Le organizzazioni sono alle prese con la gestione di dati di grandi volumi provenienti da fonti diverse e le previsioni future degli analisti mostrano chiaramente un quadro di complessità crescente in quest’ottica. “Tecnologie come Hadoop e NoSQL offrono già oggi soluzioni specifiche per le problematiche generate dai Big data, ma scelte tattiche puntuali potrebbero introdurre silos di dati che rischiano di rendere complicati l’accesso e l’analisi dei dati stessi, oggi indispensabili per generare insight business critical”, esordisce Neil Mendelson, Vice President Product Management di Oracle il quale, in anteprima alla stampa rispetto all’annuncio mondiale che si è tenuto il 14 luglio, svela i dettagli di Oracle Big Data SQL, una piattaforma che consente di integrare perfettamente Hadoop, NoSQL e Oracle Database.
“Eliminando i silos di dati, la piattaforma semplifica l’accesso e il discovery delle informazioni permettendo, da un unico punto, di ‘interrogare’ i dati su Hadoop, NoSQL e Oracle Database attraverso una semplice query SQL, minimizzandone così la movimentazione da una piattaforma all’altra e incrementando le performance nell’accesso, ricerca e analisi”.Nella visione di Oracle, per riuscire ad ottenere concretamente i benefici e quel ‘valore’ promesso dai Big data, le aziende devono rivedere le proprie architetture di data management in una nuova ottica, ossia all’interno di un Big data management system in grado di integrare ‘seamlessly’ tutti i tipi di dati, provenienti da qualsiasi fonte, inclusi dunque i dati di Hadoop, dei database relazionali e di NoSQL. “Un sistema di Big data management non solo semplifica l’accesso a tutti i dati ma consente alle aziende di riutilizzare le competenze di cui sono già in possesso (per la gestione dei dati, in particolare in ambito SQL), sfruttare le applicazioni già esistenti per interrogare Hadoop, e mantenere lo stesso livello enterprise sul fronte della data security e della governance per i dati sensibili e il rispetto della compliance”, puntualizza Mendelson. “Dal punto di vista della sicurezza, infatti, il fatto che Oracle Big Data SQL sia disponibile sulla Oracle Big Data Appliance [il sistema pre-ingegnerizzato ottimizzato per l'acquisizione, l'organizzazione e il caricamento di dati non strutturati all'interno di Oracle Database – ndr] e possa lavorare congiuntamente con la Oracle Exadata Database Machine, implica che siano incluse tutte le funzionalità di data encryption per la protezione e la privacy dei dati. In più, sfruttare un unico punto di accesso e interrogazione dei dati, significa estendere di fatto ad Hadoop e NoSQL tutte le funzionalità e gli aspetti di sicurezza già previsti per Oracle Database e Oracle Big Data Appliance”.
Interrogare tutti i dati
L’utilizzo di un’unica soluzione per tutti i tipi di dati rappresenta certamente un plus ma il vero vantaggio deriva dal ricorso a SQL, linguaggio standard per l’interrogazione e la e gestione dei database che viene così esteso lungo l’intero ecosistema di dati aziendali. “Con un’unica architettura e la tecnologia Smart Scan ereditata da Oracle Exadata, la piattaforma può interrogare tutte le forme di dati (strutturati e non) riducendo drasticamente lo spostamento dei dati e rendendo più veloce l’analisi dei dati distribuiti nelle diverse piattaforme (Hadoop, NoSQL e Oracle Database). Non è infatti necessario copiare i dati da una piattaforma all’altra, utilizzare necessariamente il linguaggio MapReduce per l’analisi dei dati o costruire query separate per ciascun tipo di piattaforma: si fa tutto da Oracle Big Data SQL”, enfatizza Mendelson.
La piattaforma, inoltre, fornisce tool di business intelligence basati su SQL e applicazioni e dashboard di analisi e reporting che facilitano l’accesso alle risorse dati di Hadoop, NoSQL o dei tradizionali data warehouse presenti in azienda, abilitando funzionalità specifiche per i Big data insight.