Tibco Now 2016, ecco le due linee guida della strategia aziendale

Integrare e connettere tutto, compresi i sistemi core tradizionali e legacy, fino all’edge, e innervare di intelligenza dati, processi e decisioni per accelerare i percorsi di new digital business delle aziende. Questa in estrema sintesi la strategia della ‘nuova Tibco’ annunciata davanti a clienti e partner all’annuale convention statunitense

Pubblicato il 08 Giu 2016

LAS VEGAS – Era un appuntamento atteso quello di Tibco Now 2016, la prima kermesse della multinazionale americana Tibco Software dopo le operazioni di acquisizione e ‘privatizzazione’ da parte del fondo Vista Equity Partners [azienda di private equity che ha pagato 4,3 miliardi di dollari, a fine 2014, per rilevare la proprietà di Tibco Software e riportarla alla natura di ‘azienda privata’, fuori dalle trattazioni di Borsa – ndr].

Murray Rode, Ceo, Tibco

“Sono stati 18 mesi davvero molto intensi”, ha esordito il Ceo, Murray Rode, che da Coo ha preso le redini dell’azienda subito dopo la privatizzazione e l’abbandono dell’ex numero uno, Vivek Ranadivé. “Mai come quest’anno abbiamo avuto annunci e lanci di prodotti e servizi così numerosi, a ri-conferma della profonda impronta tecnologica della nostra azienda ma, al tempo stesso, segno indiscusso di una rinascita”.

“Annunci che riguardano l’intero portfolio di soluzioni targate Tibco scisse lungo due direttrici principali: ‘connect everything’ e ‘augment intelligence’ – spiega il Cmo Thomas Been -; il tema di quest’anno, ‘Destination: Digital’, incarna la mission della nostra azienda, ossia abilitare e supportare le aziende verso una loro più approfondita conoscenza dei clienti, del mercato, del loro ecosistema di partner e fornitori, nonché dei loro processi per accelerare percorsi di innovazione e trasformazione digitale. Percorsi che trovano negli Analytics e nell’Integration le due armi vincenti”.

Thomas Been, Cmo, Tibco

Nel suo discorso di apertura, lo stesso Rode ha più volte riportato l’accento su quelle che, dalla prospettiva di Tibco, sono le odierne esigenze primarie delle aziende: “La maggior parte delle problematiche che stanno affrontando le organizzazioni di business riguardano l’integrazione dei sistemi tecnologici e la gestione/analisi dei dati. Dal nostro punto di vista esistono dei ‘punti in comune’ tra le aziende che oggi sono alle prese con quella che ormai possiamo ampiamente definire Digital Transformation: 1) si sente una fortissima necessità di integrazione ‘semplificata’ ossia di ‘interconnessione nativa’ tra le tecnologie che compongono le soluzioni ed i servizi digitali delle aziende (oggi sempre più configurabili come ‘agglomerati tecnologici’); 2) la maggior parte delle imprese deve accedere, usufruire, analizzare e comprendere grandi moli di dati in tempo reale; 3) sta crescendo ‘la sete predittiva’, ossia il desiderio di capire ‘cosa succederà dopo’”, sono le riflessioni che il Ceo condivide con il pubblico di Las Vegas. “L’esperienza digitale delle persone, che di fatto poi rappresentano il cliente, l’utente aziendale, il partner commerciale, il fornitore, l’azionista o l’investitore…, cambia così dinamicamente da costringere le aziende ad ‘automatizzare le risposte’ in modo da poter essere realmente ‘responsive’ “.

Dal core all’edge, tutto connesso

Una delle sfide prioritarie dei team di sviluppo chiamati a creare soluzioni e servizi digitali sempre più ‘innovativi’ concerne l’ampio divario che esiste tra i sistemi core (non necessariamente legacy ma che comunque fanno riferimento ai cosiddetti ‘system of record’ presenti all’interno del data center aziendale) e quelli edge (sensori, wereable device, connected cars, dispositivi mobili… tutto ciò che sta ‘fuori’ dal data center aziendale ma di fatto concorre – se integrato, connesso ed analizzato con ‘aumentata intelligence’ – a fornire dati e informazioni utili al processo decisionale, alla capacità dell’azienda di essere ‘responsive’ rispetto al mercato). Ed è proprio nel tentativo di colmare questo divario che si esprime al meglio il ‘ri-posizionamento’ di Tibco e se ne comprendono le direttrici ‘connect everything’ (persone, processi, sistemi, dati ed Api) e ‘augment intelligence’ (attraverso dashboard, funzionalità di reporting, data visualization, streaming analytics).

Matt Quinn, Cto, Tibco

Per semplificare questo tipo di percorsi alle aziende, Tibco ha però dovuto lavorare a fondo sull’ingegnerizzazione delle proprie soluzioni, ammette il Cto, Matt Quinn, che abbiamo avuto l’opportunità di intervistare a margine della convention. “Abbiamo dovuto spostare l’attenzione da ‘ciò’ che facciamo al ‘come’ lo facciamo – spiega Quinn -: gli obiettivi di business in termini di miglioramento dello sviluppo tecnologico erano chiari (cloud first, ease of use, industrialization), ma per il mio team ha significato cambiare mentalità e approccio verso una maggior trasparenza e collaborazione”.

Entrando quindi nel merito di che cosa, dal punto di vista ingegneristico, significhino quei tre obiettivi, Quinn spiega come “il cloud sia oggi visto da differenti angolazioni e ognuno ne proponga una propria definizione. Ciò che noi vogliamo fare attraverso le nostre tecnologie è abilitare il cloud, sia che si stia parlando di ambienti on premise sia che questo significhi accedere a servizi cloud esterni al datacenter aziendale. La chiave di tutto sta nell’integrazione abilitata dalle Api”.

È andata poi verso la semplificazione d’uso l’ingegnerizzazione dei prodotti, “attraverso interventi che hanno coinvolto gli sviluppatori nel miglioramento della user experience, soprattutto per le soluzioni che rientrano nel filone dell’augment intelligence, come gli strumenti di analytics (dalle dashboard alle funzionalità di reporting e data visualization)”, aggiunge Quinn. “E ancora, negli ultimi 18 mesi abbiamo lavorato all’industrializzazione delle soluzioni che concretamente significa aver agito sull’arricchimento del nostro ecosistema, in particolare in tre direzioni: 1) miglioramento dell’integrazione dei nostri prodotti (“l’85% dei nostri clienti utilizza più di una soluzione targata Tibco per cui era fondamentale intervenire su un più elevato livello di interconnessione attraverso lo sviluppo di Api”); 2) supporto DevOps, che per noi significa concretamente lavorare a più stretto contatto con i partner tecnologici per assicurare alle aziende clienti che le nostre soluzioni si adattino e si integrino facilmente con le moderne architetture di terze parti; 3) accelerazione di progetti IoT, che per noi si traduce nello sviluppo di ‘pacchetti di soluzioni’ (anche per specifici mercati verticali) dove, ancora un volta, integrazione e analytics diventano gli elementi cardine”.

C’è anche l’open source tra gli annunci

Come spesso accade nelle annuali convention delle multinazionali, la carrellata di annunci di nuove soluzioni non si è fatta attendere nemmeno al Tibco Now 2016. Il primo lancio su cui focalizzare l’attenzione è dato da Tibco Cloud Services, un ampio toolset di servizi cloud a supporto di progetti DevOps per lo sviluppo applicativo o per l’integrazione e la scalabilità di nuove architetture basate sul paradigma dei container. “Attraverso i nostri servizi, gli sviluppatori possono creare, pubblicare e ‘consumare’ Api ed utilizzare pacchetti di ‘connettori’ per sviluppare specifiche soluzioni di integrazione, soprattutto per interconnettere soluzioni Saas in uso alle line of business con i sistemi core dei datacenter aziendali”, spiega Quinn. “Il cuore di questa offerta è rappresentato principalmente da tre soluzioni chiave: Tibco Cloud Integration (una piattaforma disponibile via cloud – in modalità Paas – per lo sviluppo di Api), Tibco BusinessWorks Container Edition (piattaforma per lo sviluppo di applicazioni cloud-native che accelera i rilasci automatizzando i processi di integrazione delle componenti infrastrutturali ed architetturali sfruttando Docker e il paradigma delle architetture a container), e Tibco Simplr (soluzione che permette di automatizzare l’interazione tra differenti applicazioni consentendo agli utenti di sfruttare più funzionalità o accedere a più informazioni; l’integrazione con Tibco Spotfire, la soluzione di business analytics, per esempio consente agli utenti di creare analisi e visualizzazioni di dati e report in modalità self-service)”.

Ma è su Tibco Data Graph ed il progetto open source Flogo che i clienti e i partner hanno focalizzato le loro curiosità durante la convention statunitense. “Data Graph è quello che noi chiamiamo un ‘translytical database’, un repository di dati in grado di ‘trasformare’ una complessa rete di dati che si muovono dinamicamente attraverso varie fonti e forme in ‘relazioni significative’ analizzando le quali si possono ottenere in real-time informazioni utili al processo decisionale”, spiega ancora Quinn. “Il sistema memorizza i dati secondo degli ‘schemi’ che ne facilitano la loro analisi e comprensione restituendo le correlazioni che esistono tra i dati sotto forma di semplici grafici, attraverso i quali diventa semplice ‘intuire’ il significato dei dati e delle loro relazioni”.

Il progetto Flogo, infine, introduce un sistema di licensing open source attraverso il quale Tibco intende contribuire alla crescita di una community di sviluppatori che lavorino a progetti in ambito IoT. In particolare, Flogo funziona come una sorta di ‘primo pacchetto’ per lo sviluppo di applicazioni, Api e connettori di integrazione nonché funzionalità di data processing da rilasciare direttamente all’interno di device e sensori connessi (a livello di edge, dunque). “L’idea è portare il meglio degli ambienti di progettazione targati Tibco ‘pacchettizzando’ funzionalità, servizi/microservizi e building blocks per metterli a disposizione di coloro che sviluppano progetti IoT”, spiega in chiusura Quinn.

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