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Internet, cloud, sicurezza e hybrid work nel 2022 di Cisco per un digitale protagonista green

Reti internet predittive e più performanti, un’app economy abilitata dal cloud, modelli di lavoro flessibili e inclusivi, una sicurezza integrata e distribuita, e un mondo digitale pronto ad essere il vero abilitatore della svolta che le imprese devono compiere verso la sostenibilità sociale e ambientale rendendola conveniente, più semplice e quindi più realizzabile. Questo è il 2022 che Cisco vuole immaginare e che sta facendo in modo si realizzi portando avanti da mesi iniziative concrete come le Networking Academy e favorendo nuovi trend tecnologici come la passwordless authentication, l’Infrastructure as a code e il Network as a service. 

Pubblicato il 10 Dic 2021

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Mettere al centro le persone e portare avanti le due trasformazioni inevitabili, urgenti e delicate che a livello globale segneranno l’evolversi del mercato e di ogni business, quella del cloud e del software e quella green e blu. La strategia dei primi nove mesi del 2021 di Gianmatteo Manghi, AD di Cisco, si è basata su questi tre pilastri che continueranno ad essere il riferimento dell’azienda anche in futuro, un futuro “ricco di opportunità” da cogliere proseguendo sulla strada che già intrapresa implementando azioni concrete e impattanti.

“Persone al centro significa trovare una sinergia tra produttività, risultati e qualità della vita – ha spiegato comparendo come ologramma alla presentazione della propria strategia e dei trend del 2022 secondo Cisco – serve un nuovo modello di lavoro ma deve essere supportato da strumenti che abilitino sia chi opera da remoto che in mobilità oltre che dall’ufficio, da intendere a sua volta sempre di più come luogo di aggregazione”.

Gianmatteo Manghi, AD di Cisco

Un’altra evoluzione da compiere è quella della formazione digitale, “potente strumento di inclusione sociale”, non solo in azienda, per quasi 60.000 persone in 12 mesi, ma anche nelle numerose Networking Academy. La più recente, la più speciale, quella che Manghi cita tra tutte è la T-Station di Forlì, inaugurata a metà novembre, in collaborazione con Gencom, e dedicata alla persone più fragili. Con il suo T- Lab, infatti, sviluppa soluzioni tecnologiche hardware e software per aiutare chi è affetto da disabilità ad accedere al digitale.

Nel supporto alla trasformazione verso il cloud, strategicamente fondamentale è e sarà per Cisco la partnership con Noovle, “per portare sul mercato soluzioni cloud distintive che favoriscano e accelerino la digital transformation di imprese e PA”, mentre la transizione verde e blu necessità di una doppia azione, sia interna che esterna. Annunciato l’obiettivo “emissioni zero” entro il 2040 e 100% di energie rinnovabili entro il 2025, Cisco vuole coinvolgere anche i suoi clienti nella sua svolta green focalizzandosi prima di tutto sulle utility e sul manifatturiero.

Nei nove mesi di Manghi Cisco ha già compiuto passi concreti lungo il percorso da lui tracciato, ma sapendo che nessuno si può oggi permettere di procedere con il pilota automatico, ha individuato i trend che guideranno il mercato delle tecnologie digitali nel 2022: le reti internet e il cloud, un nuovo modo di lavorare e un nuovo approccio alla sicurezza, e la sostenibilità sociale e ambientale.

Nell’Internet del futuro nuovi business per le Telco più flessibili e open

Tutti i fenomeni innescati dalla pandemia, smart working e boom di digitalizzazione in primis, hanno totalmente rivoluzionato il mondo delle Telco e dei web scaler (le grandi web company) regalando nuove opportunità di business accessibili solo a chi è disponibile a portare discontinuità anche al proprio interno. Ne è convinto Paolo Campoli, Vice President, Global Service Provider di Cisco che ha spiegato alcuni fenomeni da non trascurare per cogliere questa inedita – e forse inevitabile – occasione di ripensare alle reti internet.

Paolo Campoli, Vice President, Global Service Provider di Cisco

Il primo nasce dall’affermarsi dell’hybrid work che non solo richiede reti veloci e performanti ma anche predittive, in grado quindi di prevenire cali di prestazioni spostando traffico pregiato dove non ci sono colli di bottiglia. Il settore Telco secondo Campoli nel 2022 si troverà di fronte alla sfida del “network as a service”: “i clienti vogliono gestire la connettività in modo dinamico e la comprano con modelli as a service da web scaler, per non restare schiacciati gli operatori devono rendere le reti sempre più programmabili e integrate per operare in questa ottica”.

Il prossimo sarà anche l’anno in cui il 5G entrerà realmente nelle catene di produzione “per dare un senso ai grossi investimenti fatti, quindi le reti, diventando sempre più spesso infrastrutture critiche per intere filiere, dovranno essere certificate sia dal punto di vista di trasparenza tecnologia che per la possibilità di controllo tutta catena di fornitura”. Anche il mondo delle Telco e dei web scaler può fare la sua parte in termini di sostenibilità, dato che produce da solo a livello mondiale la stessa percentuale di CO2 dell’aviazione civile, pari al 3-4%. “Non basta che le reti consumino meno, però, devono anche abilitare un’economia più sostenibile all’interno di intere filiere verticali come energy, agrifood e manufacturing” ha precisato Campoli riferendosi a veri e propri “patti B2B tra operatori e aziende clienti per la sostenibilità, con la possibilità di cartolarizzare il minore impatto ambientale per finanziare i progetti di trasformazione delle singole imprese”.

Cloud al servizio della app economy per soddisfare utenti sensibili alla qualità

Più che condizionato dal Covid-19, il cloud ne è stato uno dei maggiori “beneficiari”: sia nel B2B che nel B2C se ne è fatto un uso massivo anche alla luce di un’app economy sempre più pervasiva abilitata dalla improvvisa e quasi totale digitalizzazione di ogni interazione. In questo nuovo panorama post-pandemia l’attenzione è puntata sulle Cloud native application e sull’application experience con un occhio attento ai temi legati alla sicurezza.

Enrico Mercadante, Responsabile per l’Innovazione, le Architetture e la Digital Transformation per il Sud Europa di Cisco, ha rimarcato l’urgenza per le aziende di “farsi trovare pronte a rispondere alla sempre più forte sensibilità che gli utenti hanno maturato in questi mesi verso la qualità delle app”. Per farlo in modo convincente serve loro capire la percezione da parte del cliente del servizio di cui usufruisce, serve la “full stack observability” che permetta il monitoraggio in tempo reale dell’esperienza del cliente con l’app durante tutto il suo customer journey.

Enrico Mercadante, Responsabile per l’Innovazione, le Architetture e la Digital Transformation per il Sud Europa di Cisco

Per allentare la pressione che questo può portare sul team di sviluppo applicativo, si sta introducendo il concetto di “Infrastructure as a code”, una infrastruttura sempre più automatizzata e comandata dalle applicazioni, grazie alla possibilità per i developer di trattare le reti autonomamente, come righe di codice. Dal punto di vista della sicurezza, l’alert lanciato da Mercadante riguarda la protezione della app non solo in fase di design ma anche di run time e l’implementazione di una strategia di sicurezza distribuita all’interno di reti multi cloud sempre più diffuse.

Soluzioni flessibili, inclusive e sempre anche digitali nell’Hybrid Work del futuro

In piena fase di sperimentazione di nuove modalità di lavoro, dopo la corsa al remote working per i lockdown, le aziende stanno abbracciando “modelli blended” che, secondo Michele Dalmazzoni Director, Collaboration South Europe di Cisco, devono basarsi su tre elementi fondamentali: persone, da mettere sempre al centro, spazi fisici, da ripensare più sicuri ma anche attrattivi, e spazi virtuali, da vedere come estensione digitale di ambienti fisici.

Michele Dalmazzoni Director, Collaboration South Europe di Cisco

Seguendo questo paradigma dell’hybrid work Cisco ha potenziato la propria piattaforma Webex sia per le interazioni tra colleghi che con i clienti ma regalando anche use case al di fuori dall’universo strettamente aziendale. Nei mesi di pandemia è infatti “entrato” in 320 aule del Politecnico di Milano equipaggiandole con una tecnologia grazie a cui il docente può fare lezione dal vivo liberamente, ripreso in automatico da una regia virtuale che trasmette le sue spiegazioni a 20mila studenti partecipanti da remoto.

L’idea di Cisco è quella di continuare anche nel 2022 a lavorare su soluzioni flessibili e inclusive, spaziando nel mondo della sanità, “per evitare che le persone debbano attraversare l’Italia per delle seconde visite”, a quello del fashion per amplificare la visibilità dei brand attraverso virtual showroom e mostrare le nuove collezioni “worldwide”.

Sicurezza pervasiva e zero trust ma semplice e intelligente

I 6 miliardi di dollari investiti in aziende di cybersecurity negli ultimi 6 anni confermano che Cisco non ha aspettato che la pandemia accentuasse questa priorità per costruire una vera e propria piattaforma dedicata alla creazione di soluzioni complete da offrire ai propri clienti.

Senza sedersi sul proprio giocare d’anticipo, nei prossimi mesi l’azienda porterà avanti azioni e iniziative imperniate sull’approccio zero trust da implementare, come ha spiegato Fabio Florio Business Development Manager & Innovation Center Leader e CDA Leader di Cisco Italia, seguendo due priorità, la threath intelligence e la semplificazione.

Fabio Florio Business Development Manager & Innovation Center Leader e CDA Leader di Cisco

Della prima ad occuparsene è Talos Intelligence Group, una squadra interna di oltre 400 ingegneri che in media al giorno intercetta 20 miliardi di attacchi e analizza 2 miliardi di esempi di malware scoprendo circa 200 nuove minacce malware all’anno. “Per fare tutto ciò servono strumenti di machine learning e intelligenza artificiale – ha precisato Florio – serve una modellizzazione per scoprire automaticamente e analizzare milioni di eventi al secondo e rispondere a 620 miliardi di richieste web al giorno da parte di 24mila clienti sparsi in 190 paesi”.

Seguendo l’ininterrotta e rapida evoluzione degli attacchi, l’obiettivo di Cisco è anche quello di semplificare la sicurezza: l’81% dei CISO nel mondo che ha interrogato in un suo sondaggio ha infatti ammessi di destreggiarsi con difficoltà tra le diverse soluzioni spesso presenti in una sola azienda. La risposta dell’azienda è Securex, una piattaforma in cloud che mostra in un unico modulo la situazione generale di cybersecurity – comprese le soluzioni di altri player – e abbatte il tempo di rilevamento di un attacco da oltre 30 a 5 minuti indicandone le cause e la posizione, isolandolo e proponendo risposte automatiche.

Per il mondo della sicurezza, secondo Florio, il 2022 potrebbe anche diventare l’anno dell’addio alle password, spesso rubate e causa di gravi infiltrazioni. Dopo la multifactor authentication Cisco passerà alla modalità passwordless abilitata da chiavi di crittografia e con un unico solo step, il riconoscimento facciale o digitale. La fine di un incubo per molte aziende ma anche per molti privati cittadini.

Più digitale per chiudere il cerchio della Circular Economy

Esplorati i trend che guideranno le aziende all’interno del vasto “mondo digitale”, sarà però l’intero settore a dover ricoprire al più presto con maggiore decisione un ruolo da protagonista nella sfida globale di sostenibilità in corso diventando una piattaforma abilitante per la soluzione di ogni criticità. “È il momento per smentire una volta per tutte chi sostiene ancora che ad ogni aumento del Pil debba seguire anche quello dell’impatto ambientale” ha affermato Mercadante.

Per questo Cisco preme per “la creazione di un forte movimento di innovazione digitale per rendere tutte le componenti della vita più sostenibili, dalle fabbriche alle infrastrutture, dal retail al manufacturing, implementando iniziative per favorire e accelerare lo sviluppo e l’adozione di modelli di circular economy, per portare innovazione digitale nelle grandi infrastrutture e nel mondo del lavoro e per creare nuove competenze che sappiano supportare la svolta sostenibile oggi necessaria. Servono anche nuovi ecosistemi caratterizzati da una forte sensibilità verso temi ambientali e sociali: è solo con la collaborazione che le intenzioni virtuose dei singoli possono trasformarsi in iniziative realmente impattanti, quelle che la recente COP26 ha indicato come urgenti e non rimandabili.

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