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Digital transformation in Italia, le aziende spenderanno 66 milioni di euro

Questa la spesa prevista dall’Insight Intelligent Technology Index per i prossimi 24 mesi, un investimento che indica la centralità delle tecnologie nelle strategie aziendali

Pubblicato il 14 Ott 2019

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Le aziende italiane prevedono di investire in media oltre 66 milioni di euro nei prossimi 24 mesi in progetti legati alla digital transformation. È uno dei principali risultati emersi dall’Insight Intelligent Technology Index, lo studio della società di consulenza Insight Enterprises, che analizza lo stato di salute e le tendenze attuali e future dell’Information Technology europea che ha coinvolto oltre 1.000 responsabili IT in 9 Paesi, tra cui l’Italia – con un campione locale di oltre 100 responsabili IT di aziende italiane di piccole, medie e grandi dimensioni.

In generale, nel report emerge il ruolo sempre più strategico dell’innovazione digitale a supporto del business. I CIO hanno compreso che la trasformazione non è un traguardo, ma un imperativo strategico che deve essere valutato, gestito e messo in atto considerando però sempre il contesto aziendale di riferimento.

“I responsabili IT e le proprie aziende – ha dichiarato Pietro Marrazzo, Country manager di Insight in Italia – devono stabilire come costruire le conoscenze e le competenze necessarie per garantire il successo dei progetti di innovazione. Anche se alcuni potrebbero essere in grado di acquisire queste capacità internamente, altri avranno bisogno di aiuto da parte di un partner esterno. In entrambi i casi, comprendere i mutevoli paradigmi della trasformazione digitale è il primo passo verso il raggiungimento di un maggior valore aziendale da parte dell’IT”.

Perché fare innovazione digitale?

L’innovazione digitale è al centro delle strategie aziendali in quanto le imprese la considerano la chiave per raggiungere molteplici obiettivi quali: migliorare l’esperienza e il rapporto con i clienti per il 45% dei responsabili IT (45% in Italia), sviluppare nuovi prodotti o servizi per il 40% (47% in Italia), migliorare le operazioni e i processi per il 35% (39% in Italia). Significativo poi è che il 43% dei manager IT italiani vedano l’innovazione come un mezzo per entrare in nuovi mercati (nuovi comparti o nuove aree geografiche).

Dal report emergono però anche fonti di preoccupazione per gli IT decision maker italiani ed europei: due terzi del campione (60% in Italia) ammettono di non riuscire a trovare il giusto equilibrio nella duplice responsabilità di attuare progetti di trasformazione e gestire i processi ordinari della propria azienda.

Inoltre, il 46% (45% in Italia) riferisce che i costi mensili, o le spese operative, rappresentano una sfida cruciale. Il 32% rivela che le propria organizzazione ha difficoltà a calcolare il ROI o a identificare un caso aziendale per le iniziative di innovazione digitale.

Cloud e data center, supply chain e connected workforce

Il report di quest’anno, oltre ad analizzare le dinamiche legate all’innovazione digitale in senso generale, esplora 3 diverse aree critiche per il successo delle aziende: cloud e data center, gestione della supply chain IT, connected workforce.

Per quanto riguarda il primo aspetto ci è si è concentrati sull’aumento dei dati e ciò che questo comporta. Quando analizzati, condivisi e sfruttati in modo intelligente, i dati possono facilitare un processo decisionale più informato, migliorare la qualità delle offerte e migliorare l’esperienza del cliente. In effetti, il 46% (42% in Italia) dei responsabili IT sostengono che le soluzioni di advanced analytics, abilitate da intelligenza artificiale, big data, machine learning e deep learning, sono state fondamentali per le iniziative di innovazione digitale negli ultimi due anni. In prospettiva, il 55% (65% del campione in Italia) è convinto che l’AI e il Machine Learning influenzeranno in modo significativo il futuro dell’IT.

Appare significativo che per il 44% degli IT manager italiani il cloud computing sia stata la leva strategica per l’innovazione negli ultimi 24 mesi. Questa centralità è confermata da un dato: le aziende italiane hanno registrato una media annuale di oltre 32 milioni di euro investiti in questa tecnologia. Tuttavia, non mancano le preoccupazioni: i responsabili IT riferiscono che il 30% di tale spesa non viene utilizzato e ben il 47% del campione manifesta difficoltà a determinare i carichi di lavoro più adatti per cloud pubblici, privati e ibridi.

“La lettura di questi dati ci suggerisce che le aziende hanno bisogno di un partner competente e affidabile quando si tratta di monitorare l’utilizzo del cloud, controllarne le spese e ottimizzarne gli investimenti. I professionisti IT concordano: il 51% afferma che i system integrator che sono in grado di creare un ambiente dati ibrido avranno un impatto profondo sul futuro dell’IT e, presumibilmente, sul successo organizzativo legato all’utilizzo del cloud” ha aggiunto Pietro Marrazzo.

Sul fronte della gestione della supply chain IT è stato rilevato che il 72% dei responsabili IT in Europa (76% in Italia) ritiene che una ottimizzazione della supply chain offra ai propri collaboratori maggiore tempo per concentrarsi sui progetti legati all’innovazione. Quando viene chiesto di valutare l’efficienza della propria supply chain IT in modo complessivo, il 62% del campione (50% in Italia) la ritiene “molto ottimizzata”. Quando però si tratta di valutare le singole componenti della catena di fornitura, gli intervistati individuano aree di miglioramento, tra queste la semplificazione dell’approvvigionamento telematico e l’aumento della visibilità delle risorse, del provisioning e del licensing software. In particolare, 4 responsabili IT su 10 ritengono possibile migliorare il monitoraggio in tempo reale per le operazioni di ordine, imaging e spedizione.

Infine, sono diversi i fattori che spingono le aziende a modernizzare gli ambienti di lavoro, secondo il modello della cosiddetta connected workforce. Da un lato, l’esigenza di adottare soluzioni di collaborazione e comunicazione evolute che consentano ai dipendenti di essere più efficienti, collaborativi e coinvolti. Dall’altro, la presenza sempre più massiccia in azienda e in ufficio dei nativi digitali sta plasmando le aspettative e dei dipendenti per quanto riguarda le esperienze tecnologiche sul posto di lavoro. La transizione verso la connected workforce è evidente dai dati della ricerca Insight: più di tre quarti (76% in Europa e in Italia) del campione conferma che i dipendenti hanno una maggiore padronanza della tecnologia rispetto a due anni fa, 7 responsabili IT su 10 (8 su 10 in Italia) ritengono che sia “molto o estremamente importante” per l’IT aziendale replicare le esperienze di tipo consumer, l’adozione di tecnologie all’avanguardia consente di attrarre e trattenere talenti (74% in Europa e in Italia ).

Il cloud gioca un ruolo fondamentale anche in questo processo di modernizzazione dell’esperienza dei dipendenti. Nell’ultimo anno, due terzi (60%) delle aziende coinvolte nel sondaggio hanno migrato servizi e carichi di lavoro su piattaforme basate su cloud così da promuovere flessibilità, continuità e collaborazione, consentendo ai dipendenti di lavorare in qualsiasi momento, da qualsiasi luogo e su qualsiasi dispositivo. Allo stesso modo, nell’ultimo anno, metà delle aziende ha adottato architetture cloud per migliorare l’identità e la gestione degli accessi.

Infine, un dato conferma il successo delle iniziative in atto: i reclami relativi a esperienze utente non soddisfacenti sono diminuiti nel corso degli ultimi due anni, secondo il 44% del campione (46% in Italia).

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