Intervista

Sistemi convergenti ed iperconvergenti per abilitare la “terza piattaforma”

Oggi la maggiore agilità del business passa dalla semplificazione dell’IT che, dalla prospettiva tecnologica, si ottiene con le soluzioni convergenti ed iperconvergenti con risultati che vanno dall’accelerazione dei rilasci applicativi fino alla riduzione dei costi e delle operations. Ne abbiamo parlato con Ravi Pendekanti, Senior Vice President Server Solutions Product Management di Dell EMC

Pubblicato il 31 Lug 2017

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LAS VEGAS – Dal punto di vista tecnologico, siamo ormai da qualche anno nel pieno della cosiddetta “terza piattaforma” (il nuovo paradigma IT costituito da un ecosistema di risorse e applicazioni, in vario modo integrate, che includono servizi cloud, infrastrutture mobili, big data e social media che vede il dato al centro delle strategie IT e del business) verso la quale, nelle previsioni di Idc, sarà indirizzata la metà della spesa IT delle aziende, valore che crescerà fino a oltre il 60% entro il 2020 [anticipazioni rivelate lo scorso autunno a seguito di alcune indagini condotte a livello europeo dagli analisti Idc – ndr]. È partendo da queste considerazioni che abbiamo incontrato a Las Vegas, durante l’ultimo Dell EMC World, Ravi Pendekanti, Senior Vice President Server Solutions Product Management di Dell EMC, insieme al quale abbiamo analizzato le sfide (e le opportunità tecnologiche) che si prospettano per i dipartimenti IT sempre più alla ricerca di agilità, nella capacità di risposta al business, e semplificazione, nella gestione delle infrastrutture e della macchina operativa.

“La terza piattaforma ha accelerato di molto il rilascio di servizi e soluzioni innovative, che hanno nel digitale l’anima dei nuovi modelli di business o, per lo meno, favoriscono una capacità rinnovata delle aziende di dialogare con il mercato e di essere competitive”, è la prima analisi di Pendekanti. “Un’azienda che sfrutta con questi obiettivi la terza piattaforma è sostanzialmente alla ricerca di flessibilità e velocità, fattori che non sempre vanno di pari passo con la trasformazione dell’IT, ancora molto ‘ingessato’ sia tecnologicamente sia dal punto di vista della governance e delle operations”.

Criticità che, nella visione di Pendekanti, possono trovare un’unica risposta nelle infrastrutture convergenti ed iperconvergenti: “Fino ad un paio di anni fa le aziende che decidevano di investire in questo tipo di infrastrutture lo facevano motivate prevalentemente dalla ricerca dell’efficienza di costo; negli ultimi 12 mesi abbiamo notato un ‘cambio di prospettiva’, con aziende che hanno saputo trarre da queste tecnologie vantaggi anche sul piano dell’agilità di business e, soprattutto, del time-to-market”.

Stando ai risultati di una indagine sempre targata Idc [in questo caso però si tratta di una survey commissionata dalla stessa Dell EMC e condotta su una quindicina di aziende americane che hanno già investito in sistemi convergenti o iperconvergenti – ndr], le numeriche che testimoniano le parole di Pendekanti vanno dal 41% di riduzione dei tempi dedicati all’IT maintenance fino al 36% di riduzione dei costi dell’infrastruttura IT e del personale addetto e alla riduzione del 96% dei tempi di inattività, se guardiano ai risultati in termini di efficienza; se poi ci spostiamo sui benefici di business, i dati rilevati da Idc parlano di un time-to-market per servizi/prodotti aumentato di 4,4 volte, di un +55% di velocità in più del ciclo di vita di sviluppo delle applicazioni, e addirittura di un +338% nel tempo che l’IT riesce a dedicare all’abilitazione del business.

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