WORKSHOP 7 – Skill e competenze per l’ICT di domani

Il gruppo di lavoro – che includeva gli uomini di Banca Popolare di Milano, Gruppo Arnoldo Mondadori Editore e Poste Italiane – ha definito come intervenire per far si che in azienda vi siano le competenze Ict necessarie, sono infatti forniti preziosi suggerimenti sul percorso da compiere per eliminare le lacune

Pubblicato il 06 Set 2016

Temi più rilevanti affrontati durante il dibattito

In uno scenario globale di forte trasformazione digitale, lo spettro delle competenze Ict è in continua evoluzione e rischia di non risultare mai completo. Considerata la pervasività dell’Ict, il patrimonio di skill non è mai sufficiente a soddisfare le molteplici esigenze di comprensione e di giusta interpretazione del business e una sempre maggiore compressione del time to market.

Ecco perché è necessario, secondo il gruppo di lavoro impegnato in questo workshop provvedere a:

  • una mappatura delle competenze hard e soft all’interno dell’azienda;
  • assicurare il mantenimento nel tempo della mappatura;
  • sviluppare un modello di ‘open e social skill’ (ownership della persona; assegnazione di ‘open badge’; reskilling);
  • creare nuovi profili di competenza e trovare il modo di identificarli, di attrarli, di farli crescere e fidelizzarli.

Punti di forza e di debolezza

I coordinatori, da sinistra:Roberto Fonso, Direttore Information Technology, Banca Popolare di Milano, Luciano Guglielmi, Cio di Gruppo, Arnoldo Mondadori Editore e Luca Verducci, Head of It Planning, Poste Italiane

Quello delle competenze è un tema che suscita ampi dibattiti da diversi anni ormai ma che deve ancora fare i conti con alcuni vincoli ed elementi di debolezza, tra i quali:

  • gap formativo scuola-lavoro;
  • incapacità di ‘motivare’ e coinvolgere la persona che viene mappata (trust fra mappato ed azienda);
  • ricerca di un equilibrio fra crescita degli skill e conto economico;
  • distanza fra mappatore e mappato (necessità di mappatura da parte delle funzioni aziendali);
  • A fronte di tali criticità, il gruppo di lavoro ha tuttavia identificato le principali opportunità derivanti dallo sviluppo di nuovi skill Ict:
  • la costruzione di nuovi skill avvicina l’IT al Business;
  • la versatilità rappresenta sempre più il ‘sale della vita’ lavorativa, soprattutto per le nuove generazioni;
  • la conoscenza di skill personali abilita l’azienda ad individuare le persone giuste.

Le proposte concrete di attuazione

Partendo dalla consapevolezza di dover iniziare, almeno in azienda, con una mappatura delle competenze (nel breve periodo), le politiche strategiche di reskilling per la riqualificazione delle persone nonché la creazione di nuovi ‘meccanismi’ di trust tra azienda e persone, soprattutto in funzione di nuovi modelli organizzativi e di lavoro come quelli incentrati sullo Smart Working, rappresentano indubbiamente i passi da compiere nel lungo periodo. Entrando nello specifico, il percorso da intraprendere, secondo i Cio ed i vendor Ict, ha come fini ultimi:

  • provvedere a eliminare gap generazionali ottenendo l’integrazione di nuovi talenti;
  • prevedere percorsi di riqualificazione di skill e competenze obsolete recuperando identità professionali di risorse da rivalorizzare con diretto impatto sulla produttività e minor ricorso al mercato;
  • parlare lo stesso linguaggio del mercato abilitando l’identificazione di risorse esterne chiave da acquisire;
  • favorire la corretta correlazione fra ruolo ricoperto e competenze possedute;
  • individuare le competenze digitali per l’It di domani già presenti in azienda;
  • verificare le readiness dell’azienda verso nuovi paradigmi (IoT, Agile Software Development, ecc.);
  • predisporre un’organizzazione capace di creare valore dalla inevitabile compresenza di seniority, attitudini e metodi operativi disomogenei fra loro.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2