Gli analisti di Gartner hanno stilato una breve guida per chi, a conoscenza delle possibilità degli “smart advisor”, come Gartner chiama i sistemi cognitivi, voglia avere un’idea sui vantaggi che ne potrebbe tratte l’azienda. Si tratta di sei domande cui bisogna rispondere prima di prendere una qualsiasi decisione in merito:
1. Quali peculiari patrimoni di conoscenza ha l’impresa?
2. Che business si potrebbe fare grazie all’aiuto che uno smart advisor può dare servendosi appunto di questo patrimonio di conoscenza?
3. Ci sono altre expertise che combinate a quelle dell’impresa potrebbero creare un nuovo business o dare un vantaggio competitivo?
4. Dove e come potrebbero sfruttare i dirigenti le informazioni di uno smart advisor?
5. Che potrebbe succedere se ad avere questo aiuto fossero i dirigenti della concorrenza?
6. Che tipo di smart advisor personale gli impiegati potrebbero portare in azienda?
Va notato che, per quanto riguarda l’ultima domanda, Gartner presuppone lo sviluppo di servizi cognitivi erogati via cloud pubblico e fruibili su un device portatile da chiunque sia interessato a uno strumento di consultazione e guida calibrato su una propria area di conoscenza, non necessariamente legata alle attività dell’impresa. Anche se tecnicamente ciò è possibile già adesso, non crediamo che possa accadere prima della diffusione dei sistemi cognitivi aziendali, il cui inizio Gartner stima nel 2017.
E se pensate che il cognitive serva…
Da Gartner breve guida sui vantaggi che l’azienda può trarre dagli “smart advisor”.
Pubblicato il 07 Mag 2014
Canali
Articolo 1 di 3