Privacy: le contraddizioni degli utenti

Siamo parte di un universo digitale che moltiplica le sue dimensioni ogni biennio. In questo nuovo scenario – ha affermato Marco Fanizzi, Ceo di Emc Italia presentando i dati dello studio Emc Privacy Index, una ricerca condotta a livello mondiale sull’atteggiamento dei consumatori (15.000 in 15 Paesi) nei confronti della privacy online

Pubblicato il 10 Ott 2014

“Siamo parte di un universo digitale che moltiplica le sue dimensioni ogni biennio. In questo nuovo scenario – ha affermato Marco Fanizzi, Ceo di Emc Italia presentando i dati dello studio Emc Privacy Index, una ricerca condotta a livello mondiale sull’atteggiamento dei consumatori (15.000 in 15 Paesi) nei confronti della privacy online – il tema della privacy in rete sarà sempre più l’elemento centrale nella nostra società, che va affrontato facendo leva sulla collaborazione tra aziende, cittadini e istituzioni. Il Privacy Index può offrire un ampio ventaglio di spunti di riflessione sull’impatto costante che l’innovazione esercita nella vita quotidiana”. Il top manager, ripercorrendo i dati principali dello studio, evidenzia l’atteggiamento contraddittorio dei consumatori emerso durante le interviste, che deriva spesso da una mancanza di consapevolezza di quello che significa tutelare la propria privacy: il 91% degli intervistati apprezza i vantaggi di un “accesso più facile alle informazioni e alla conoscenza” reso possibile dalla tecnologia, ma nonostante ciò solo il 27% (25% in Italia) è disposto a sacrificare la propria privacy in rete. Questo dovrebbe significare che viene posta una particolare attenzione alla protezione della privacy, invece: solo il 41% degli intervistati (per quanto riguarda il nostro paese) cambia regolarmente le proprie password; quasi un utente su tre dichiara di non avere una password per i propri dispositivi mobile, telefoni o tablet; più di un utente su tre, quando si iscrive a un Social Network, non regola in modo mirato le proprie impostazioni legate alla privacy.

Preoccupazione per la privacy sicura

Per il campione intervistato, i principali rischi che riguardano il futuro della privacy sono da imputare alle aziende che usano, vendono o scambiano dati finanziari a scopo di lucro (51%) e all’assenza di attenzione da parte dei Governi (31%); solo l’11% del campione imputa le possibili violazioni alla “assenza di attenzione da parte di persone normali come me”.
Infine, come riportato nella figura, scarsa la fiducia nei confronti della protezione della propria privacy per il futuro.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4