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Etica e intelligenza artificiale, le riflessioni di tecnologi, filosofi e non solo

Pubblicato il 12 Feb 2019

Come possiamo essere sicuri che l’intelligenza artificiale sia disegnata secondo determinati valori e utilizzi elevati standard etici? È il tema del dibattito promosso nel contesto dell’Asilomar Conference on Beneficial AI, la conferenza che ha coinvolto ricercatori, esperti del settore tecnologico ed esponenti di varie discipline (da quella legale alla filosofia) per confrontarsi sulle sfide lanciate dalle nuove tecnologie, organizzata da Future of Life Institute, l’organizzazione che si pone l’obiettivo di catalizzare l’attenzione e sostenere la ricerca e le iniziative tese a migliorare la vita in futuro, considerando anche le nuove tecnologie.

All’incontro hanno preso parte: Kay Firth-Butterfield (Head, Artificial Intelligence and Machine Learning, World Economic Forum in qualità di moderatore); Margaret Boden, docente di scienze cognitive al dipartimento di informatica dell’University of Sussex; Francesca Rossi, docente di computer science all’Università degli Studi di Padova e presidentessa dell’International Joint Conference on Artificial Intelligence nonché IBM AI ethics global leader; Wendell Wallach, consulente e studioso di etica presso il Centro interdisciplinare di bioetica della Yale University; Huw Price, professore della Facoltà di Filosofia di Cambridge.

Le questioni sul tappeto sono tutte quelle legate allo sviluppo di una tecnologia che sta sollevando tantissimi interrogativi: esistono robot etici? Quali sono le logiche che guidano le decisioni prese dalle macchine, che inevitabilmente incidono e incideranno sempre più sulla nostra vita, e quanta responsabilità avranno le macchine stesse in merito agli effetti delle loro scelte? Da qui prende avvio questo interessante confronto…

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