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Flash NAND: l’impatto del Coronavirus sulle filiere e sui prezzi

Secondo alcuni analisti, la pandemia non impatterà più di tanto sulla produzione di memorie e sull’evoluzione dei listini. Per altri invece, un indebolimento della domanda, ma anche delle scorte, condizionerà i prezzi

Pubblicato il 15 Apr 2020

flash NAND graphic

Flash NAND (acronimo di Not AND), ovvero l’unità elementare di memorizzazione, rappresenta una componente fondamentale della moderna elettronica informatica. In questo momento qual è l’impatto della pandemia sulle filiere? Secondo le cronache, i produttori di memorie operanti in Asia non hanno ancora riscontrato un impatto rilevante sull’offerta in seguito allo scoppio del coronavirus. Ma gli analisti del settore prevedono che l’indebolimento della domanda potrebbe influenzare i prezzi del flash NAND.

Flash NAND e fluttuazione dei costi

Nel corso di questo 2020 i prezzi del flash NAND sono aumentati, ma alcuni osservatori ritengono che ci potrà essere un’inversione di tendenza. La motivazione sta nella variazione della domanda: se l’epidemia di coronavirus porterà a una riduzione delle vendite di telefoni cellulari e altri dispositivi che utilizzano i chip anche il listino dei vendor potrebbe essere rivisto. Di diverso parere un’altra cordata di analisti che vedono nel calo della domanda un motivo insufficiente per contrastare la tendenza al rialzo per le flash NAND e gli SSD.

Per gli uffici acquisti che stanno pianificando i loro investimenti le previsioni discordanti non aiutano a capire.

Jim Handy, direttore generale e analista di semiconduttori di Objective Analysis, ha affermato di aver sempre considerato temporaneo l’aumento dei prezzi del flash NAND all’inizio del 2020. La dietrologia del manager attribuisce il picco all’accumulo di inventario in Cina, in quanto gli iperscaler e altri grandi acquirenti erano preoccupati che una guerra commerciale avrebbe reso difficile per loro acquistare SSD e DRAM.

“I prezzi non sono ancora diminuiti – ha commentato Handy – ma non si palesano ancora dei motivi per una reale carenza a livello di sviluppo nel 2020. La spesa in conto capitale per i semiconduttori 2018 è stata piuttosto elevata e questo dovrebbe guidare la sovrapproduzione per tutto l’anno. I produttori non hanno smesso di spendere nel 2019, il che getta le basi per un eccesso di offerta del 2021 il che significa che non ci saranno aumenti di prezzo per NAND flash, SSD e DRAM nel corso del 2020 e del 2021. Gli iperscaler, i fornitori di storage e server così come i loro clienti aziendali dovrebbero essere in grado di ottenere tutto ciò di cui hanno bisogno a un prezzo ragionevole”.

flash NAND graphic
Negli array di memorie NAND i transistor sono connessi in serie: se tutte le word line sono a valore logico alto la tensione della bit line si abbassa. In lettura, tutte le word line meno una sono sopra la tensione di soglia di un bit programmato, mentre una sola cella è sopra la tensione di soglia di un bit cancellato: la serie di transistor conduce, abbassando la tensione della bit line, se la cella selezionata non è programmata.

Gartner guarda al mercato, con un occhio a Wuhan

Joe Unsworth, VP Researcher Gartner, afferma come la riduzione di circa l’1% della domanda non inciderà sulle forniture di flash NAND nel corso del 2020. Le previsioni sono che i prezzi del flash NAND saliranno tra un + 10% e un +15%, mentre i prezzi per le SSD saranno probabilmente più alti. Nella seconda metà del 2020, con il recupero del mercato degli smartphone, il 5G e il debutto delle console di nuova generazione basate su SSD i prezzi potrebbero ridursi un po’.

“La produzione di flash NAND prodotte in Cina rappresenta il 16,6% della produzione totale di wafer al mese – ha spiegato Unswort -, capitanata da Samsung e Intel. La startup Yangtze Memory Technologies Co. (YMTC) sta aumentando la sua produzione con una quota di mercato che rappresenta meno del 2% del totale mondiale”.

YMTC ha il suo quartier generale Wuhan, la città cinese dove il coronavirus è emerso per la prima volta. La società ha oltre 4.000 collaboratori, tra cui circa 2.000 ingegneri che lavorano nei centri di ricerca e sviluppo di Wuhan, Shanghai, Pechino e altre località. Data la sua posizione, YMTC ha dovuto agire rapidamente per salvaguardare i dipendenti, prevenire e controllare la diffusione del virus e mantenere la produzione. Le iniziative intraprese hanno previsto la distribuzione di maschere ai dipendenti, il rafforzamento delle attività di disinfezione, la posticipazione del rientro dei dipendenti stranieri e lo smartworking in tutti quei casi possibili. Ma poi si è arrivati alla chiusura totale della città…

Le forniture delle fabbriche cinesi e coreane a rischio

“Sebbene YMTC gestisca normalmente la produzione – ha fatto notare Greg Wong, fondatore e analista principale di Forward Insights in una dichiarazione che risaliva a prima della chisurua della città – l’azienda ritarderà i suoi piani di sviluppo finalizzati ad aumentare la capacità dei wafer. Il ritardo è dovuto alla mancanza di personale tecnico straniero necessario per installare le apparecchiature al di fuori della Cina. In ogni caso, altri fornitori di SSD con fabbriche, assemblatori di terze parti o materiali di base a Wuhan sono stati impattati dall’epidemia di coronavirus. Le fabbriche stanno lavorando a basso regime a causa delle restrizioni legate ai virus che impediscono a tutti i lavoratori di ritornare in fabbrica. Non solo: le fabbriche potrebbero sperimentare carenze di materiali una volta esaurite le attuali scorte”.

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