Caso Utente

Un’unica porta per più cliniche. Cresce il sistema socio-sanitario lombardo

Per la sanità privata convenzionata con il servizio sanitario pubblico è iniziata la corsa a integrarsi con il Siss, la extranet della Regione più grande d’Italia che mette in comunicazione, a livello applicativo, ospedali, medici, farmacie e cittadini. Con la Porta multiutente i costi possono essere spalmati su più clienti. Il caso Galeazzi- Sysline

Pubblicato il 19 Apr 2012

L’acronimo si traduce per esteso in Porta applicativa multiaderente (Pam). Da qualche anno buona parte delle cliniche private lombarde – quelle che costituiscono i cosiddetti Enti Erogatori Privati Accreditati (Eepa), ovvero strutture sanitarie private autorizzate a erogare servizi e prestazioni a carico del Sistema Sanitario Regionale – hanno avuto modo di conoscere la sigla Pam. La Porta applicativa multiaderente è un servizio It condiviso che permette a più cliniche private di integrarsi con il Siss (Sistema Informativo Socio Sanitario), il sistema messo a punto dalla società Lombardia Informatica per conto della Regione Lombardia per mettere in comunicazione, attraverso una extranet, enti ospedalieri, medici, farmacisti e cittadini della regione. Il Siss ha a sua volta come cardine la Carta Regionale dei Servizi (Crs), declinata in due tipi di carte con microchip: la comune Crs di colore giallo distribuita ai cittadini la Crs-Siss, di colore blu, riservata agli operatori sanitari.

Il Siss, entrato in funzione alla fine del 1999, supporta sempre più servizi ispirati alla centralità del paziente e inizia ad evolversi in una vera e propria piattaforma di e-health. Grazie a questa extranet i medici possono redigere impegnative elettroniche. L’utente che si reca allo sportello di un ospedale o una clinica con la sua Crs, permette all’addetto di caricare nel giro di qualche secondo i dati dell’impegnativa sul suo Pc con una conseguente velocizzazione delle procedure di accettazione allo svolgimento di esami diagnostici o di un ricovero. Sempre grazie al Siss il medico curante può ricevere un’email che gli comunica la dimissione di un suo paziente e – sempre che lo stesso lo abbia permesso firmando un apposito consenso – può scaricare i relativi referti. Questi ultimi, insieme con altre informazioni (quali, per esempio, gli acquisti di farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale) vanno a popolare il cosiddetto Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), un faldone virtuale in cui è raccolta la storia sanitaria di ogni cittadino lombardo.

L’obiettivo forse più importante dei Siss e del Fse è consentire la “continuità della cura” di ogni persona dal momento in cui è redatta un’impegnativa relativa a una patologia, fino alla conclusione della terapia passando attraverso esami diagnostici, visite specialistiche, prestazioni ambulatoriali o in contesto di ricovero, dimissioni, cure farmacologiche e così via. Al centro di tutti i percorsi, in cui sono coinvolti dai medici alle strutture sanitarie ai farmacisti, c’è il paziente, ben identificato in modo elettronico. Peraltro, con la sua carta Crs, un pc connesso a Internet e un apposito lettore di carte microchip, il paziente può accedere direttamente al suo Fse da casa e diventare così ancora più protagonista della sua storia medica.

Perché la Pam

“Per accedere e interagire con il Siss è previsto uno standard specifico, che deve essere rispettato da tutti”, premette Ornella Fouillouze, managing director di Sysline, società Ict che offre consulenza, soluzioni e servizi informatici e organizzativi soprattutto ad aziende dei settori sanità e media. Nel contesto del Siss, il compito della porta applicativa è quello di permettere a ogni struttura sanitaria di esporre sulla extranet i propri servizi applicativi in modo che possano essere acceduti in modo automatico e trasparente da soggetti diversi per scambi di documenti e comunicazioni. “La nostra azienda – continua Fouillouze  – si è occupata di Siss fin dall’introduzione di questo sistema. Nel corso del tempo il nostro contributo non si è esplicato solo in qualità di software house ma anche a livello di project management, integrazione e coaching. Siamo stati chiamati, insomma, a svolgere un ruolo di facilitatori della diffusione del Siss nell’ambito delle strutture sanitarie”. Le prime strutture sanitarie di cui Sysline si è occupata erano pubbliche. Queste, infatti, sono state obbligate fin dall’inizio ad aderire al Siss. “Gli ospedali pubblici – prosegue la managing director di Sysline – si sono dotate di Porte aderenti individuali, integrare direttamente con i loro sistemi informativi ospedalieri”. In molti di questi, va segnalato, è installata la suite Sysline HOpera.

Quando, con l’introduzione della Legge 18 del luglio 2007 e con le successive Dgr 5738 del 31 ottobre 2007 e Dgr 7054 del 9 aprile 2008, la Regione Lombardia ha stabilito le basi sull’estensione del Siss anche agli Enti Erogatori Privati Accreditati, anche le cliniche private hanno iniziato a porsi il problema di implementare delle porte applicative verso il sistema informativo socio-sanitario regionale. Il sito della Regione Lombardia parla di più di 350 enti gestori di strutture sanitarie private autorizzate a erogare servizi e prestazioni a carico del Sistema Sanitario Regionale interessati dal decreto. In alcuni casi si è scelto di creare una infrastruttura collegata direttamente al Siss, ovvero una Porta aderente (Pa). Molti altri enti, invece, hanno optato per soluzioni in outsourcing in grado di spalmare su più clienti i costi di questa innovazione. La risposta a questa domanda è stata l’introduzione, da parte di Lombardia Informatica, del concetto di Porta multiaderente (Pam). Dove dietro questa infrastruttura, offerta tipicamente in modalità as-a-service da un provider esterno, non c’è solo una mera interfaccia, bensì anche un importante motore (il motore Pam) e un repository strutturato in cui le cliniche clienti fanno confluire tutti i documenti di cui è previsto lo scambio sulla Siss (e la memorizzazione nei Fse dei cittadini). Documenti su cui, per essere utilizzabili in questo senso, devono essere apposte firma digitale e marca temporale.

Dietro una Pam, insomma, c’è un vero e proprio data center centralizzato erogato in outsourcing in modalità multi-tenant.

La scelta dell’Istituto Ortopedico Galeazzi

Tra le cliniche private che hanno scelto questa strada si è segnato subito l’Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, una struttura ospedaliera di riferimento in particolare per le patologie riguardanti l’apparato locomotore e dotata di Pronto Soccorso. “Il nostro ospedale – racconta a ZeroUno Enzo Locatelli (nella foto) responsabile Servizi Informativi presso l’Istituto – fa parte dell’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata, ndr). La sezione milanese dell’Aiop ha condotto un sondaggio presso alcuni player del mercato dell’It sanitaria per individuare quelli che offrivano i rapporti qualità/prezzo più appetibili nell’offerta di una Porta applicativa multiaderente. Alla fine sono stati selezionati due attori, fra cui ogni associato era libero di scegliere, uno dei quali era Sysline. Tra la fine del 2009 e gli inizi del 2010 abbiamo stretto un accordo con questa società”.

Il 2010 è stato un anno dedicato all’integrazione. “La maggior parte dell’impegno – ricorda Locatelli – riguarda l’aspetto software. Se l’hardware – inteso come pc, server e apparati di rete, è sempre stato oggetto di un upgrade periodico – l’integrazione con una Pam non richiede importanti investimenti su questo versante”: Locatelli non rivela cifre, ma pare di capire che quelle legate a software e servizi siano di diversi ordini di grandezza inferiori a quelle implicate in rinnovamento dell’hardware. “All’Istituto Ortopedico Galeazzi – continua il responsabile Servizi Informativi – dal 2011 siamo andati a regime con l’integrazione al Siss del Pronto Soccorso, mentre da dicembre dello stesso anno abbiamo integrato anche la Radiologia. La nostra struttura produce circa 100mila referti radiologici all’anno, di cui la stragrande maggioranza, circa 60mila, sono relativi a utenti esterni”.

Il Pronto Soccorso, in genere, è la prima unità operativa che gli ospedali integrano con il Siss. Del resto in quell’ambito sono redatti referti, verbali e lettere di ricovero e – in molti casi – di dimissioni che possono essere utili ai medici di medicina generale e ai pediatri di famiglia nell’ottica della già citata “continuità della cura”. Sul sito del Siss si parla di 7.800 di questi professionisti coinvolti nel Sistema informativo socio-sanitario, insieme a 2.600 farmacie, 2.500 enti erogatori privati accreditati, 35 aziende ospedaliere pubbliche e 15 aziende sanitarie locali. In tutto, riporta sempre il sito, il raggio d’azione del Siss abbraccia quasi 10 milioni di persone e circa 150.000 operatori che in qualche modo – come medici, tecnici sanitari, infermieri, impiegati amministrativi e così via – si occupano della loro salute.

Già, ma tutti accettano di buon grado di utilizzare il Siss? “All’inizio – conclude Locatelli – qualche resistenza si può notare, soprattutto da chi è convinto che i vecchi sistemi manuali funzionino sempre. Poi però si accorgono che gestire tutto dal pc permette di risparmiare molto tempo ed evita di commettere errori. E comunque noi abbiamo cercato il più possibile di non modificare le interfacce cui gli utenti erano abituati. Questo si è tradotto anche in pochissima formazione da fare, prevalentemente on the job”. Quest’anno l’obiettivo dell’Istituto Ortopedico Galeazzi è di chiudere il cerchio delle unità integrate con il Siss includendo gli ambulatori e i laboratori d’analisi per gli utenti esterni.

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