l’innovazione Ict. Il ruolo più forte viene, ancora una volta, esercitato al Nord, con una spinta particolare verso una maggiore integrazione fra le strutture sanitarie, un maggiore controllo economico finanziario e un incremento della qualità dei processi di supporto, tutti fattori che evidenziano una superiore propensione a fare innovazione Ict a livello di sistema.

Fare sistema: la vera sfida
Riassumendo, il quadro che emerge dalla ricerca del Politecnico è il fedele specchio di un sistema sanitario eterogeneo, in cui a eccellenze di livello anche internazionale – in termini di qualità ed efficienza – fanno da contrappeso situazioni di forte degrado del servizio e sprechi evidenti nell’impiego di risorse. Le forti eterogeneità del sistema e l’autonomia decisionale che le accompagna, si legge tra le pagine del Rapporto dell’Osservatorio Ict in Sanità, potrebbero essere un valore se consentissero di utilizzare al meglio le diverse vocazioni e permettessero – attraverso il confronto e la diffusione di esperienze di successo – di stimolare l’innovazione e l’adozione delle migliori pratiche. Troppo frequentemente, viceversa, l’eterogeneità si traduce in un’incapacità di “fare sistema”, con scelte locali che finiscono con il risultare incoerenti e avulse da qualsiasi ottica di più ampio respiro.
La sfida per rendere il sistema sanitario efficace e sostenibile nel lungo periodo deve partire dal supportare attraverso l’Ict un progressivo spostamento dei servizi dall’ospedale al territorio. E proprio in questo cambio di prospettiva è possibile prevedere i fattori critici di successo per lo sviluppo di alcune delle esperienze studiate nella ricerca:
– 1. le applicazioni come la Cartella Clinica Elettronica (Cce) dovranno diffondersi non solo nei vari reparti a livello aziendale, ma estendersi a livello extra aziendale per integrarsi nel Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse);
– 2. la dematerializzazione dei documenti dovrà trascendere le mura aziendali per digitalizzare e reingegnerizzare processi di intere filiere;
– 3. i sistemi informativi a livello ospedaliero dovranno garantire l’interoperabilità allargata e la possibilità di integrazione tra diversi attori;
– 4. i progetti di continuità assistenziale dovranno rispondere alla necessità di integrazione tra ospedali, servizi distrettuali e medici di famiglia;
– 5. i sistemi a supporto del processo di erogazione del servizio da livello aziendale dovranno estendersi fino a integrare informazioni a livello metropolitano o provinciale.
Per realizzare tutto ciò serve, però, una nuova Governance dell’innovazione basata su una complessa dialettica, a più livelli, tra i vari attori. La Sanità deve prendere atto di essere sì una rete di attori autonomi, ma con comportamenti che si influenzano reciprocamente e determinano l’efficacia e la sostenibilità complessiva del sistema.

Leggi anche i casi utente:
– San Raffaele di Milano
– San Gerardo di Monza
– ASL Reggio Emilia

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